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Maurizio Rotaris writes: >Il Giorno 28 dicembre 2008 > >LA SOLIDARIETA' SCALDA L'INVERNO >Un volontario di 'Sos' racconta il suo impegno >"Togliamo dalla strada tanta gente in difficoltà" > >Milano, 28 dicembre 2008 - Mai perdere la speranza, il recupero è >sempre possibile. Così la pensa Maurizio Rotaris, 54 anni, impegnato >da 25 ad aiutare persone che vivono in un tale stato di emarginazione, da >non riuscire a chiedere aiuto. Lui sa bene quali meccanismi scattino, >perché ha alle spalle una vita di strada, scandita da eccessi. Finito >il periodo buio, ha cominciato a occuparsi di tossicodipendenti e da 18 >anni, in Stazione Centrale, dirige Sos, associazione della fondazione >Exodus di don Antonio Mazzi. Ha messo assieme la Bar Boon Band composta da >senza tetto e volontari. Il gruppo è pronto a regalare allegria, come >sono pronti a Sos a dare una coperta a chi non regge il gelo di questi >giorni. > >Qual è lapproccio per riuscire ad aiutare chi non sa di averne >bisogno? >"Lintervento attivo. Bisogna andare incontro a chi è in >condizioni difficili, non aspettare che sia lui a farsi vivo. Se lo >facesse, significherebbe che ha identificato il problema ed elaborato una >soluzione. Il servizio tradizionale era, ed è, impostato >sullattesa, ma un tossicodipendente, un malato psichico, un alcolista >arriva al servizio, se portato". > >Sos cosa fa? >"Lavoriamo per incontrare le esigenze delle persone in >difficoltà, forniamo un servizio di ascolto e orientamento. I >volontari entrano nella fase viva del problema". > >Quante persone ha incontrato in questi anni? >"Decine di migliaia". >I successi ci sono? >"Certamente. Abbiamo persone che hanno compiuto un percorso di >riabilitazione e cambiato lo stile di vita. Indicherei tre tipologie: chi >ha risorse e riesce a recuperare in fretta, chi impiega più tempo, >magari riprovando, e chi riesce a mantenere un equilibrio e non degradare. >Questultimo non è un obiettivo marginale, perché vuol dire: >no droghe, no alcol, no depressione. Purtroppo cè anche chi non >ce la fa". >Ricorda un caso finito bene? >"Su trentamila è difficile. Sono stato più colpito da >situazioni in cui non avrei mai previsto il riscatto. Sono state >riabilitazioni miracolose. A volte la vita dà sorprese. Ecco, >cera una ragazza sieropositiva, violentata da un medico, poi >condannato a 8 anni di galera. Era rimasta incinta. Era calva, sporca, >lavevano soprannominata la Fantozzi. Lho >reincontrata dopo tre anni, portava la parrucca e aveva la dentiera. Non >lho riconosciuta, mi ha salutato lei. Lavorava per unimportante >rivista di moda. Era riuscita a tenersi la figlia. Non so più niente >di lei, ma ha avuto il suo periodo di riscatto. Sono abituato a diagnosi >preventive, per lei non avrei scommesso un centesimo. Invece". >Mai perdere la speranza? >"Ecco, è la sintesi" >Casi meno gravi? >"Ce ne sono e non vanno trascurati. Le piccole crisi devono essere >viste come inizio. È difficile trovare aiuto come un amico o una rete. >Ultimamente, la crescita della povertà è un elemento ricorrente. >Le vite cambiano e arriva la catastrofe. La gente tende a distaccarsi, >è lesorcizzazione sociale, eppure può succedere a tutti di >perdere la casa, il lavoro, la famiglia". >Come avviene il recupero? >"Si comincia con una serie di supporti: sussidi, tirocini lavorativi, >una casa popolare". >Milano ha sempre il cuore in mano? >"Ho realizzato un blog Expoveri 2015, con riferimento allExpo. >Non lo guarda nessuno. Milano sembra una città con grandi >investimenti, che non si preoccupa di chi sta peggio". >di Albina Olivati