Le potenzialità delle reti civiche per le piccole e medie imprese italiane

 
Fiorella De Cindio°, Piercarlo Maggiolini*, Laura Ripamonti**
°Università degli Studi di Milano, *Politecnico di Milano e **Milano Ricerche


Sommario

L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di indagare se sia possibile, e in che misura, utilizzare la Reti Civiche, ed in particolare la Rete Civica di Milano, a supporto dello sviluppo e della competitività della piccola e media impresa italiana, focalizzando l’attenzione non tanto esclusivamente sulle possibilità di implementare soluzioni di e-commerce, quanto piuttosto sull’analisi ad ampio spettro del loro possibile impiego come strutture di supporto all’introduzione di tecnologie innovative. In altre parole, partendo dal paradigma di clan, si è cercato di:

1. Premessa

L’Italia presenta alcune caratteristiche interessanti:

A nostro avviso, c’è un nesso fra tutto ciò, e questo nesso sta nel modo particolare di fare affari del sistema di imprese italiano, ben rappresentato dai distretti industriali.

Detto un po’ brutalmente, soprattutto nelle relazioni "Business to Business", il modo di fare affari italiano è sostanzialmente clanico, fondato cioè su fitte relazioni interpersonali, spesso informali e basato sulla fiducia, costruita da anni di frequentazione.
Se questa interpretazione è in buona misura valida, sarebbe facilmente comprensibile perché le relazioni impersonali e formali paradigmatiche dell’uso prevalente dell’e-commerce di Internet non vanno molto bene al modo di fare affari italiano, mentre le relazioni dirette (più informali e interpersonali) consentite dal telefonino sono molto più adatte, appunto, al modo di fare affari italiano.

E’ dunque evidente che Internet sarà utile al sistema delle imprese italiane, fondato soprattutto sulle piccole e medie, e ben caratterizzato dai distretti industriali, non se tali imprese sapranno "piegarsi" all’uso mondialmente prevalente (per il momento) di Internet nell’e-commerce, bensì se si saprà "piegare" Internet all’uso clanico di cui hanno bisogno le imprese italiane.

L’ipotesi della ricerca avviata al Politecnico di Milano in collaborazione con la rete Civica di Milano è che le Reti Civiche, per le loro stesse caratteristiche costitutive, presentino già delle grandi potenzialità d’un uso clanico, ben rappresentato da certe "comunità virtuali", quindi particolarmente adatto ad essere al servizio, a certe condizioni, delle piccole e medie imprese.

L’obiettivo del lavoro sintetizzato in questa comunicazione è stato quello di indagare se sia possibile, e in che misura, utilizzare la Reti Civiche, ed in particolare la Rete Civica di Milano, a supporto dello sviluppo e della competitività della piccola e media impresa italiana, focalizzando l’attenzione non tanto esclusivamente sulle possibilità di implementare soluzioni di e-commerce, quanto piuttosto sull’analisi ad ampio spettro del loro possibile impiego come strutture di supporto all’introduzione di tecnologie innovative. In altre parole, partendo dal paradigma di clan, si è cercato di:

2. Internet e clan.

Esistono, in Italia, diversi fenomeni, dai più costruttivi, come la tendenza all’associazionismo e lo sviluppo di tessuti economico-sociali basati sul distretto industriale, fino ai più aberranti, come la mafia, il cui denominatore comune può essere ravvisato nella stessa matrice, che è poi un po’ il cuore stesso della nostra cultura (intesa in senso lato, cioè come insieme di caratteristiche che originano il modo di ‘vedere la vita’ di un popolo): il concetto di clan (nell’accezione di Ouchi in "Market Bureaucracy and Clans." 1980), cioè la tendenza che ha ogni italiano a costruire una fitta rete di rapporti interpersonali, basati sulla fiducia reciproca e l’amicizia, che danno vita a schemi di comportamento fondati su codici e valori condivisi di tipo informale e non scritti, ma rispettati.
Queste caratteristiche, sedimentate nel nostro background culturale da secoli, lungi dall’essere necessariamente un sintomo di arretratezza, hanno, anzi, rappresentato in più occasioni nella storia una fonte di straordinaria ricchezza; ad esempio, una delle manifestazioni più comuni di queste nostre caratteristiche implicite, cioè quella certa tendenza alla collaborazione mista al campanilismo che in fondo ci portiamo tutti un po’ dentro in varia misura, ha dato vita, nel passato, alle civiltà dei comuni, e, nel presente, ai distretti industriali.

