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Oliverio Gentile writes: >Da milano.corriere.it: > >Polemica tra i graffitari. Oggi il processo a Bros > >Patto Comune-writer: «Via a dieci progetti per colorare la >città» > >Muri legali da Porta Genova a Triboniano > >MILANO - È finita comera iniziata: a panettoni. Settanta >paracarri di Porta Genova saranno decorati con immagini di bambini, robot e >pinguini, gli stessi che Pao (Paolo Bordino) dipingeva dieci anni fa, di >notte, abusivamente. Ora glieli commissiona il Comune: dovranno >riqualificare il piazzale della stazione. Lepoca del muro contro muro >è finita, i writer avranno i loro muri. Una decina di vetrine per >larte di strada. Legali. Da via Torino (zona Fnac) a viale Cassala, >da Ludovico il Moro al campo rom di Triboniano. Il progetto «Walls of >Fame» è partito e prova a segnare una svolta nei rapporti tra la >giunta Moratti e i graffitari di successo. Succede nel giorno in cui >Palazzo Marino chiede al giudice la condanna di uno dei nomi più >celebrati della street art milanese: Daniele Nicolosi, alias Bros. > >Non si pagherà il biglietto e neppure lAmsa per ripulire il >cemento: «Walls of Fame» è una mostra aperta sul tema >«La città che vorrei», fortemente voluta dal sindaco Letizia >Moratti, ideata dagli assessori Finazzer Flory (Cultura) e Cadeo (Arredo >Urbano), e diretta da Gisella Borioli, cuore e anima del Superstudio >Più di via Tortona: «Questo progetto è un riconoscimento >alla qualità dellarte pubblica, sullesempio dato da >Berlino, da Parigi. Anche Milano, adesso, sè accorta che la >street art può migliorare laspetto della città». >Borioli ha spedito gli inviti, organizzato gli incontri, ricevuto qualche >no, ha insistito e convinto un gruppo di artisti: Pao, Nais, Neve, Ozmo, >TvBoy, El Gato Chimney, Santi, Bo130 e KOne (stanno scegliendo i muri >adatti ai murales, la lista è quasi pronta). Ozmo, allanagrafe >Gionata Gesi, è autore di molti pezzi illegali, contestati e >cancellati dal Comune, dal Dax in Darsena allimmagine di Carlo >Giuliani in via Bramante: «La Moratti ci ha >definito public artist, vedremo se avrà il coraggio di scommettere su >di noi». > >Perché un nodo rimane. Palazzo Marino seleziona gli «artisti >» e punisce gli «imbrattatori », ma spesso gli uni sono (o >sono stati) gli altri. È il caso di Bros, atteso oggi in Tribunale. Il >Comune lha denunciato e sè costituito parte civile: >«Io ho rifiutato linvito alla "Walls of Fame". Se il >sindaco mi chiede dintervenire legalmente, beh, vuol dire che >avrà apprezzato anche i pezzi abusivi, no? In sintesi, la >contraddizione non è risolta: cosè arte, cosa no?». >Anche Ivan Tresoldi, poeta di strada e socio della casa di produzione Art >Kitchen, non ha risposto alla convocazione di Palazzo Marino: «Ho >scarsa fiducia che si possa fare un progetto condiviso, senza che il mio >lavoro venga strumentalizzato». Il suo casellario giudiziario >raccoglie denunce per danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e >appropriazione indebita di immobile: «Un patto di legalità tra me >e il Comune e lo Stato chiarisce Ivan non è possibile >né voluto». > >Armando Stella >12 luglio~2010