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darman@fastwebnet.it,RCM Service GW on venerdì 5 giugno 2009 at 22.16 +0000 wrote: chi ha paura dell'IRC? Costoro sono docenti, non ragionieri prestati dal Vaticano per "stordire" poveri pargoli! ed il concorso "speciale" di cui si parla è un concorso pubblico statale, non un esamino formulato da una "massoneria" intenta a destabilizzare la scuola "laica"......è proprio vero IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI....e che brutti sono quelli generati dall'ideologia becera!!! Non so se ha senso rispondere a qualcuno che scrive dal web e pertanto non si firma e non si presenta. Comunque il problema non è chi ha paura dell'IRC, l'IRC c'è da sempre e non fa paura, se mai dà fastidio come danno fastidio tutti i privilegi. In una scuola pesantemente tagliata e con classi sempre più numerose, nemmeno un euro di taglio è andato a carico dell'IRC. Nel liceo dove insegno l'accorpamento obbligatorio delle classi sta creando ben tre perdenti posto fra docenti di matematica, inoltre saranno perdute alcune cattedre di italiano e altre. Nemmeno un docente di IRC invece perderà il posto, perché - come è noto - anche se un solo studente di una classe si avvale dell'IRC, non può essere accorpato ad altre classi. I docenti dell'IRC possono avere classi anche di un solo studente (normalmente infatti almeno la metà della classe non si avvale, ma loro non rischiano il posto, come i loro colleghi di altre materie). Gli studenti cattolici hanno il privilegio di un insegnamento confessionale della loro religione a carico di tutti i contribuenti. I soldi per organizzare i corsi di materie "alternative" invece non ci sono, neppure quando sono richiesti dai genitori (come nel caso del liceo dove insegno io) i collegi docenti o i presidi in prima persona fanno in modo di non organizzarli perché "non ci sono i soldi" e di scoraggiare chi vorrebbe progettarli con accuse anche pesanti e offensive di voler "indottrinare" gli studenti. Mi è capitato proprio così, e io non sono un'eroina da combattimento: se la mia proposta non è gradita non insisto. Non mi va di subire attacchi personali e offensivi. Non vi è stato nessun tentativo di discutere i contenuti del corso, che potevano essere modificati, ma solo accuse personali e offensive da parte di quella parte di docenti cattolici che si è sentita "offesa" solo dalla proposta di un corso diverso. Chi ha paura dei corsi di etica laica? Dopo lunga discussione il collegio aveva almeno deliberato che gli studenti non avvalentisi invece di girovagare per la scuola potessere studiare in un ambiente a loro dedicato, con la presenza di un insegnante, ma nemmeno per questo ci sono stati i soldi, la delibera non ha avuto corso, perché mancava del tutto la volontà politica di applicarla. Infine al di là di tutto vale la favola di Fedro: il lupo e l'agnello. L'agnello stava a valle e il lupo lo accusò di intorbidargli l'acqua, l'agnello gli fece notare che non era possibile, ma il lupo se lo mangiò lo stesso. Parlo per esperienza, non per ideologia. A meno che il fatto di non essere e non voler essere cattolica e di non voler educare i figli e/o gli studenti nei Valori del cattolicesimo sia già considerato un atto ideologico. elena