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Alessandro Rizzo writes: >----- Messaggio Originale ----- > > giovedì >14 giugno 2007 7.41.29 >Messaggio >Da: "Associazione >La Conta" <laconta@interfree.it> >Oggetto: Invito alla >proiezione del film "BELLISSIME"(II° Parte) di Giovanna >Gagliardo, de >A: "associazione >la conta" <laconta@interfree.it> >Allegati: Attach0.html 55K >Scheda di presentazione >del.doc 31K > >Desideriamo invitarVi a partecipare alla proiezione del >film BELLISSIME" (II° Parte) - >di Giovanna Gagliardo - Italia 2006, sesto ed >ultimo appuntamento della Rassegna di Film "LA FORZA DELLE >DONNE" - II° edizione - La condizione della donna nei >paesi e nelle culture del mondo, organizzata dall'Associazione La >Conta in collaborazione con l' ARCI Martiri di Turro, che ci >sarà, con ingresso gratuito, >lunedì 18 giugno 2007, alle ore >21.00, al Circolo ARCI Martire di Turro - Via Rovetta 14 a >Milano, come meglio indicato nella copia del volantino che riportiamo in >seguito. > >In particolare saranno presenti alla serata Gianella Sanna, docente di >lettere che ci parlerà del film e di alcuni argomenti dello >stesso e Francesca Zajczyk , docente di sociologia, >che ci parlerà, tra l'altro, del suo libro "La resistibile >ascesa delle donne In Italia - Stereotipi di genere e costruzione di >nuove identità" (ed. Il Saggiatore) pubblicato di recente. > > >Vi siamo grati se vorrete dare diffusione elettronica >all'iniziativa di cui sopra e/o diffondere la stessa tra le persone >che ne possono essere interessate. Vi ringraziamo in anticipo. > > >Ciao, > >Associazione "La Conta" > > > > > > >lAssociazione La Conta > >Storie e culture di genti del mondo > >VI INVITA alla RASSEGNA DI FILMLA FORZA DELLE DONNEII° >Edizionela condizione della donna nei paesi e nelle culture del >mondo Lunedì 15 gennaio 2007bellissime >I° Parte ( Il novecento visto dalla parte di lei) >di GIOVANNa GAGLIARDO - Italia - 2004 > > > >Presenta la serata > >MARINELLA SANVITO - ASSOCIAZIONE DONNE IN NERO > > >Lunedì 19 FEBBRAIO 2007 TI DO I MIEI OCCHI >di iCIAR BOLLAIN - SPAGNA - 2003 > > > > PresentaNO la serata: > >MARISA FERRARIO CPS CENTRO PSICO-SOCIALE DI MILANO > >assunta sarlo - usciamo dal silenzio > Lunedì 19 MARZO 2007 >LA BESTIA NEL CUORE > >di CRISTINA COMENCINI - ITALIA 2005 > Presenta la serataMICHELA ZUCCA ANTROPOLOGA >Lunedì 16 APRILE 2007 >GIOVANNA" > >di GILLO PONTECORVO - ITALIA - 1955 > >Presenta la serata >GIOVANNA GULLI - sociologa > Lunedì 21 MAGGIO 2007 >"SILKWOOD" > >di MIKE NIKOLS - sTATI UNITI D'AMERICA - 1983 > Presenta la serataMARINA COSTA STUDIOSA >AMBIENTALISTA > > Lunedì 18 giugno 2007 bellissime II Parte( Il >novecento visto dalla parte di lei) >di GIOVANNA GAGLIARDO - Italia - 2006 > > > >PresentaNO la serata > > > >GIANNELLA SANNA - DOCENTE DI LETTERE > >e > >FRANCESCA ZAJCZYK DOCENTE DI SOCIOLOGIA > ALle ore 21,00 AL ARCI Martiri di Turro Via >Rovetta, 14 Milano INGRESSO GRATUITO > > >LA RASSEGNA E' REALIZZATA IN COLLABORAZIONE >CON IL CIRCOLO ARCI MARTIRI DI TURRO - mILANO > Info: Ass.ne La Conta ONLUS Via >Bagutta, 12 Milano e mail: laconta@interfree.it web: >"ttp://laconta.interfree.it - o O o - > > >BELLISSIME Seconda parte - Regia di Giovanna >Gagliardo - Italia - 2006 > > > >Bellissime (seconda parte) è un film di repertorio: immagini >d'archivio, spezzoni di film, fotografie, canzoni e voci femminili che >percorrono "dalla parte di lei", le vicende storiche che hanno >segnato il nostro Novecento. Un secolo di immagini che, soprattutto un >questa Seconda Parte, (dagli anni Sessanta ad oggi) vedono la donna molto >spesso protagonista: