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Alessandro Rizzo writes: >I delatori non tardarono a mettersi in moto e sotto certi aspetti >anticiparono il diritto pubblico, denunciando comportamenti che solo in una >fase successiva furono sanzionati come reati, come il possesso di un >apparecchio radiofonico o lassunzione di personale di servitù di >"razza ariana". > >Trieste fu uno dei luoghi nei quali maggiormente si esercitò il >rituale della delazione. Una campagna dodio fu orchestrata dai >fascisti triestini che sfruttarono il malcontento e linsofferenza >generati dallarrivo di centinaia di ebrei fuggiaschi dal Reich. Fin >dallestate del 1938 partirono memoriali anonimi indirizzati al >ministero dellInterno per segnalare persone da "eliminare", >così come non mancarono scritte murali inneggianti a Hitler e alla >politica di discriminazione razziale. Anche chi, tra mille cautele, era >riuscito a mantenere un minimo di attività lavorativa e di vita >sociale, veniva immediatamente segnalato. > >Denunce e delazioni riguardavano anche episodi marginali: una lettera >anonima al questore di Ancona segnala che a Falconara Marittima >" un ebreo, tale Fornari Mario, avrebbe potuto installare > un apparecchio telefonico facendolo intestare a nome della donna di >servizio", il Fornari, in seguito, fu deportato ad Auschwitz, dove >morì nel 1944. > >Tra lestate 1940 e la caduta di Mussolini circa 400 ebrei italiani >antifascisti e 6.000 ebrei stranieri furono internati in campi di >concentramento o confinati. Linternamento spesso dipendeva da >comportamenti privati segnalati per via anonima alle autorità. > >Fu l8 settembre 1943 a segnare però un vero spartiacque tra la >fase della negazione dei diritti e quella della persecuzione contro la >vita, con lavvio delle deportazioni su larga scala. > > >http://www.anpi.it/delatori.htm