A nostro avviso, c’è un nesso fra tutto ciò, e questo nesso sta nel modo particolare di fare affari del sistema di imprese italiano, ben rappresentato dai distretti industriali.
Detto un po’ brutalmente,
soprattutto nelle relazioni "Business to Business", il modo di fare affari italiano
è sostanzialmente clanico, fondato cioè su fitte relazioni interpersonali,
spesso informali e basato sulla fiducia, costruita da anni di frequentazione.
Se questa interpretazione è in buona misura valida, sarebbe
facilmente comprensibile perché le relazioni impersonali e formali paradigmatiche
dell’uso prevalente dell’e-commerce di Internet non vanno molto bene al modo
di fare affari italiano, mentre le relazioni dirette (più informali e
interpersonali) consentite dal telefonino sono molto più adatte, appunto,
al modo di fare affari italiano.
E’ dunque evidente che Internet sarà utile al sistema delle
imprese italiane, fondato soprattutto sulle piccole e medie, e ben caratterizzato
dai distretti industriali, non se tali imprese sapranno "piegarsi" all’uso mondialmente
prevalente (per il momento) di Internet nell’e-commerce, bensì se si
saprà "piegare" Internet all’uso clanico di cui hanno bisogno le imprese
italiane.
L’ipotesi della ricerca avviata al Politecnico di Milano in collaborazione
con la rete Civica di Milano è che le Reti Civiche, per le loro stesse
caratteristiche costitutive, presentino già delle grandi potenzialità
d’un uso clanico, ben rappresentato da certe "comunità virtuali", quindi
particolarmente adatto ad essere al servizio, a certe condizioni, delle piccole
e medie imprese.
L’obiettivo del lavoro sintetizzato in questa comunicazione è
stato quello di indagare se sia possibile, e in che misura, utilizzare la Reti
Civiche, ed in particolare la Rete Civica di Milano, a supporto dello sviluppo
e della competitività della piccola e media impresa italiana, focalizzando
l’attenzione non tanto esclusivamente sulle possibilità di implementare
soluzioni di e-commerce, quanto piuttosto sull’analisi ad ampio spettro del
loro possibile impiego come strutture di supporto all’introduzione di tecnologie
innovative. In altre parole, partendo dal paradigma di clan, si è cercato
di:
Caratteristiche
dei distretti industriali italiani
|
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Proprio l’esistenza dei
distretti ha rappresentato, e verosimilmente rappresenterà anche in futuro,
la grande ricchezza dell’economia italiana; con il tramonto dell’economia di
tipo fordista, infatti, si assiste all’emergere di nuove forme organizzative,
molto simili ai distretti.
Il concetto di rete di imprese è sempre più utilizzato
in letteratura e dai ricercatori per descrivere, e in qualche modo classificare,
le tipologie emergenti di relazioni interaziendali: il decennio ancora in corso,
infatti, è stato caratterizzato da una radicale ristrutturazione organizzativa
delle imprese, che ha avuto sbocco, appunto, nella creazione delle cosiddette
strutture a rete. Ciò implica una perdita di significato del parametro
dimensionale delle imprese, dal momento che le grandi imprese si trasformano
in reti organizzate e flessibili, e le piccole si coordinano in distretti industriali
(in modo da realizzare una notevole massa critica, che rende possibile sfruttare
le economie di scala e di
scope che un tempo erano prerogativa esclusiva delle grandi tecnostrutture).
Esiste in letteratura una notevole produzione di possibili tassonomie delle
reti di imprese. Ai nostri fini, abbiamo adottato quella riportata in fig.3
(sviluppata da Bennet e Storper in
"Flessibilità, gerarchie e sviluppo regionale: la ristrutturazione organizzativa
dei sistemi produttivi e le nuove forme di governance." 1992), particolarmente
interessante in quanto rende conto contemporaneamente di numerose variabili,
come la distribuzione spaziale e le forme di governance della rete stessa.
Fig.3
Constatata la realtà estremamente diversificata delle iniziative di telematica pubblica in Italia, per l’analisi di compatibilità con le PMI imprese, una tipologia di rete civica interessante è sostanzialmente quella che integra adeguatamente i tre assi rappresentativi del tessuto economico sociale del contesto locale in cui è inserita: comunità (nel senso di collettività interattiva dei cittadini), settore commerciale e pubblica amministrazione.
Fig.4
Ai fini
dell’esplorazione delle potenzialità delle reti civiche per le piccole
e medie imprese italiane abbiamo preso in esame la Rete Civica di Milano, che,
nel panorama attuale, è quella che incarna al meglio la definizione di
Rete Civica di Randone ("Strategie per la realizzazione di una Rete Civica:
aspetti tecnologici e metodologici nella collaborazione con il Comune di Milano."
