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25/10/2006 09:47:21 Sergio Chiodo writes: >fabio.morgia@siemens.com,RCM Service GW scrive: >Facendo un "giro" su internet non sono riuscito a trovare nulla >che rispondesse alla mia domanda, o però trovato questo forum ed >allora approfitto per porla a voi: >mentre è facile calcolare la dilatazione dei tempi del sistema in >movimento quando il raggio di luce risulta ortogonale alla direzione della >velocità, non riesco a farlo se tale raggio è diretto >parallelamente a tale velocità, cioe se giro l'orologio di 90 gradi. > > >Non so se ho capito bene la tua domanda, provo a rispondere. >Il motivo per cui si usa l'orologio di luce in direzione ortogonale alla >velocità è che le lunghezze ortogonali non sono soggette a >nessuna contrazione, come è facile dimostrare. >Se invece si usa la direzione longitudinale, le lunghezze si contraggono, >anzi si può usare proprio questa tecnica per dimostrare la >contrazione delle lunghezze, partendo dal presupposto dell'uguaglianza dei >tempi di percorrenza. >sono stato molto sintetico, se lo sono stato troppo chiedi pure >ciao E' proprio quello che ho fatto. La relazione tra i tempi con l'orologio in posizione ortogonale è: 1) t= t0/sqrt(1-v^2/c^2) L'unica relazione che ho trovato tra il sistema in moto e quello fermo è: 2) d/t=d0/t0 Se sostituisco la relazione 1 nella due trovo un allungamento e non una contrazione delle lunghezze! Dove sbaglio? Grazie