dalle prime "ragazze madri" orgogliose della >loro "irregolarità" coniugale, alle adolescenti in >minigonna, fino alle piazze occupate dalle manifestazioni femministe degli >anni settanta. Voci di autorevoli donne in politica, come Tina Anselmi che >rivendica le "buone leggi istituzionali" a favore della >parità di diritti tra uomo e donna, voci di vittime come Gemma Capra >strappata alla "normalità famigliare" cui aspirava >dall'attentato al Commissario Calabresi e voci di donne al potere. Ma anche >il costume che muta L'aspirazione ad una bellezza femminile >tutta nuova che ridisegna una donna in grado di coniugare emancipazione ed >eleganza. la TV che ci plasma, il cinema che ci interroga, le >canzoni che assecondano i desideri più inconfessabili. Cinquanta anni >di cambiamenti che hanno visto la donna con l'uomo per cambiare il mondo, >contro l'uomo per cambiare se stessa, e di nuovo accanto all'uomo nella >difficile scommessa di una parità che sappia valorizzare le >differenze. (Fonte Internet) > > >BELLISSIME - Prima parte Regia di Giovanna >Gagliardo - Italia - 2004 > > >Bellissime è il racconto per immagini del cammino della donna >italiana, durante il ventesimo secolo. Documenti storici dellarchivio >luce, spezzoni di film, canzoni popolari e interviste fanno da tessuto alla >trama della grande avventura femminile che in cento anni, ha ridisegnato la >propria immagine e il proprio ruolo nella famiglia e nella società. >Bellissime è il riassunto corale di tante voci femminili che hanno >attraversato il secolo con le loro proteste, le loro rinunce, i loro >eroismi e le loro attese. Bellissime sono le donne sconosciute e quelle >celebri, le canzoni che cantano e le arie dopera che gorgheggiano, i >vestiti che indossano e le violenze che subiscono. Bellissime sono le >nostre madri e le nostre nonne che hanno preparato il terreno ai nostri >privilegi e alle nostre conquiste. Bellissime è un video, uno spot >lungo centanni che ha solo lambizione di coniugare >laria del tempo con il tempo che cambia e che ci spinge a >cambiare. (Fonte Internet) > > >TI DO I MIEI OCCHI di Iciar Bollain Spagna - 2003 > > >Una giovane e terorrizzata mamma prepara velocemente una borsa, prende suo >figlio e scappa di casa. Questo è l'inizio del doloroso e meraviglioso >ritratto di una donna che si ribella alla violenza domestica perpretata dal >marito. Pilar era una piccola sognatrice, che andando avanti nella vita >è costretta a crescere, a superare e a dimenticare. Prima il rapporto >con il padre, l'assoluta mancanza di personalità della madre, la fuga >nel Regno Unito della sorella. Quando aveva incontrato Antonio, sembra >dirci la foto del suo matrimonio, aveva finalmente incontrato la sua >serenità, la felicità. Ma Antonio è un uomo piccolo, >violento, senza sogni e senza desideri, bisognoso d'infinito affetto, >d'esser accudito ed amato costantemente. Quando si sente trascurato, la sua >insicurezza gli acceca il cuore e la ragione, e i suoi sfoghi (che non >vediamo >che accennati), lo portano ad una violenza che odia. Ma Pilar non ne >può più, e pur amandolo alla follia, pur avendogli donato se >stessa, le sue mani, i suoi seni e i suoi occhi, lo abbandona. Antonio non >si dà per vinto e cerca di vincere se stesso, cominciando a >frequentare un corso d'assistenza sociale contro la violenza familiare, >dove conosce uno psicologo e persone come lui, che lo aiutano a capirsi e a >controllarsi. Pilar vede e riconosce i suoi sforzi di cambiare, e come >sempre finisce col credergli, con l'abbandonarsi a lui, alla sua >solitudine, alla sua tenerezza, per affrontare la sua