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marti.dellarosa@gmail.com,RCM Service GW writes: >09/12/2009 18:38:45 > >Prendo spunto da alcune vicende che hanno coinvolto docenti, e >presidi di alcune scuole di Milano e in particolare voglio rispondere anche >se in ritardo ad alcuni articoli apparsi recentemente sulla stampa milanese >che riportavano l'appello di un procuratore che invitava i docenti a >segnalare episodi relativi ad un abuso, incolpando anche la categoria >degli insegnanti per un eccessivo corporativismo, un corporativismo che nel >mondo della scuola almeno in quella milanese sembra non esistere, >come non esiste la difesa ad oltranza del proprio Istituto scolastico: >siamo dei professionisti e non pensiamo che per il buon nome della >scuola si possa difendere o coprire persone che compiono atti >di abuso sui minori (siano essi colleghi di scuola o parenti del minore )! > >La verità è che la vita in una comunità scolastica è >molto complessa ( quante volte ci siamo personalmente ritrovate davanti a >episodi basati su voci poi verificatesi infondate) ; questa >complessità aumenta nelle zone di periferia ( non a caso si parla di >scuole a rischio) dove ai lavoratori della scuola vengono richiesti >dall'utenza compiti diversi non solo maestri dei loro figli ma anche >confidenti e perché no, anche psicologi ecc Così spesso ci >ritroviamo a "educare", spiegare, fare chiarezza e i nostri >pensieri e le nostre azioni che non sempre vengono capite. > >Siamo convinti che i minori vadano tutelati, ma noi , insegnanti e >dirigenti , abbiamo i mezzi e gli strumenti per affrontare sospetti o >voci? >Sicuramente dobbiamo assumerci la responsabilità di segnalare alle >autorità gli episodi di cui siamo direttamente a >conoscenza, ma cosa dobbiamo fare se non ci sono elementi fondati da >indurre a ritenere che il fatto sia accaduto? Non è forse il caso di >acquisire informazioni più complete e certe prima di segnalare? > Una recente sentenza ci insegna che la segnalazione >del sospetto di abuso rappresenta un atto obbligatorio e che espone a >precise responsabilità anche penali, in caso di omissione, ma non >pensate che sia importante avere più di un sospetto > o una voce per segnalare un abuso su minori? Il "sentito >dire" può essere l'oggetto di una segnalazione? Non >assomiglia tutto ciò ad una delazione? >Esiste una procedura da seguire , che eviti traumi alle persone coinvolte > ma che nello stesso tempo cauteli anche il personale >scolastico da una precipitosa segnalazione e da eventuali conseguenze > anche penali (vedi il caso Basiglio)? > Altro punto da chiarire: >un docente può comunicare solo verbalmente, rifiutandosi >di mettere per iscritto l'eventuale segnalazione all'autorità >superiore, ? >La richiesta di uno scritto che la maggioranza dei presidi richiede al >momento di una segnalazione può ritenersi legittima >o possiamo rifiutarci? >E se ci rifiutassimo di mettere per iscritto , dobbiamo ritenerci in ogni >caso corresponsabili di una eventuale precipitosa segnalazione o di una >mancata segnalazione da parte del dirigente? >Che tipo di comportamento siamo tenute ad avere in di fronte a voci >di abusi? >Non è per corporativismo che si tace nella scuola, ma per la paura di >accusare infondatamente un collega, perché una voce può >condannare una persona, ma se la voce risultasse infondata?! >E se decidiamo di procedere, lo faremo con una segnalazione o >una denuncia. >Quando utilizzare la prima e quando la seconda? L'autorità giudiziaria >come si attiva rispetto ad entrambe: intercettando le telefonate, mettendo >telecamere, allontanando immediatamente il sospetto, facendo entrare un >loro uomo all'interno dell'Istituto? È sufficiente una segnalazione >per allontanare immediatamente il lavoratore sospettato o >è la denuncia che fa scattare la procedura di allontanamento? >Altra domanda : chi sono le autorità competenti a cui trasmettere >l'eventuale segnalazione? >Presso quali sedi ci si dovrà recare per segnalare? >Nell'ufficio del Commissariato di Zona dove un qualsiasi appuntato riceve >le denunce di furti e scippi o in caserma dai > Carabinieri ? oppure esiste un ufficio, magari presso il >Tribunale dei minori, con personale preparato alla >problematicità e delicatezza del caso ? > E se esistono queste sedi con personale specializzato , perché >il personale scolastico non ne è informato? > >Queste erano le domande di alcuni mesi fa, domande che mostravano e >mostrano ancora oggi in quale mare di titubanze e dubbi si trovino immersi >i docenti , al fine di tutelare meglio i minori ma anche al >fine di tutelare gli stessi lavoratori della scuola. Molti di noi erano >convinti di ricevere risposte precise dal Seminario organizzato per i >presidi da ANDIS e CGIL, ma aspettiamo ancora di leggere le conclusioni di >quella giornata, che forse dovrebbero essere maggiormente pubblicizzate. > Martina >Dellarosa ( insegnante scuola primaria) >