1996):
"Una Rete Civica è un ambiente telematico che si propone di promuovere e favorire la comunicazione, la cooperazione e l’erogazione di servizi fra cittadini e tutti i soggetti (associazioni, Enti Pubblici, aziende) che costituiscono una comunità locale e, al tempo stesso, aprire la comunità locale alla comunicazione via rete con il resto del mondo e così garantire a tutti il diritto di cittadinanza telematica."
Ai fini del nostro lavoro,
mirante a valutare le potenzialità delle reti civiche per le piccole
e medie imprese, abbiamo studiato il caso della Rete Civica di Milano, creata
nel 1994 (che ha adottato un’architettura tecnologica mista BBS-Web), e in particolare
ci siamo soffermati sull’uso che di RCM hanno fatto e stanno facendo le aziende
presenti in essa. In realtà, tali aziende, in buona misura, hanno anche
un loro sito Web. Ma è emerso chiaramente che le due soluzioni non vengono
considerate come antagoniste, ma anzi, offrono ciascuna dei vantaggi specifici
che ne giustificano l’adozione ed il mantenimento. Per cercare di individuare
quali fossero le caratteristiche delle due alternative ritenute rilevanti delle
aziende, abbiamo esaminato la tipologia di servizi presenti nei due diversi
canali, ottenendo i risultati riassunti nella fig.5.
Servizi
delle Imprese su RCM e sul Web
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Azienda
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RCM
|
Web
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ARTIN’UP |
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DUPONT |
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I.NET |
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AEM |
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AMSA |
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IRIS TECHNOLOGIES |
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WEEKEND A FIRENZE |
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ALEPH |
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|
ALTRE |
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Come si desume dalla figura, la fondamentale differenza tra le due soluzioni è da ricercarsi nella presenza o meno di interattività. Nel caso della Rete Civica, infatti, l’enfasi è posta sull’integrazione con la comunità virtuale e l’instaurarsi di relazioni interpersonali dirette con gli utenti, mentre nel caso del Web, la tipologia di servizi offerti è molto più simile ad una diffusione di informazioni di tipo broadcast, nella quale l’unica forma di interattività è rappresentata da una mailbox a cui i visitatori del sito possono indirizzare le loro richieste; è ovvio che una soluzione di questo tipo non è minimamente paragonabile alla interattività realizzata su RCM, dato che la mailbox generica non è attribuibile ad una persona in particolare, non esiste nessun tipo di interazione con gli altri utenti, né la possibilità di verificare che la propria mail sia stata effettivamente letta (in FirstClass esiste una particolare funzione, l’history, che permette ciò). A conferma di questa constatazione, le aziende interpellate direttamente hanno indicato praticamente all’unanimità l’inserimento in una comunità virtuale come motivo fondamentale per la scelta di aprire una conference in RCM.
Non solo, gli autori ci
fanno anche notare che i processi di creazione del valore nei due casi sono
intrinsecamente differenti: non è pertanto possibile applicare i criteri
di ottimizzazione ‘tradizionalmente’ impiegati con la catena fisica. L’obiettivo
dell’impresa deve pertanto essere l’ottimizzazione congiunta delle due catene.
In particolare, vengono distinte cinque differenti fasi di creazione del valore
(value-adding steps) per ogni attività della catena virtuale: raccolta,
organizzazione, selezione, sintesi e distribuzione dell’informazione; ciò
consente di creare una matrice virtuale del valore: ogni passo della
catena virtuale - come uno specchio della catena fisica - dà la possibilità
di estrarre valore dal flusso informativo, sotto forma di opportunità
di individuare nuovi tipi di servizi o di prodotti.
Rayport e Sviokla guingono ad individuare i seguenti cinque nuovi
assiomi di business, necessari per competere sfruttando la matrice del valore
virtuale:
Questo ultimo punto è sicuramente il più rilevante, poiché le implicazioni che suggerisce sono di tale portata da non poter essere assolutamente trascurate se si vogliono comprendere le interazioni economiche che si creano in una rete (sia essa Internet o, a maggior ragione, una Rete Civica): stanno infatti sorgendo nuovi centri di creazione del valore, che sono strettamente correlati alle comunità virtuali, al cui cuore sta un nuovo processo di apprendimento collettivo così sintetizzato da Micelli ("Postfazione." 1998):
L’elemento caratterizzante di una comunità in rete è la capacità di innescare un processo di APPRENDIMENTO COLLETTIVO, poiché essa è in grado di dar voce ad un’immensa varietà di esperienze distribuite, creando un’intelligenza collettiva in grado di risolvere problemi, con la quale non può competere nemmeno il più preparato degli esperti. Ciò rende la comunità un modello efficiente dal punto di vista della riorganizzazione dei processi e dell’attività economica, dato che riduce al minimo i costi di comunicazione e coordinamento, organizzando il contributo dei singoli sulla base di un modello di partecipazione a cui corrisponde un ciclo efficiente di selezione e diffusione della conoscenza.