Malgrado queste nostre peculiarità sembrassero destinate ad affievolirsi vieppiù, ed infine a scomparire, ciò non è avvenuto e si stanno adattando alle nuove tecnologie di telecomunicazione, iniziando ad esprimersi anche in forma digitale; ne sono riprova due distinti fenomeni, già citati in premessa: l’altissima velocità di diffusione della telefonia cellulare nel nostro Paese, e l’altrettanto rapido fiorire di iniziative di telematica pubblica, a fronte di una riluttante adozione di Internet tra la popolazione.

La caratteristica saliente della telefonia cellulare e delle reti civiche è che entrambe sono in grado di garantire nuovi canali per l’esplicitazione di quelle forme di ‘contatto diretto’ che ci sono tanto care; ma se i cellulari sono, almeno al momento, sostanzialmente solo un sostituto del contatto vis a vis, le reti telematiche, in alcuni casi ben delineati, offrono molte opportunità totalmente nuove, e coniugano sinergicamente il concetto di clan, insito nelle comunità virtuali, con quello di innovazione tecnologica.

L’integrazione di questo tipo di innovazione, cioè quello insito in Internet e nelle tecnologie di rete, è ormai assurto al ruolo di must per l’imprenditoria dei paesi sviluppati, e la sua adozione non può pertanto essere trascurata o demandata ‘a tempi migliori’, in attesa che si definisca un panorama più chiaro, in particolare per quanto riguarda gli usi che ne possono fare le imprese di dimensioni medio piccole organizzate in reti (i distretti), pena la messa a repentaglio del differenziale competitivo basato sulla flessibilità e l’organizzazione a rete che ha da sempre caratterizzato il nostro panorama imprenditoriale, costituendo il vero differenziale competitivo del nostro sistema economico.

Tuttavia, dati alla mano, si vede come l’impiego di Internet nelle transazioni commerciali, sia business to business che business to consumer, in Italia non goda di buona salute, contrariamente a quanto avviene nei paesi di lingua anglosassone. Il problema non sembra tanto essere imputabile ad una scarsa sensibilità all’innovazione tecnologica ma assume tutto un altro aspetto se si osserva l’analogia esistente tra e-commerce e vendite per corrispondenza (che non hanno mai riscosso grande successo in Italia): in entrambi i casi non è presente il lato interpersonale della transazione.

Non solo: l’entusiasmo quasi parossistico per le diverse funzionalità che è possibile implementare via Web, ha fatto dimenticare quelle che sono le caratteristiche originarie di Internet, cioè quello che ha costituito la base del suo successo. Internet, infatti, non è il solo Web, ma un insieme di diverse funzioni e diversi protocolli applicativi (posta elettronica, chat, forum di discussione, newsgroup, ftp, ....), anzi, ai suoi esordi il Web non esisteva proprio! L’embrione da cui Internet si è evoluta, la famosa Arpanet degli anni ‘60-’70, nata in ambiente militare, era poi divenuta una rete, basata su interfacce a caratteri, utilizzata da ricercatori e professori universitari di tutto il mondo per scambiarsi informazioni, che aveva sostanzialmente portato alla creazione di un clan: esistevano norme di comportamento implicite (la netiquette) rispettate da tutti, relazioni personali di amicizia, fiducia, sicurezza e così via. E’ da questo tipo di realtà che sono gemmate le prime BBS e le prime comunità virtuali, che si sono poi via via sviluppate, parallelamente all’evoluzione tecnologica hardware e software.

Il Web, quindi, è sostanzialmente un’evoluzione tecnologica che è andata ad innestarsi su una realtà preesistente, costituita precipuamente da legami sociali, e, se si vuole utilizzare Internet per estrarne valore ed ottenere un vero differenziale competitivo, non è possibile trascurare completamente questa realtà. Il vero punto focale di Internet è costituito dalle comunità virtuali, che, essendo fenomeni di tipo sociale, sono punti di aggregazione di ideali, interessi, ideologie, mode, dei cittadini virtuali.

