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La "sollevazione popolare", che per la verità ha coinvolto solo tre/quattro persone, è stata molto istruttiva: manifesta la nostra difficoltà ad accettare che vengano apportate modifiche alle idee che ci siamo fatte di concetti apparentemente così ovvi come "contemporaneità" e "lunghezza". Che cosa ho detto di così scandaloso, anzi di, cito, "COMPLETAMENTE SCORRETTO"? Ho detto che se un osservatore si trova su un'astronave, eventi che sono per lui simultanei possono non esserlo per un osservatore che si trova su un'altra astronave in moto molto veloce rispetto alla prima. Ho detto addirittura che secondo un osservatore le due astronavi possono avere la stessa lunghezza, e secondo l'altro no. Sono impazzito? No, ho solo illustrato la teoria della relatività. Il fatto che ancora oggi questa teoria incontri resistenze ci fa capire come mai nel 1921, quando venne conferito ad Eintein il premio Nobel, nelle motivazioni non si menzionava la relatività, ma solo le altre ricerche portate avanti dal grande scienziato. Aggiungo una riflessione: come mai persone che evidentemente non sono competenti si permettono di accusare di ignoranza chi cerca di spiegare loro una teoria scientifica? Non ho una risposta, ma credo che possa non essere estraneo a questo comportamento il tipo di divulgazione scientifica imperante in Italia, che secondo me induce a pensare che la scienza è una cosa facile e alla portata di tutti; tanto è vero che la stessa persona in TV è in grado di spiegarci concetti avanzati di fisica, biologia, chimica, non disdegnando di intrattenerci su archeologia, storia, musica e quant'altro. Un altro motivo può essere la scarsissima stima che si ha nei confronti di un insegnante di scuola superiore. Ma su questi aspetti mi posso sbagliare. Sicuramente non mi sbaglio quando dico che a pagina 62 di un certo libro Einstein scriveva "gli eventi che sono simultanei rispetto alla banchina non sono simultanei rispetto al treno e viceversa".