infelicità, la >sua disperazione. Ma quando capisce che c'è qualcosa di più che >vuole fare della sua vita, quando comincia a capire che le >piace lavorare, che le piace l'arte e descrivere quadri, e che le >piacerebbe abbandonare Toledo per trasferirsi a Madrid, la gelosia, la >frustrazione di Antonio diventano nuovamente incontrollabili. E con loro la >sua violenza. > >"Ti do i miei occhi" è un film bellissimo, che lascia >attoniti e coinvolge fin dalla prima inquadratura. Laia Marull e Luis >Tosar, i due protagonisti, sono eccezionali. Soprattutto Laia manifesta il >terrore nei suoi occhi ed il tremare delle sue mani, la sua difficoltà >nel crescere, il suo viaggio psicologico, con una lavoro attoriale >stupefacente. La violenza, per tutta la durata del film, è più >psicologica che fisica, tanto che non vediamo mai i segni dei >maltrattamenti sul corpo e sul volto di Pilar, in contrasto con quanto >dicono i referti medici. Si tratta di un vero e proprio "terrorismo >domestico", come si affretta a specificare la regista Iciar Bollain, >che tanto ha voluto questa storia da spingersi a coprodurla. Il lavoro di >sceneggiatura è perfetto, salvo per lo schieramento istintivo che lo >spettatore attua >immediatamente nei confronti di Laia e della sua disperata paura, anche se >il tentativo di crescita, tenero e doloroso, che mette in atto Antonio, >dà a tutti la speranza che le cose si possano aggiustare. Ma un amore >malato non si può guarire. Un amore terrorifico non si può >più vivere. Grande anche la struttura narrativa e lo spessore degli >attori secondari, soprattutto quello della sorella e quella dello >psicologo. La storia è molto forte, commovente, e mette in scena >persone vere, con insicurezze, paure e coraggi che non sembrano affatto >partire dalla penna di qualcuno. Un grande lavoro anche di ripresa, dove la >macchina, pur non essendo mai in movimento eccessivo, dà il senso >delle cose, degli spazi, del dolore, della vicinanza, della speranza e >della sensualità, senza mai farsi protagonista. Fotograficamente la >pellicola è piuttosto omogenea e non cerca l'effetto, ma molto belle >sono le illuminazioni degli interni e delle scene al >museo, dove la luce negli occhi di Laia è più vivida che mai. >Montaggio e colonna sonora fanno il loro dovere, senza eccedere, senza >strappare la scena alla splendida Laia Marull e a tutti gli altri >protagonisti. Un film da vedere assolutamente. (Fonte Internet) > > >LA BESTIA NEL CUORE Regia di Cristina Comencini - Italia - 2005 > >È stata violata Sabina, come Daniele, suo fratello, prima di lei. >Abusata dal padre, condannata dal silenzio della madre. Ma Sabina tutto >questo non lo sa, non lo sa ancora mentre, nella sala di doppiaggio, dove >lavora, presta la sua voce a una giovane donna stuprata in un film per la >televisione. Urla, Sabina, si difende al microfono e subito dopo torna a >sorridere al collega che le ansima accanto. Ma poi una notte, dentro un >sogno, accade una cosa terribile e Morfeo la consegna all'orrore di un >fatto rimosso. La morte dei genitori e la gravidanza desiderata ma inattesa >costringono la donna a un viaggio oltreoceano dove vive e si nasconde quel >che >resta della sua famiglia, un fratello ferito dalla stessa >"bestia". Daniele, silenzioso e rassegnato, che parla di >architettura, del tempo e della natura soltanto per anticipare o >addirittura eludere il dolore della sorella, arrivato fino a lui per >interrogarlo. >Chi scrive è profondamente convinto dell'impossibilità di >raccontare o, nel caso specifico, di portare sullo schermo senza >difficoltà un tema complesso come quello