Queste considerazioni inducono immediatamente a pensare che possano esistere dei punti di contatto, e quindi delle opportunità, tra le comunità virtuali e il tessuto economico italiano, dato che in entrambi i casi sono presenti forti connotazioni di tipo clanico, ed è stato proprio il desiderio di verificare l’effettiva sussistenza di queste opportunità a motivare questo studio.

3. Caratteristiche dei distretti industriali e le reti di imprese.

Prendendo spunto dal profilo di adozione delle nuove tecnologie in Italia (che sembra favorire quelle in grado di garantire un elevato grado di interattività e relazione personale tra gli individui), sulla base della numerosissima letteratura riguardante i distretti industriali ed il tessuto economico italiano, nella fig.2 si sono schematizzate le caratteristiche distintive di un distretto.
 
Caratteristiche dei distretti industriali italiani
  • concentrazione spaziale e settoriale delle imprese 
  • forti legami socioculturali tra gli agenti economici locali, creazione spontanea di un codice di comportamento condiviso 
  • forte efficienza collettiva 
  • tendenza ad organizzarsi in reti
  • intensi scambi verticali ed orizzontali tra le imprese, sia di tipo formale che non 
  • esistenza di una rete di istituzioni locali pubbliche che supportano le iniziative del distretto 
  • grande eterogeneità interna 
  • continuo rinnovamento interno
Fig.2

Proprio l’esistenza dei distretti ha rappresentato, e verosimilmente rappresenterà anche in futuro, la grande ricchezza dell’economia italiana; con il tramonto dell’economia di tipo fordista, infatti, si assiste all’emergere di nuove forme organizzative, molto simili ai distretti.
Il concetto di rete di imprese è sempre più utilizzato in letteratura e dai ricercatori per descrivere, e in qualche modo classificare, le tipologie emergenti di relazioni interaziendali: il decennio ancora in corso, infatti, è stato caratterizzato da una radicale ristrutturazione organizzativa delle imprese, che ha avuto sbocco, appunto, nella creazione delle cosiddette strutture a rete. Ciò implica una perdita di significato del parametro dimensionale delle imprese, dal momento che le grandi imprese si trasformano in reti organizzate e flessibili, e le piccole si coordinano in distretti industriali (in modo da realizzare una notevole massa critica, che rende possibile sfruttare
le economie di scala e di scope che un tempo erano prerogativa esclusiva delle grandi tecnostrutture). Esiste in letteratura una notevole produzione di possibili tassonomie delle reti di imprese. Ai nostri fini, abbiamo adottato quella riportata in fig.3 (sviluppata da Bennet e Storper in "Flessibilità, gerarchie e sviluppo regionale: la ristrutturazione organizzativa dei sistemi produttivi e le nuove forme di governance." 1992), particolarmente interessante in quanto rende conto contemporaneamente di numerose variabili, come la distribuzione spaziale e le forme di governance della rete stessa.

 


Fig.3

4. Rete Civica e Web.

Constatata la realtà estremamente diversificata delle iniziative di telematica pubblica in Italia, per l’analisi di compatibilità con le PMI imprese, una tipologia di rete civica interessante è sostanzialmente quella che integra adeguatamente i tre assi rappresentativi del tessuto economico sociale del contesto locale in cui è inserita: comunità (nel senso di collettività interattiva dei cittadini), settore commerciale e pubblica amministrazione.


Fig.4

Ai fini dell’esplorazione delle potenzialità delle reti civiche per le piccole e medie imprese italiane abbiamo preso in esame la Rete Civica di Milano, che, nel panorama attuale, è quella che incarna al meglio la definizione di Rete Civica di Randone ("Strategie per la realizzazione di una Rete Civica: aspetti tecnologici e metodologici nella collaborazione con il Comune di Milano." 1996):

"Una Rete Civica è un ambiente telematico che si propone di promuovere e favorire la comunicazione, la cooperazione e l’erogazione di servizi fra cittadini e tutti i soggetti (associazioni, Enti Pubblici, aziende) che costituiscono una comunità locale e, al tempo stesso, aprire la comunità locale alla comunicazione via rete con il resto del mondo e così garantire a tutti il diritto di cittadinanza telematica."

