Per inviare un messaggio nella conferenza SOS Stazione Centrale compilare il seguente modulo
E-Mail del
mittente:
Oggetto:
Testo:
Maurizio Rotaris writes: >Corriere della sera 6 dicembre 2008 > >MILANO: Rifugio per una ventina di senzatetto. «Ma all'alba >puliamo» >Il treno francese diventa un grand hotel per una ventina di senzatetto >La notte sul Tgv fermo in stazione: caldo e forno a microonde. >«Vigiliamo, anche la polizia sa» >MILANO «Questo posto è una cannonata». E quella >potrebbe essere una bomba. Si mangia (quel che resta), si dorme (quanto >basta), soprattutto si sopravvive gratis sul Tgv che entra in stazione >Centrale di sera, resta fermo la notte, riparte il mattino. E già >«che siamo ospiti e siamo trattati bene », Antonio e Ludi danno >una mano. Fan la guardia. Sale un ragazzo, africano. Ha una valigia, una >bella valigia. «È tua?», gli domanda Antonio. >«No», e la butta a terra, scappa via. «Sarà una bomba? >Chiamo gli agenti». Gli agenti? Lei qui non può stare, la >denunceranno... «No, vedrai». E infatti, controllo; niente >ordigno; grazie e buonanotte. Dice Angelo Serafino, sbirro all'antica e >capo lombardo della polizia ferroviaria, che «noi siamo al servizio >della legge e >della gente. La povera gente». >E quanta povera gente si mischia su questo Tgv Milano-Parigi, atteso per >tutto il giorno tra una mensa per i barboni e un McDonald's dove «puoi >far la pipì senza dover per forza prendere un caffé». Sono >una quindicina, certe volte crescono a venti. Italiani, stranieri. Ancora >deve scendere l'ultimo passeggero che Antonio e Ludi, sono le 23.15, >salgono. Avanzano buttando occhiate sui sedili sia mai abbiano abbandonato >patatine o giornali. Entrano in cucina. C'è un forno a microonde, per >scaldare un panino comprato fuori, alla macchinetta. C'è un >fornellino, basta tirar fuori una pentola, metter su la pasta. Con calma. >Senza fretta. Gli altri dormono. Il riscaldamento è acceso. Siamo in >prima classe. Ludi, 26 anni, s'è rannicchiata per addormentarsi. >Antonio, di sei anni maggiore, racconta d'aver fatto po' di lavori. >«Un giorno sono rimasto senza occupazione. E sono precipitato. Ci >vuole un niente. Finisci i soldi». E finisci per >strada. «I treni? E dove dovremmo andare? Bisogna giusto evitare i >grandi depositi, troppi stranieri, una paura... Rapinarci? Rapinarci di >cosa, se non abbiamo niente?». >Antonio & Ludi. Vicini di sedile. Innamorati. Sieropositivi. «Mi >chiedi se mi do da fare per cercar lavoro... Tanto, chi mi assume? Sono >malato. Non mi vogliono. Temono il contagio, pensa te, ancora nel 2008... E >se sto via, chi si occupa di Ludi?». Di Ludi, questo giornale già >s'era occupato. Nel '94. Si parlò di lei bimba nata malata, con la >mamma sieropositiva che morì presto, poi morì anche il papà, >rimase l'anziana nonna al suo fianco... Un cronista scrisse, Milano lesse e >si commosse, si diede da fare. Quasi quindici anni dopo, cos'è >cambiato, Ludi? C'è un rumore di aspirapolvere, gli addetti alle >pulizie bestemmiando contro la cooperativa che li tiene a 978 euro mensili >passano sui vagoni, c'è un albanese, tra qualche ora, all'ora in cui >si scenderà, raccoglierà le briciole sul sedile, «se trovano >sporco danno la colpa a quelli delle pulizie, non è giusto, loro ci >lasciano in pace». A mezzanotte >un macchinista spinge il Tgv mezzo chilometro più avanti, lo >parcheggia su un binario morto. «I passeggeri della notte? Lo >sappiamo. E lo sa la polizia, che fa un mucchio di controlli. Capitano >sbandati, delinquenti, e li cacciano presto. È una città sempre >più cattiva e bastarda, Milano. Ma chi dorme qui...». Qui l'alta >velocità è questa: «Due mesi fa, giuro, un barbone ha >rincorso un passeggero francese che aveva dimenticato l'ombrello». >Andrea Galli >06 dicembre 2008