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Alessandro Rizzo writes: >A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI DITALIA) >Sezioni: Barona Giambellino Lorenteggio Porta Genova >Ente morale, D.L. n.224 del 5 aprile 1945 >Dal sito http://anpibarona.blogspot.com >ringraziando per l'attenzione. Ivano Tajetti. >COMITATO PERMANENTE ANTIFASCISTA >CONTRO IL TERRORISMO >PER LA DIFESA DELLORDINE REPUBBLICANO >Il Comitato riunitosi il 7 e il 10 maggio 2007, al termine dei suoi lavori >ha approvato il seguente documento: >Nellesprimere forte preoccupazione per il crescendo nella città >di Milano di episodi violenti di inequivocabile matrice fascista, in >particolare negli ultimi due mesi, consideriamo ulteriormente allarmante la >vicenda di una possibile apertura di una sede intestata a Cuore >nero. >Pur ribadendo la nostra ferma condanna allattentato che lo scorso >aprile ha distrutto i locali, dove inizialmente avrebbe dovuto avviarsi >lattività di questo circolo, metodo di lotta assolutamente >inaccettabile, intendiamo tuttavia sottolineare come questa aggregazione >denominata Cuore nero si ispiri apertamente a posizioni >nostalgiche non solo del fascismo ma dello stesso nazismo. I simboli, quali >croci celtiche, fasci littori e bandiere con lo stemma della Rsi, sono >stati infatti utilizzati dai suoi stessi promotori anche nella >manifestazione svoltasi in viale Certosa il 14 aprile scorso, notati e >denunciati da numerosi cittadini, nonché riprodotti in diversi >successivi servizi televisivi e fotografici. Un fatto che ha colpito ed >offeso lopinione pubblica democratica milanese. >Vorremmo a tale proposito ricordare come l'ostentazione di queste >simbologie è anche espressamente vietata dalla legge che norma le >manifestazioni pubbliche calcistiche, impedendone lesibizione come >espressione di incitamento allodio razziale, pena la sospensione >immediata degli incontri sportivi. >Sarebbe alquanto curioso che venissero invece consentite nelle vie >cittadine. >Ultimamente la Procura della Repubblica della nostra città ha, a sua >volta, perseguito un gruppo di partecipanti ad una manifestazione, svoltasi >a Milano l11 marzo 2006, organizzata dal Msi-Fiamma tricolore, >proprio per il reato di apologia di fascismo, rinviandoli a giudizio. Due >di costoro, già riconosciutisi colpevoli, hanno, per altro, >immediatamente provveduto a patteggiare la propria pena, evitando ulteriori >guai giudiziari, dati i comportamenti assunti e gli slogan lanciati >nelloccasione. Ne citiamo uno per tutti, tratto dagli stessi atti >processuali: camicia nera trionferà, se non trionferà >sarà un macello col manganello e le bombe a man. >Altre iniziative giudiziarie sappiamo essere in corso per fatti analoghi, >per scritte razziste o apologetiche, ma anche per detenzione di armi >improprie da parte di aderenti a formazioni della destra radicale milanese. >I promotori di Cuore nero non lasciano, daltro canto, >spazio a dubbi circa lattività che intenderebbero svolgere. >Non possiamo, infine, non rilevare come nelle loro fila si allineino >personaggi notissimi alle passate cronache della violenza politica. Tra gli >altri, un ex sanbabilino che nel 1973 concorse >allomicidio di un poliziotto a Milano, con il lancio di una bomba a >mano nel corso di una manifestazione neofascista; il capo di un >conosciutissimo raggruppamento di ultras denominato gli >Irriducibili, pluricondannato per violenza, furto e >stupefacenti, ma soprattutto per aver costituito negli anni Novanta un >sodalizio denominato Azione skinheads, sciolto dalla >magistratura per istigazione allodio razziale, etnico e religioso. Al >loro fianco, sempre il 14 aprile scorso, sono anche comparse altre figure >di rilievo nazionale, giunte da Roma, a loro volta condannate in modo >definitivo per associazione sovversiva e banda armata. >Crediamo in conclusione che consentire lapertura di una sede a >Cuore nero, non significherebbe semplicemente concedere a un >gruppo di cittadini la possibilità del libero esercizio delle proprie >opinioni, ma la legittimazione di un luogo in cui verrebbero irrisi e >offesi i valori fondanti la nostra Costituzione, nonché violate le >leggi esistenti contro il razzismo. >I rischi, per altro, di incardinare sul territorio una sede punto di >ritrovo per bande violente, è altissimo. Sempre la magistratura ebbe >modo di far risalire ad alcuni degli stessi promotori di Cuore >nero la gestione della cosiddetta Skin House, in via >Cannero a Milano, oggi chiusa, da cui partirono gli aggressori che, >nellagosto del 2004, ferirono gravemente sui Navigli con diverse >coltellate giovani appartenenti ad un centro sociale. La stessa Skin >House fu perquisita ritrovando al suo interno numerose armi da taglio >e improprie. >Facciamo affidamento alle istituzioni, a sole poche settimane dallo >svolgimento del 25 aprile, affinché Milano non torni a conoscere una >nuova stagione di violenze politiche. >Il Presidente-Coordinatore >Tino Casali >Milano, 10 Maggio 2007