Ai fini del nostro lavoro, mirante a valutare le potenzialità delle reti civiche per le piccole e medie imprese, abbiamo studiato il caso della Rete Civica di Milano, creata nel 1994 (che ha adottato un’architettura tecnologica mista BBS-Web), e in particolare ci siamo soffermati sull’uso che di RCM hanno fatto e stanno facendo le aziende presenti in essa. In realtà, tali aziende, in buona misura, hanno anche un loro sito Web. Ma è emerso chiaramente che le due soluzioni non vengono considerate come antagoniste, ma anzi, offrono ciascuna dei vantaggi specifici che ne giustificano l’adozione ed il mantenimento. Per cercare di individuare quali fossero le caratteristiche delle due alternative ritenute rilevanti delle aziende, abbiamo esaminato la tipologia di servizi presenti nei due diversi canali, ottenendo i risultati riassunti nella fig.5.
 

Servizi delle Imprese su RCM e sul Web
Azienda
RCM
Web

ARTIN’UP
  • conferenza 
  • collaborazione con RCM 
  • e-commerce
  • vetrina 
  • informazioni sui servizi 
  • e-mail

DUPONT
  • conferenza 
  • linea diretta 
  • ufficio stampa 
  • informazioni on-line
  • vetrina 
  • news 
  • recruiting 
  • informazioni

I.NET
  • conferenza 
  • collaborazione con RCM (connettività Internet)
  • vetrina 
  • e-mail 
  • informazioni (servizi, convegni, ecc.) 
  • recruiting 
  • e-commerce (connettività)

AEM
  • conferenza 
  • linea diretta 
  • informazioni e documentazione 
  • recruiting 
  • comunicati stampa
  • vetrina 
  • e-mail 
  • informazioni 
  • news 
  • sportello on-line

AMSA
  • conferenza 
  • linea diretta 
  • informazioni e documentazione 
  • servizio clienti
 

IRIS TECHNOLOGIES
  • conferenza 
  • linea diretta 
  • recruiting
  • vetrina 
  • e-mail 
  • informazioni (servizi) 
  • recruiting

WEEKEND A FIRENZE
  • conferenza 
  • e-commerce
  • vetrina 
  • e-mail 
  • e-commerce (visite, prodotti tipici) 
  • club

ALEPH
  • conferenza 
  • linea diretta
  • vetrina 
  • informazioni 
  • e-mail

ALTRE
  • recruiting 
  • aree tematiche non commerciali 
  • sperimentazione groupware
 
Fig.5

Come si desume dalla figura, la fondamentale differenza tra le due soluzioni è da ricercarsi nella presenza o meno di interattività. Nel caso della Rete Civica, infatti, l’enfasi è posta sull’integrazione con la comunità virtuale e l’instaurarsi di relazioni interpersonali dirette con gli utenti, mentre nel caso del Web, la tipologia di servizi offerti è molto più simile ad una diffusione di informazioni di tipo broadcast, nella quale l’unica forma di interattività è rappresentata da una mailbox a cui i visitatori del sito possono indirizzare le loro richieste; è ovvio che una soluzione di questo tipo non è minimamente paragonabile alla interattività realizzata su RCM, dato che la mailbox generica non è attribuibile ad una persona in particolare, non esiste nessun tipo di interazione con gli altri utenti, né la possibilità di verificare che la propria mail sia stata effettivamente letta (in FirstClass esiste una particolare funzione, l’history, che permette ciò). A conferma di questa constatazione, le aziende interpellate direttamente hanno indicato praticamente all’unanimità l’inserimento in una comunità virtuale come motivo fondamentale per la scelta di aprire una conference in RCM.

5. Un nuovo modo di competere.

Fino a poco tempo fa, per le imprese che intendevano assicurarsi una certa superiorità competitiva era sufficiente massimizzare i vantaggi ottenibili dall’ottimale sfruttamento della catena del valore, cosa non più attuabile nell’attuale contesto, come osservano Rayport e Sviokla ("Exploiting the virtual value chain." 1995), che dimostrano come sia necessario passare da una competizione basata sostanzialmente sul ‘marketplace’ (cioè il mondo fisico delle risorse e dei prodotti) ad una che comprenda anche e soprattutto il ‘marketspace’ (inteso come spazio virtuale dei prodotti, costituito dall’informazione). Per perseguire tale obiettivo è necessario rendersi conto che esistono in realtà due catene del valore: una fisica (quella descritta da Porter e tradizionalmente utilizzata) ed una virtuale, e che esse sono strettamente correlate, dato che per ogni fase di una, ne esiste una corrispondente nell’altra (cfr. figura 6).

