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Alessandro Rizzo writes: >25 aprile: sarà una nuova stagione? >Il 25 aprile si è concluso e credo che sia necessario fare un quadro >di valutazione sulla manifestazione avutasi ieri a Milano. Penso che sia >necessario valutare alcuni aspetti che hanno reso questo appuntamento >diverso da quello degli anni scorsi. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, >è presente al corteo e al comizio finale, facendo un intervento che >viene considerato positivo dai presenti relatori, sia da parte di Tino >Casali, che abbraccia la Moratti alla conclusione del suo intervento, sia >da parte di Fausto Bertinotti, Presidente della Camera: credo che sia da >accogliere la nuova prassi della prima cittadina milanese, che ogni anno, >ha fatto sapere, prenderà parte alla manifestazione. Auspico che >questo passo sia da considerarsi come un avvicinamento alla cultura >francese, dove l'antifascismo, la criminalizzazione della Repubblica di >Vichy, la considerazione di Petain come assassino sanguinario, sono >riferimenti condivisi e trasversali. Prodi parla di momento propizio alla >riconciliazione: io credo che ancora passi debbano essere compiuti da parte >di alcuni alleati del sindaco Moratti, così come alcune forze >politiche che hanno sostenuto il centrodestra sia a Milano, l'anno scorso >alle elezioni municipali, sia a livello nazionale alle elezioni per il >rinnovo delle camere. >Alcune forze esprimono ancora forti rigurgiti neofascisti e presentavano >motti e parole d'ordine di grave portata agli ultimi comizi che la >sedicente Casa delle libertà ha tenuto negli ultimi mesi: non so se >ricordate ma suonano ancora come funeste le frasi che rieccheggiano >fantasmi del passato, del tipo "Berlusconi è il nostro >duce", "Dux mea lux", propugnate da ignoranti individui di >diversa età, molti erano giovani, sventolanti bandiere con simboli che >riportano alla memoria stermini e crimini di indicibile portata, dalla >svastica alla croce uncinata. >In Francia il centrodestra, pur avendo avuto nella figura di Sarkozy un >ridimensionamento grave ed elevato della propria portata cultruale e ideale >neogollista storica, non si presenterebbe mai con la destra xenofoba di Le >Pen, nè condividerebbe alcune espressioni che non sono pertinenti al >patrimonio di forze liberali, con forte sentimento nazionalista, ma pronte >a criticare e a denunciare ogni atto apologetico di un'ideologia di morte e >di distruzione come quella fascista. >La volontà, seppure ancora debole ed esile, esiste da parte di alcuni >apparati del centrodestra: e di questo ne prendo piacevolmente atto. Ma >ancora devono essere compiuti seri percorsi che diano una netta >consapevolezza della discontinuità e della rottura totale con un >passato che non ha diritto di cittadinanza nella cultura costituzionale e >democratica della nostra Repubblica, sorta sulle basi di quel grande >Movimento popolare che fu la Resistenza. >Ancora passi devono essere compiuti dicevo: penso anche al fatto per cui >serpeggiano in alcuni apparati di centrodestra spinte a rivedere la nostra >Costituzione Repubblicana in un percorso teso a stravolgerne contenuti e >fondamenti basilari. Penso al presidenzialismo forte, punto che veniva >presentato come conquista delle abominevoli proposte di controriforma della >Carta Costituzionale, fortunatamente non approvate dalla maggioranza della >cittadinanza; ma penso ancora ad alcune esternazioni di sessuofobia e >omofobia pronunciate qualche settimana fa da un esponente di spicco a >livello regionale, l'assessora Prosperini, che invitava a costruire una >campagna violenta contro gli omosessuali, su cui si potrebbero prendere >provvedimenti di sterminio e di annientamento, come la garotta di matrice >franchista. Penso, ancora una volta, ad alcune volgari esternazioni di >dileggio fatte da una deputata di Alleanza Nazionale, Santanchè è >il suo nome, nei riguardi di studentesse e di >studenti manifestanti davanti a Montecitorio, nella scorsa legislatura, >perchè contrari al progetto di controriforma della scuola, in quanto >ripristino della cosidetta scuola di classe e di esclusione. Penso, infine, >ai fatti di Genova 2001, quel luglio funesto, che insanguinò l'Italia, >e che vide la più odiosa e terribile repressione da parte delle forze >dell'ordine e di apparati statali contro i pacifici manifestanti, tanti >giovani, tanti anziani, tanti nonviolenti, che volevano esprimere la loro >critica ai cosidetti potenti della terra per il loro modus governandi il >Pianeta, dove il signor Fini, ai temi vicepresidente del consiglio, >disponeva ordini alla Caserma di Bolzaneto. >I passi devono essere compiuti fino in fondo. Non mi scandalizzo a usare il >termine di "memoria condivisa", certamente abusato, anche >perchè credo che questa espressione possa significare molto: proprio >perchè possa avere diverse e numerose interpretazioni occorra fare >delle chiarificazioni puntuali. La memoria può essere condivisa, ma >perchè possa essere tale deve considerarsi come memoria storica quel >patrimonio universale a cui fare riferimento, scevra da ogni rivisitazione >strumentale e faziosa. La storia è scritta ed è oggettiva >scienza, non può essere narrata come una favola a diversi e opzionali >finali. La storia è quella scritta dal popolo italiano, quella fatta >dall'umanità, quella che ha intessuto lotte e battaglie di liberazione >di questo nsotro Paese, che è stato tradito nella sua profonda >dignità da un regime che ne ha sovvertito in modo indegno e violento i >valori fondativi e culturali di libertà e >di indipendenza. >La storia è quella, non può essere modificata a proprio piacere. >La condivisione può esserci purchè non si esca con frasi >negazioniste e con riabilitazioni di morti che, seppure anatomicamente >possano essere considerati come uguali, idealmente e politicamente non >possono essere visti sotto questa ottica di parificazione, in quanto certe >scelte furono compiute e non tutte le scelte che vengono fatte possono >essere considerate come "plausibili" e giuste. >Sono anch'io per costruire un Paese normale, una democrazia compiuta, un >patrimonio condiviso di valori e idealità che non possono essere >stravolti in modo brusco e volgare: auspico la memoria condivisa, come >auspico anche la condivisione di fatti e di episodi incontestabili, come, >infine, auspico valori e ideali condivisi e incontestati, nè >incontestabili, che da quella radice comune partigiana e resistenziale >prendono la propria linfa vitale. >Speriamo che da quest'anno ci siano dichiarazioni che controvertano >tendenze passate e credenze storiche incompatibili con la nostra cultura >repubblicana e costituzionale. Altrimenti riconciliare il Paese per un >Paese normale ed europeo sarà un'operazione ancora difficile da >proporre. >Alessandro Rizzo