dell'incesto e delle leggi di >parentela, marcati, come sono, da un'interdizione sacra. Questa >complessità non ha comunque impedito ad artisti alti e >"tragici" di rappresentare il tabù e di mostrare la violenza >dell'origine. Ora, della ripugnante distorsione che comporta oltrepassare >il tabù dell'incesto riferisce, senza riuscirci, il film della >Comencini "maggiore". In perfetta linea col cinema italiano visto >a questa sessantaduesima mostra sulla laguna, l'opera in questione >semplicemente intrattiene. E in questo non ci sarebbe davvero nulla di >male, il cinema deve saper fare anche quello ma non quando sceglie un >soggetto così tragico come quello di >un'identità sviata dal desiderio del padre. Il diritto negato a un >fanciullo di essere oggetto d'amore dei genitori, la denudazione del suo >corpo e della sua anima conducono a una sorta di terra di nessuno che >questo cinema non riesce minimamente ad avvicinare, contenere, >interpretare. Il film minimizza la portata dell'incesto mischiando il >dramma di Sabina e Daniele con drammi esistenziali di portata decisamente >minore: tradimenti, infedeltà, amori saffici. Un esempio? Il >chiarimento nell'epilogo fra Giovanna Mezzogiorno e Alessio Boni (compagni >nel film) dove due dolori profondamente diversi (il senso di colpa >dell'uomo per averla tradita e la rivelazione della violenza paterna subita >dalla donna) vengono sfacciatamente messi a confronto, quasi ridimensionati >e risolti l'uno nell'altro. A costo di apparire integralista ritengo che la >disperazione umana segua una rigida gerarchia che chi non conosce dovrebbe >trattenersi dal raccontare. (Di Marzia Gandolfi - Fonte >internet > > > > >GIOVANNA di Gillo Pontecorvo - Italia - 1955 > > >Giovanna è una giovane operaia tessile che lotta con le sue compagne >per la difesa del posto di lavoro. Il film che ne racconta la storia si >ispira a una vicenda realmente accaduta, e le operaie che ne furono >protagoniste rappresentano se stesse. >Siamo in Toscana, nei primi anni del 1950. La direzione di una fabbrica >tessile decide una serie di licenziamenti. Ma Giovanna e le sue compagne >non accettano la decisione padronale e occupano lo stabilimento: non ne >usciranno, proseguendo il lavoro, fino a quando i licenziamenti non saranno >revocati. E' un'iniziativa che suscita entusiasmi, preoccupazioni, >problemi... Per Giovanna uno dei problemi è anche quello >dell'incomprensione di suo marito, un operaio comunista, che non >capisce e non condivide la decisione presa dalle lavoratrici. La reazione >padronale non si fa attendere: viene interrotta l'erogazione di energia >elettrica allo >stabilimento. Per sopperire alla mancanza di elettricità le operaie >cercano di effettuare clandestinamente un allaccio con una fabbrica vicina. >E' proprio durante questa operazione che Giovanna ha modo di incontrare il >marito e di avere con lui un chiarimento che li riavvicina. Quando >l'allacciamento dei cavi con la fabbrica vicina è effettuato, e il >ritorno dell'energia elettrica consente la ripresa del funzionamento degli >impianti, le operaie riprendono il lavoro, fiduciose in una rapida >soluzione della vertenza, consapevoli di aver vinto la loro battaglia. >(Fonte Internet) > > >SILKWOOD Regia di Mike Nichols .