Fig.6

Non solo, gli autori ci fanno anche notare che i processi di creazione del valore nei due casi sono intrinsecamente differenti: non è pertanto possibile applicare i criteri di ottimizzazione ‘tradizionalmente’ impiegati con la catena fisica. L’obiettivo dell’impresa deve pertanto essere l’ottimizzazione congiunta delle due catene. In particolare, vengono distinte cinque differenti fasi di creazione del valore (value-adding steps) per ogni attività della catena virtuale: raccolta, organizzazione, selezione, sintesi e distribuzione dell’informazione; ciò consente di creare una matrice virtuale del valore: ogni passo della catena virtuale - come uno specchio della catena fisica - dà la possibilità di estrarre valore dal flusso informativo, sotto forma di opportunità di individuare nuovi tipi di servizi o di prodotti.
Rayport e Sviokla guingono ad individuare i seguenti cinque nuovi assiomi di business, necessari per competere sfruttando la matrice del valore virtuale:

Questo ultimo punto è sicuramente il più rilevante, poiché le implicazioni che suggerisce sono di tale portata da non poter essere assolutamente trascurate se si vogliono comprendere le interazioni economiche che si creano in una rete (sia essa Internet o, a maggior ragione, una Rete Civica): stanno infatti sorgendo nuovi centri di creazione del valore, che sono strettamente correlati alle comunità virtuali, al cui cuore sta un nuovo processo di apprendimento collettivo così sintetizzato da Micelli ("Postfazione." 1998):

L’elemento caratterizzante di una comunità in rete è la capacità di innescare un processo di APPRENDIMENTO COLLETTIVO, poiché essa è in grado di dar voce ad un’immensa varietà di esperienze distribuite, creando un’intelligenza collettiva in grado di risolvere problemi, con la quale non può competere nemmeno il più preparato degli esperti. Ciò rende la comunità un modello efficiente dal punto di vista della riorganizzazione dei processi e dell’attività economica, dato che riduce al minimo i costi di comunicazione e coordinamento, organizzando il contributo dei singoli sulla base di un modello di partecipazione a cui corrisponde un ciclo efficiente di selezione e diffusione della conoscenza.

Nella figura 7 abbiamo sintetizzato i fattori critici di successo e i problemi per una competizione centrata sulle comunità virtuali e all’apporto che vi può dare una rete civica.
 

FCS
Comunità virtuale
Rete Civica
creare una buona conversazione
è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base. oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente il rapporto con il tessuto locale, e l’interazione in italiano 
rapporto diretto
è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente il rapporto con il tessuto locale, e l’interazione in italiano
globale e locale
una comunità virtuale è canale privilegiato di accesso a potenziali clienti globalmente distribuiti le connessioni tra le diverse Reti Civiche consentono collegamenti anche ‘a lunga distanza’ (globali)
sito corporate
l’interazione con una comunità virtuale già esistente semplifica l’ottimizzazione del sito corporate una Rete Civica sul tipo di RCM offre un insieme variegato e consolidato di gruppi di interesse con cui interagire 
imparare a comunicare 
è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base è l’ambiente ideale, poiché il rapporto interattivo tra i membri è la sua caratteristica base
sperimentare
l’interattività coi membri della comunità può aiutare a sperimentare nuovi modelli di marketing oltre ai vantaggi delle comunità virtuali, offre la possibilità di focalizzazione sul mercato locale
collaborazione nella città-rete
molte innovazioni di successo (es. Linux) prendono corpo nelle comunità virtuali  le possibili innovazioni sono legate alla realtà locale
controllare la comunicazione autogenerata
una comunità virtuale è basata sulla comunicazione autogenerata, anche se spesso integra individui con background culturali differenti (nazionalità. ecc.) una Rete Civica del tipo di RCM offre insiemi di individui omogenei e ben definiti che condividono interessi comuni
integrare comunità virtuali
una comunità virtuale di Internet si genera spontaneamente ed è strettamente legata agli interessi dei suoi componenti oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente la focalizzazione sul mercato locale 
chances per imprese medio piccole
consente alle imprese medio piccole di operare in un mercato circoscritto e protetto oltre ai vantaggi della comunità virtuale, consente alle piccole imprese di focalizzarsi sul mercato locale

