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SALUTIAMO GIANNI CON LE PAROLE DI FEDERICO GIANNI GANDOLA È MORTO MA VIVRÀ E LOTTERÀ SEMPRE INSIEME A NOI di Federico Niccoli ------------------------------------------------- È larticolo più difficile che scrivo per il nostro giornale. Non avrei mai immaginato di doverlo fare. È morto Gianni. Per me, per i dirigenti scolastici, per gli insegnanti, per gli operatori della scuola, per il sindacato flcgil e per lAndis insieme a Gianni se ne va un pezzo importante della nostra vita personale e professionale. Insieme a tutti i suoi compagni di vita e di avventura professionale, Gianni ha attraversato con la passione tenace e la competenza notevole che lo contraddistinguevano tutte le innovazioni della scuola italiana soprattutto a partire dalla nascita del tempo pieno e a seguire della legge 517/77, della integrazione/inclusione degli alunni in situazione di handicap, dellintegrazione degli alunni stranieri. Dovunque ci fosse un bisogno educativo speciale da difendere , là trovavi Gianni a litigare con mezzo mondo per affermare i diritti sacrosanti degli studenti non sempre gratificati della doverosa accoglienza da parte delle cosiddette superiori autorità. La sua stella polare era il diritto pieno e incontrovertibile degli alunni (di tutti e di ciascuno) al successo formativo, ad una prestazione qualificata di operatori qualificati in una scuola pubblica di qualità. Non ha fatto Gianni, non abbiamo fatto mai sconti a nessuno non solo ai governi di centro destra, ma anche a quelli di centro-sinistra, ai dirigenti degli Uffici regionali e provinciali e, in qualche occasione, ai nostri stessi vertici sindacali tutte le volte che si registravano attacchi espliciti alla scuola pubblica di qualità o anche cerchiobottismi compromissori. Larchivio di Scuola oggi è fedele testimonianza delle battaglie di Gianni (da solo , con me, con Fabrizio da Crema, con altri amici e compagni) a caparbia difesa del lavoro serio degli operatori scolastici con i quali ha/abbiamo lavorato senza risparmiare critiche agli estremisti della stessa nostra parte professionale, ricevendone non poche volte ingiuste reprimende. Perfino nella difesa intransigente del tempo-pieno (la nostra creatura più amata) Gianni ha sempre mantenuto la lucidità necessaria : non si è fatto mai trascinare dalla sola mozione degli affetti, ma ha sempre invitato tutti gli operatori a distinguere il grano dal loglio. Mi vengono i brividi a pensare che dora in poi, quando avrò voglia/necessità di scrivere di fatti di scuola non potrò più farlo insieme a Gianni. Negli ultimi anni Letizia Moratti, prima, e MariaStella Gelmini poi ci hanno fatto ringiovanire. Il loro tentativo esplicito ed implicito di fare terra bruciata di tutta la storia pedagogico-didattica innovativa della scuola pubblica italiana ci ha costretto a combattere con la stessa determinazione degli anni in cui partecipavamo alla costruzione di quella storia. Non ricordo neppure a quante decine di assemblee di genitori ed insegnanti siamo stati invitati per discutere degli attacchi delle due signore al tempo-pieno, allintegrazione , ai bilanci delle scuole pubbliche , ai tagli selvaggi degli organici. Abbiamo sempre incontrato migliaia di utenti della scuola decisi a non cedere ai soprusi. Senza alcuna enfasi, credo che tutti quelli che hanno conosciuto ed amato il nostro collega scomparso riconosceranno che , se la provincia di Milano ha resistito meglio di altre zone al declino della scuola di qualità, un riconoscimento particolare vada a Gianni Gandola. Non saprei cosa altro dire in questo momento di angoscia e di profondo dolore. Spero solo che tutti quelli che, come me, hanno amato Gianni sappiano raccogliere il testimone di una carriera tutta svolta allinsegna dellimpegno perché non uno di meno avesse il sacrosanto diritto alla sua parte di successo formativo. Riposa in pace amico, compagno , fratello.