- Stati Uniti dAmerica >- 1983 >Karen Silkwood operaia in una fabbrica di tubi al plutonio, convive con un >compagno di lavoro - Drew - e con un'amica - Dolly - a lei attaccatissima. >Molto di rado va a trovare in uno Stato vicino i bambini avuti da un altro >uomo, con il quale essi ora vivono. Karen è addetta ad un reparto, in >cui la pericolosa natura del lavoro ad alto rischio esigerebbe continua >sorveglianza e sofisticate misure di prevenzione contro la contaminazione. >Ma, in realtà, a una certa superficialità e leggerezza degli >addetti si accompagnano anche carenze da parte dell'azienda, pressata dalle >scadenze delle forniture ai committenti. Un giorno, tuttavia, l'incidente >capitato ad una compagna di lavoro (caduta dei capelli) mette sull'avviso >Karen: in più, il suo trasferimento ad altro reparto meno esposto >(anche lei è risultata positiva ad un controllo), le consente di >apprendere e di accertare, con stupore e paura, dai negativi ivi preparati, >che non poche barre di plutonio, >risultate difettose in lavorazione, vengono comunque immesse sul mercato. >è Winston, il tecnico suo superiore, che cancella sui negativi >medesimi le tracce di falli eventuali. Scossa e allarmata per una tale, >gravissima incoscienza e fraudolenza, Karen va a Washington dai dirigenti >centrali del suo Sindacato: è una buona occasione, per quest'ultimo, >di dare addosso alla società produttrice, ma a Karen si richiedono >prove. Allo scopo di reperirle e corrobare le proprie accuse, Karen si >dà largamente da fare ma, a poco a poco, essa diventa un personaggio >inviso nell'ambito stesso in cui lavora, tacciandola non da pochi colleghi >di allarmismo e temendo - tutti - che accanite indagini del genere possano, >in conclusione, determinare il licenziamento, se non anche la chiusura >della fabbrica, unica fonte di reddito "in loco". Anche in casa, >la vita per Karen è diventata più aspra e difficile: Drew se ne >va a lavorare in altra città, Dolly si è addirittura portata >nell'alloggio un'amica. Purtroppo, un ulteriore controllo medico accerta in >Karen un ancor più rilevante tasso di contaminazione, al limite della >tollerabilità. Anche Drew e Dolly vengono, ovviamente, sottoposti ad >esami, con esito però negativo: la casa, comunque, viene spogliata di >tutto e lasciata come un nudo scheletro, in quanto anche là vi sono >tracce di contaminazione. Karen è sempre più isolata, ma essa >continua la sua pervicace lotta nell'interesse di tutti: solo Drew, >malgrado i propri difetti, capisce finalmente le ragioni e la >generosità della donna e torna da lei per aiutarla e portarla via. Ma >Karen rifiuta: è finalmente entrata in possesso di prove >inoppugnabili, il Sindacato a Washington affila le sue armi e le combina >una intervista con un giornalista del "New York Times". Fissati >il luogo e la data dell'incontro, Karen parte in auto. Di sera, in un >incidente stradale (Karen ha forse >voluto suicidarsi? un malore improvviso? o piuttosto qualcuno, troppo >interessato alla faccenda, ha voluto eliminare dalla scena lo scomodo >personaggio?), la tenace donna perde la vita. (Fonte Internet) > > > > > > > > > >- o O o - > > > > > > > > > > >Nota bene: LAssociazione La Conta O.N.L.U.S. utilizza la posta >elettronica solo per diffondere messaggi di informazioni e comunicazioni >sulle proprie attività culturali e di solidarietà sociale >nonché di associazioni e/o altre realtà con le quali la stessa >collabora, senza fini di lucro. In relazione alle Leggi 675/96, n 196/2003 >e successive modifiche di tutela delle persone e di altri soggetti rispetto >al trattamento di dati personali, si precisa che gli indirizzi e-mail >provengono da nostri soci, da conoscenze personali di amici/che, da >contatti avuti in occasione delle nostre attività e assicuriamo >che detti indirizzi e mail saranno trattati con la >massima ridervatezza, custoditi in appositi nostri archivi e non >verranno divulgati. 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