 
Problema
Comunità virtuale
Rete Civica 
diritti di proprietà
la conoscenza reciproca e la fiducia esistente tra gli aderenti garantiscono un certo grado di sicurezza la conoscenza reciproca, la fiducia e la rintracciabilità degli aderenti garantiscono un buon grado di sicurezza
sicurezza ed integrità
la conoscenza reciproca e la fiducia esistente tra gli aderenti garantiscono un
certo grado di sicurezza
alcune Reti Civiche (RCM) consentono l’individuazione univoca degli utenti e il tracking accurato delle loro transazioni
e-cash
non è nota l’esistenza di soluzioni adottate operativamente sono utilizzabili le soluzioni tipo mini-pay già adottate nei servizi di telematica pubblica (Siena, Firenze, Brescia, Friuli-Venezia Giulia)
Fig. 7

7. Uno schema d’analisi.

A questo punto è necessario definire uno schema di riferimento, che possa dar conto delle peculiarità fin qui viste, nel quale inquadrare le possibili sinergie tra reti di piccole e medie imprese e Reti Civiche. Faremo pertanto riferimento alla catena del valore di Porter nella rielaborazione effettuata da Colombo e Viganò ("Caratteristiche e impatti degli ambienti Intranet per l’integrazione informativa aziendale." 1998), in modo da considerare anche i processi di sviluppo di nuovi prodotti e di pianificazione strategica, dato che, come si intuisce, sono tra quelli che maggiormente possono usufruire delle interazioni tra l’impresa e le comunità virtuali. Sarà necessario tenere presente, per ogni fase della catena del valore fisica, la corrispondente fase nella catena virtuale, come abbiamo avuto modo di constatare. Schematicamente, quindi, otterremo un modello strutturato come riportato in fig. 8.


Fig. 8

A questo punto è possibile definire una matrice che sistematizzi le possibili interazioni tra comunità virtuale ed elementi della catena del valore, raggruppando le caratteristiche salienti del nuovo modo di competere nel mondo telematico ed attribuendole alla corrispettiva fase nella catena fisica (fig.9)
 

Fase
Relazione con le comunità virtuali
1. sviluppo nuovi prodotti
  • utenti appassionati
  • test durante lo sviluppo
2. processo logistico
  • coordinamento coi fornitori
  • fiducia
3. pianificazione e controllo
  • ampliamento recettori segnali deboli 
  • migliore integrazione con catena virtuale 
  • diminuzione del rischio 
  • diminuzione costi del cambiamento
  • presenza e visibilità nella comunità locale 
  • politiche di immagine 
  • economie di scope 
  • barriere all’ingresso 
  • creazione di fabbriche virtuali
4. infrastrutture
  • relazioni pubbliche nella comunità
  •  --------------------
5. gestione delle risorse umane
  • recruiting 
  • arricchimento relazioni interpersonali
  • alfabetizzazione informatica
6. sviluppo tecnologie
  • utenti appassionati
  •  ---------------------
7. approvvigionamento
  • interazione diretta con fornitori
  •  ---------------------
8. logistica in entrata
  •  ---------------------
  •  ---------------------
9. operations
  • test di qualità con la comunità
  •  ---------------------
10. logistica in uscita
  •  ---------------------
  •  ---------------------
11. marketing e vendite
  • buona conversazione 
  • rapporto diretto 
  • globale e locale 
  • sito corporate 
  • imparare a comunicare 
  • sperimentare 
  • collaborazione città-rete
  • controllo comunicazione autogenenerata 
  • integraz. comunità virtuali 
  • chancers PMI 
  • diritti di proprietà 
  • sicurezza 
  • e-cash
12. servizio
  • servizi interattivi mediante linee dirette
  • fiducia 
  • feedback 
Fig. 9

8. Possibili vantaggi per le reti di piccole e medie imprese.

In precedenza abbiamo avuto moto di constatare come anche le reti di piccole e medie imprese, specialmente se strutturate nella forma di distretto industriale, siano, organizzativamente parlando, assimilabili a dei clan.

