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Maurizio Rotaris writes: >E continuano a chiamarli barbun >Il progetto >Unaltra Milano è possibile è il >motto della Bar Boon Band. E >anche nel 2009 il gruppo ha in >programma una serie di eventi che >cercheranno di rappresentare >laltra faccia della città, quella che >di solito viene nascosta dalle >sfilate di moda e dalle luci >sfavillanti della metropoli. Si parte >il 30 gennaio con un concerto che >inaugurerà il nuovo locale del >centro Sso Stazione Centrale, >sotto il primo tunnel dello scalo >ferroviario milanese. >Lappuntamento con la band, gli >homeless e i volontari è alle 20.30 >nel sottopasso Tonale-Pergolesi 4, >ingresso gratuito. Come già negli >anni scorsi, inoltre, sono in >programma alcuni appuntamenti >fissi come il festival dei cantautori, >il concorso di poesia e la festa di >primavera. Il gruppo è sempre >disponibile a esibirsi, dietro un >compenso che viene assegnato ai >più bisognosi della banda, così >come i proventi dei cd. Continua a >crescere, infine, il gruppo Bar >Boon Band su Facebook. Sono già >oltre 500 i sostenitori. > >Lattività >Quattro chiacchiere e >un cappotto, un tè >caldo e la voglia di >raccontarsi agli altri > >Silvia Cravotta >Milano >Ci sono molti modi per aiutare >chi vive ai margini della nostra >società. Gli si può offrire un >pasto caldo, qualche coperta e >un posto sicuro dove dormire. >Oppure dargli carta, penna e >una chitarra per aiutarlo a >esprimere quel mondo interiore >che la vita di strada, di >solito, costringe a tenere ben >nascosto. >Semplicemente artisti >Maurizio Rotaris ha scelto di >fare entrambe le cose. Responsabile >dal 1990 del centro >di aiuto Sos Stazione Centrale, >che fa capo alla Fondazione >Exodus di Don Mazzi, è anche >lideatore e il direttore artistico >della Bar Boon Band, il progetto >di musica e poesia che >coinvolge ormai una quarantina >di persone. Cè chi li chiama >ba r b o n i , c l o c h ar d o >senzatett o . Per Maurizio sono >semplicemente artisti con >storie difficili alle spalle, dipendenze >da alcol o droga, soggiorni >in carcere, divorzi finiti >male. «Per molti anni ci siamo >relazionati solo con gli aspetti >più brutti di queste situazioni >», spiega Rotaris dalla sede >di Sos, in piazzale Duca DA osta, >davanti alle fermate delle >navette che caricano i viaggiatori >diretti agli aeroporti di >Malpensa e Orio al Serio. La >sede è in fase di smantellamento >perché a breve sarà trasferita >in uno dei tunnel allin - >terno della Stazione. Nonostante >ciò, nel grande stanzone >è un via vai di gente che >viene a prendere un cappotto, >a chiedere una sistemazione o >semplicemente a chiacchierare >e ripararsi dal freddo. Oltre >un migliaio i senza fissa dimora >che ogni anno vengono aiutati >da Sos. «Fare di queste persone >i protagonisti del progetto >ha permesso di fare emergere >anche i loro lati più positivi >e armonici continua . >Chi si mette a raccontare di sé >cerca di offrire il meglio a chi lo >ascolta». >Storie randagie >Dalla sua nascita, nel 1995, ad >oggi, la Bar Boon Band ha prodotto >3 cd e alcuni videoclip. >La sua storia è stata raccontata >in un film, Randagi, in un documentario >per la Rai e in un >libro, Il rumore dei poveri (il >libro e i cd sono acquistabili su >offerta o scaricabili gratuitamente >allindirizzo www.retecivica. >mi.it/barbun). Alcuni >hanno anche pubblicato cd e >libri da soli, come il poeta di >strada Marco Faggionato, per >altri è stata semplicemente >una grande soddisfazione a livello >personale. Dalla strada al >palco, il gruppo si è esibito nelle >situazioni più diverse: in >stazioni, scuole, centri commerciali, >dirette televisive. >«Anche se non sempre è facile >gestire queste persone davanti >a una telecamera o in teatro >», spiega Maurizio. >Inutile cercare storie di >strada nei loro testi. «Se ne >parla poco, preferiamo raccontare >sensazioni, emozioni >o ricordi della vita passata >spiega Elisa Ceglia, cantante >del gruppo per avvicinare >lesperienza di chi vive in strada >a quella di tutti gli altri». >Anche perché, continua, «ormai >la distanza tra disagio e >normalità è sempre più ridotta, >basta davvero poco per ritrovarsi >in queste situazioni». >Dunque raccontare sentimenti >che accomunano tutti, >come crisi sentimentali o depressione, >per accostare due >mondi ancora così lontani. >Anche se alcuni membri del >gruppo, spiegano due di loro >durante lintervista, vorrebbero >poter raccontare le loro >storie personali. >Io penso positivo >«Quello che ci interessa è dare >una visione positiva di chi vive >per strada aggiunge Maurizio >. Non colorare di rosa queste >storie difficili ma raccontarle >con la dignità e il rispetto >che meritano, al di là del solito >solidarismo di facciata. E la loro >partecipazione è lanima del >progetto». Musica come terapia >contro il disagio, dunque. E >teatro. E poesia. Daltronde lo >diceva anche Cervantes, in >Don Chisciotte. Signora, dove >cè musica non può esserci >niente di cattivo. << >La ricetta >Bar Boon Band, la >musica, il teatro e la >poesia per combattere >il disagio sociale