Nella figura 7 abbiamo
sintetizzato i fattori critici di successo e i problemi per una competizione
centrata sulle comunità virtuali e all’apporto che vi può dare
una rete civica.
FCS
|
Comunità
virtuale
|
Rete
Civica
|
creare
una buona conversazione
|
è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base. | oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente il rapporto con il tessuto locale, e l’interazione in italiano |
rapporto
diretto
|
è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base | oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente il rapporto con il tessuto locale, e l’interazione in italiano |
globale
e locale
|
una comunità virtuale è canale privilegiato di accesso a potenziali clienti globalmente distribuiti | le connessioni tra le diverse Reti Civiche consentono collegamenti anche ‘a lunga distanza’ (globali) |
sito
corporate
|
l’interazione con una comunità virtuale già esistente semplifica l’ottimizzazione del sito corporate | una Rete Civica sul tipo di RCM offre un insieme variegato e consolidato di gruppi di interesse con cui interagire |
imparare
a comunicare
|
è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base | è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base |
sperimentare
|
l’interattività coi membri della comunità può aiutare a sperimentare nuovi modelli di marketing | oltre ai vantaggi delle comunità virtuali, offre la possibilità di focalizzazione sul mercato locale |
collaborazione
nella città-rete
|
molte innovazioni di successo (es. Linux) prendono corpo nelle comunità virtuali | le possibili innovazioni sono legate alla realtà locale |
controllare
la comunicazione autogenerata
|
una comunità virtuale è basata sulla comunicazione autogenerata, anche se spesso integra individui con background culturali differenti (nazionalità. ecc.) | una Rete Civica del tipo di RCM offre insiemi di individui omogenei e ben definiti che condividono interessi comuni |
integrare
comunità virtuali
|
una comunità virtuale di Internet si genera spontaneamente ed è strettamente legata agli interessi dei suoi componenti | oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente la focalizzazione sul mercato locale |
chances
per imprese medio piccole
|
consente alle imprese medio piccole di operare in un mercato circoscritto e protetto | oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente alle piccole imprese di focalizzarsi sul mercato locale |
Problema
|
Comunità
virtuale
|
Rete
Civica
|
diritti
di proprietà
|
la conoscenza reciproca e la fiducia esistente tra gli aderenti garantiscono un certo grado di sicurezza | la conoscenza reciproca, la fiducia e la rintracciabilità degli aderenti garantiscono un buon grado di sicurezza |
sicurezza
ed integrità
|
la
conoscenza reciproca e la fiducia esistente tra gli aderenti garantiscono
un certo grado di sicurezza |
alcune Reti Civiche (RCM) consentono l’individuazione univoca degli utenti e il tracking accurato delle loro transazioni |
e-cash
|
non è nota l’esistenza di soluzioni adottate operativamente | sono utilizzabili le soluzioni tipo mini-pay già adottate nei servizi di telematica pubblica (Siena, Firenze, Brescia, Friuli-Venezia Giulia) |
A questo punto è necessario definire uno schema di riferimento, che possa dar conto delle peculiarità fin qui viste, nel quale inquadrare le possibili sinergie tra reti di piccole e medie imprese e Reti Civiche. Faremo pertanto riferimento alla catena del valore di Porter nella rielaborazione effettuata da Colombo e Viganò ("Caratteristiche e impatti degli ambienti Intranet per l’integrazione informativa aziendale." 1998), in modo da considerare anche i processi di sviluppo di nuovi prodotti e di pianificazione strategica, dato che, come si intuisce, sono tra quelli che maggiormente possono usufruire delle interazioni tra l’impresa e le comunità virtuali. Sarà necessario tenere presente, per ogni fase della catena del valore fisica, la corrispondente fase nella catena virtuale, come abbiamo avuto modo di constatare. Schematicamente, quindi, otterremo un modello strutturato come riportato in fig. 8.