Riepilogando quanto visto a riguardo dei distretti, si può desumere che l’organizzazione in reti sociali, e quindi in clan, consente alle imprese di conseguire i seguenti vantaggi:

E’ spesso difficoltoso per le piccole e medie imprese sviluppare e gestire un adeguato sistema di integrazione business-to-business in grado di supportare un effettivo vantaggio competitivo nel lungo periodo, o addirittura implementare fabbriche virtuali. D’altra parte abbiamo osservato come le Reti Civiche siano un fenomeno tipicamente di clan e profondamente radicato nel territorio, che da vita ad una comunità virtuale specchio della comunità locale.

E’ quindi evidente che, al di là della possibilità di sfruttarle come un nuovo canale distributivo di tipo business-to-consumer, le reti di piccole e medie imprese dovrebbero guardare alle Reti Civiche come ad una concreta possibilità di implementare rapidamente e con costi molto contenuti dei sistemi informativi di supporto ai distretti industriali stessi; questo tipo di consapevolezza sembra iniziare, faticosamente, ad imporsi tra le piccole e medie imprese. Con l’ingresso massiccio nelle Reti Civiche, le piccole e medie imprese, infatti, si troverebbero a poter disporre di un’infrastruttura efficiente, conosciuta, testata e a costo praticamente nullo (anche se si potrebbe pensare ad un canone che ogni impresa versi alla Rete Civica) su cui implementare, senza rischi né investimenti rilevanti, tutte le soluzioni atte a perseguire i vantaggi visti poco sopra. Non solo: verrebbe drasticamente abbattuta anche l’incidenza delle problematiche inerenti la gestione della complessità tecnologica, dato che le caratteristiche tecnologiche del sistema (si pensa alla soluzione adottata da RCM: FirstClass + Web) lo rendono di utilizzo molto semplice, mentre tutti gli aspetti connessi alla complessità della gestione delle applicazioni dal lato server verrebbe completamente gestita in outsourcing (dalla Rete Civica stessa).

9. Classificazione delle funzionalità di una Rete Civica significative per le reti di PMI.

Dall’analisi congiunta delle particolarità della Rete Civica di Milano e delle implementazioni effettuate su di essa da diverse realtà imprenditoriali, sono state estrapolate le seguenti caratteristiche, ascrivibili in parte alle funzionalità del software adottato (FirstClass di SoftArc), e in parte alla struttura stessa della comunità virtuale presente su RCM, che potrebbero contribuire a fare di RCM una stuttura di supporto alle reti di PMI:
 
Caratteristiche di FirstClass
  • disponibilità degli strumenti di workgroup 
  • indipendenza dalle piattaforme client 
  • indipendenza dalle piattaforme server 
  • semplicità d’uso, gestione ed installazione 
  • economicità (è gratuito) 
  • possibilità uso su macchine obsolete 
  • perfetta integrazione con Web 
  • presenza di toolkit per creare applicazioni 
  • possibilità di controllo sul contenuto dei messaggi (moderatori)

 
Caratteristiche di RCM
  • struttura a rete di reti su più livelli 
  • comunità virtuale 
  • presenza della pubblica amministrazione locale 
  • presenza della Camera di commercio 
  • interazione diretta 
  • sviluppo bottom-up 
  • stretta relazione con la comunità locale 
  • staff tecnico preparato ed esperto 
  • possibilità di monitoraggio accurato dell’utenza 
  • non anonimato 
  • lingua italiana 
  • AIReC come realtà coordinante con altre comunità 
  • partecipazione viva degli utenti 
  • integrazione con il Web 
  • presenza aziende 
  • sistemi ipo/iper integrati
Fig. 10

10. La catena del valore e RCM.

Riprendendo quanto esposto nella matrice di fig. 9 e tenendo conto delle caratteristiche di RCM e di FirstClass di fig. 10, è possibile estrapolarne un’altra, che ci indichi se è possibile ravvisare in RCM le potenzialità derivanti dall’interazione con le comunità virtuali sopra elencate, e se esse siano già state sfruttate, se invece sono semplicemente presenti come potenzialità ancora inespresse, o se infine, necessitano uno sviluppo (fig.11)
 
Fase
Interazione con le comunità virtuali
RCM
fase 1
  • utenti appassionati
  • test durante lo sviluppo
  • sviluppabile
  • possibile
  • fase 2
  • coordinamento coi fornitori
  • fiducia
  • possibile
  • esistente
  • fase 3
  • ampliamento recettori segnali deboli
  • migliore integrazione con la catena virtuale
  • diminuzione del rischio
  • diminuzione costi del cambiamento
  • presenza e visibilità nella comunità locale
  • politiche di immagine
  • economie di scope
  • barriere all’ingresso
  • creazione di fabbriche virtuali
  • possibile
  • possibile
  • possibile
  • esistente
  • esistente
  • esistente
  • esistente
  • possibile
  • possibile/esistente
  • fase 4
  • relazioni pubbliche nella comunità
  • possibile
  • fase 5
  • recruiting 
  • arricchimento relazioni interpersonali
  • alfabetizzazione informatica
  • esistente
  • esistente
  • esistente
  • fase 6
  • utenti appassionati
  • sviluppabile
  • fase 7
  • interazione diretta con fornitori
  • possibile
  • fase 8
  • ---------------------------
  • -----------------------
  • fase 9
  • test di qualità con la comunità
  • possibile
  • fase 10
  • ---------------------------
  • -----------------------
  • fase 11
  • buona conversazione
  • rapporto diretto
  • globale e locale
  • sito corporate
  • imparare a comunicare
  • sperimentare
  • collaborazione città-rete
  • controllo comunicazione autogenerata
  • integrazione comunità virtuali
  • chancers PMI
  • diritti di proprietà
  • sicurezza
  • e-cash
  • esistente
  • esistente
  • esistente
  • possibile
  • esistente
  • possibile
  • possibile
  • sviluppabile
  • sviluppabile
  • esistente
  • sviluppabile
  • esistente
  • sviluppabile
  • fase 12
  • servizi interattivi mediante linee dirette
  • fiducia
  • feedback
  • esistente
  • esistente
  • esistente
  • Fig. 11

    Vorremmo qui sottolineare come non sia possibile avere un’esatta percezione delle reali interazioni presenti in RCM da una ‘visita’ superficiale della stessa. Solo la frequentazione assidua e la conoscenza approfondita di aree di discussione e utenti possono fornire l’esatta percezione della fitta trama di interrelazioni esistente nella comunità, che, per un estraneo, a prima vista, potrebbe sembrare ‘un complicato garbuglio di gente che chiacchiera’. In realtà è proprio in quelle apparenti chiacchiere che si cela la ricchezza e la possibilità di estrarre valore dalla comunità virtuale, che ricrea in formato digitale il senso di identità e le relazioni di tipo clanico delle comunità sociali reali, così caratteristiche della cultura italiana.

    11. Individuazione delle tipologie di reti di imprese che possono usufruire delle Reti Civiche come strutture di supporto alla competitività.

    Confrontando caratteristiche di RCM con le interazioni delle comunità virtuali con la catena del valore, abbiamo infine individuato le quattro diverse forme di reti di piccole e medie imprese indicate nelle figura, che possono prendere in considerazione l’idea di utilizzare le Reti Civiche come strumento di supporto alle loro attività.


    Fig.12

    In conclusione potremmo riassumere in una matrice i vantaggi offerti alle imprese dall’interazione con le Reti Civiche come segue (le croci, ovviamente, rappresentano la significatività dell’interazione tra vantaggio ottenibile e tipologia di network):
     

     
    TIPO di NETWORK
    Vantaggio ottenibile
    A
    B
    C
    D
    economie di scope
    +
    +
    +
    +
    diminuzione costi di transazione
    +
    +
       
    diminuzione del rischio
    +
    +
    +
    +
    fiducia
    + +
    + +
    + +
    + +
    diminuzione costi transazione PA
    +
    +
    +
    +
    immagine
    +
    +
    +
    +
    ricezione di segnali deboli
    +
    +
    +
    +
    innalzamento barriere all’ingresso
    +
    +
       
    diminuzione costi del cambiamento
    + +
    + +
     
    +
    comunità virtuale e transaz. b.t.c.
    +
    +
    +
    +
    Fig. 13

    Bibliografia citata.