Fig. 8
A questo punto è
possibile definire una matrice che sistematizzi le possibili interazioni tra
comunità virtuale ed elementi della catena del valore, raggruppando le
caratteristiche salienti del nuovo modo di competere nel mondo telematico ed
attribuendole alla corrispettiva fase nella catena fisica (fig.9)
Fase
|
Relazione
con le comunità virtuali
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||||
1.
sviluppo nuovi prodotti
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2.
processo logistico
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3.
pianificazione e controllo
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4.
infrastrutture
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5.
gestione delle risorse umane
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6.
sviluppo tecnologie
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7.
approvvigionamento
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8.
logistica in entrata
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9.
operations
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10.
logistica in uscita
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11.
marketing e vendite
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12.
servizio
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Riepilogando quanto visto a riguardo dei distretti, si può desumere che l’organizzazione in reti sociali, e quindi in clan, consente alle imprese di conseguire i seguenti vantaggi:
E’ quindi evidente che, al di là della possibilità di sfruttarle come un nuovo canale distributivo di tipo business-to-consumer, le reti di piccole e medie imprese dovrebbero guardare alle Reti Civiche come ad una concreta possibilità di implementare rapidamente e con costi molto contenuti dei sistemi informativi di supporto ai distretti industriali stessi; questo tipo di consapevolezza sembra iniziare, faticosamente, ad imporsi tra le piccole e medie imprese. Con l’ingresso massiccio nelle Reti Civiche, le piccole e medie imprese, infatti, si troverebbero a poter disporre di un’infrastruttura efficiente, conosciuta, testata e a costo praticamente nullo (anche se si potrebbe pensare ad un canone che ogni impresa versi alla Rete Civica) su cui implementare, senza rischi né investimenti rilevanti, tutte le soluzioni atte a perseguire i vantaggi visti poco sopra. Non solo: verrebbe drasticamente abbattuta anche l’incidenza delle problematiche inerenti la gestione della complessità tecnologica, dato che le caratteristiche tecnologiche del sistema (si pensa alla soluzione adottata da RCM: FirstClass + Web) lo rendono di utilizzo molto semplice, mentre tutti gli aspetti connessi alla complessità della gestione delle applicazioni dal lato server verrebbe completamente gestita in outsourcing (dalla Rete Civica stessa).
Caratteristiche
di FirstClass
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Caratteristiche
di RCM
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Fase
|
Interazione
con le comunità virtuali
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RCM
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fase 1 |
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fase 2 |
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fase 3 |
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fase 4 |
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fase 5 |
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fase 6 |
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fase 7 |
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fase 8 |
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fase 9 |
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fase 10 |
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fase 11 |
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|
fase 12 |
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|
Vorremmo qui sottolineare come non sia possibile avere un’esatta percezione delle reali interazioni presenti in RCM da una ‘visita’ superficiale della stessa. Solo la frequentazione assidua e la conoscenza approfondita di aree di discussione e utenti possono fornire l’esatta percezione della fitta trama di interrelazioni esistente nella comunità, che, per un estraneo, a prima vista, potrebbe sembrare ‘un complicato garbuglio di gente che chiacchiera’. In realtà è proprio in quelle apparenti chiacchiere che si cela la ricchezza e la possibilità di estrarre valore dalla comunità virtuale, che ricrea in formato digitale il senso di identità e le relazioni di tipo clanico delle comunità sociali reali, così caratteristiche della cultura italiana.
Confrontando caratteristiche di RCM con le interazioni delle comunità virtuali con la catena del valore, abbiamo infine individuato le quattro diverse forme di reti di piccole e medie imprese indicate nelle figura, che possono prendere in considerazione l’idea di utilizzare le Reti Civiche come strumento di supporto alle loro attività.
Fig.12
In conclusione potremmo
riassumere in una matrice i vantaggi offerti alle imprese dall’interazione con
le Reti Civiche come segue (le croci, ovviamente, rappresentano la significatività
dell’interazione tra vantaggio ottenibile e tipologia di network):
TIPO
di NETWORK
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Vantaggio
ottenibile
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A
|
B
|
C
|
D
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economie
di scope
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+
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+
|
+
|
+
|
|
diminuzione
costi di transazione
|
+
|
+
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diminuzione
del rischio
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+
|
+
|
+
|
+
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fiducia
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+
+
|
+
+
|
+
+
|
+
+
|
|
diminuzione
costi transazione PA
|
+
|
+
|
+
|
+
|
|
immagine
|
+
|
+
|
+
|
+
|
|
ricezione
di segnali deboli
|
+
|
+
|
+
|
+
|
|
innalzamento
barriere all’ingresso
|
+
|
+
|
|||
diminuzione
costi del cambiamento
|
+
+
|
+
+
|
+
|
||
comunità
virtuale e transaz. b.t.c.
|
+
|
+
|
+
|
+
|
Bibliografia citata.