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Oliverio Gentile writes: >Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: > >WRITER A PROCESSO. DE CORATO: IMBRATTATORI SI DICONO PENTITI SOLO >DAVANTI AL GIUDICE >Comune ammesso come parte civile per danno allimmagine > >Milano, 18 giugno 2009 - Curioso che tutti i writer si dichiarino >pentiti quando si trovano davanti al giudice in un procedimento penale e si >dimostrino pronti a ripulire gli imbrattamenti. Mai che latto di >abiura arrivi prima. > >Così si è espresso il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza >Riccardo De Corato, che è intervenuto, presente anche >lAvvocatura comunale, con una dichiarazione spontanea al procedimento >penale contro due writer, un cingalese e un argentino, entrambi di 22 anni, >accusati di aver imbrattato con delle tags a vernice spray, nel settembre >2007, due edifici privati di via Washington e uno in via Ruggero VII. Gli >episodi erano stati denunciati dal Nucleo Tutela Decoro Urbano della >Polizia Locale. > >Il giudice di pace spiega De Corato - ha accolto la >costituzione del Comune come parte civile anche per i danni >allimmagine, nonostante gli edifici imbrattati fossero privati. A >conferma di una linea già adottata il 4 giugno, quando un altro >giudice ha riconosciuto il Comune come parte lesa per alcuni graffiti >apparsi su un edificio privato di via Gian Galeazzo. > >Il giudice - aggiunge De Corato - ha fissato la prossima udienza al >29 ottobre, aprendo a uneventuale conciliazione tra le parti dopo che >uno dei due imputati si è dichiarato disponibile a una forma >riparatoria. Peccato, perchè il writer ha avuto a disposizione almeno >due mesi di tempo, dopo il fatto, per ripulire il muro. Ma a intervenire >è stato il Comune. E peccato che quelle tags appaiano, come hanno >rilevato i vigili, su decine di immobili di zona 6 e 7, a testimonianza di >una non episodicità del reato. Linteresse prioritario, come >abbiamo sempre detto, è potenziare leffetto deterrente e >arginare un fenomeno incivile che costa svariati milioni. Perché nel >conto dei 25 milioni spesi per ripuliture i muri e per le campagne >antiwriter non abbiamo inserito i costi dei 18 agenti del Nucleo Decoro >Urbano che operano per questo specifico problema. > >Ringrazio il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici - >sottolinea De Corato - che era rappresentata alludienza da uno dei >tre amministratori condominiali di via Washington che hanno sporto querela. >A conferma che stiamo facendo una battaglia unica in Italia. Il Comune ha >tutti i titoli per chiedere il risarcimento dei danni patrimoniali, ma >anche di immagine come gli è stato riconosciuto dal giudice. Nello >specifico quei muri erano stati ripuliti a spese del Comune e di Amsa. >Operazione che era costata diverse migliaia di euro. >Comune ammesso come parte civile per danno allimmagine > >Milano, 18 giugno 2009 - Curioso che tutti i writer si dichiarino >pentiti quando si trovano davanti al giudice in un procedimento penale e si >dimostrino pronti a ripulire gli imbrattamenti. Mai che latto di >abiura arrivi prima. > >Così si è espresso il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza >Riccardo De Corato, che è intervenuto, presente anche >lAvvocatura comunale, con una dichiarazione spontanea al procedimento >penale contro due writer, un cingalese e un argentino, entrambi di 22 anni, >accusati di aver imbrattato con delle tags a vernice spray, nel settembre >2007, due edifici privati di via Washington e uno in via Ruggero VII. Gli >episodi erano stati denunciati dal Nucleo Tutela Decoro Urbano della >Polizia Locale. > >Il giudice di pace spiega De Corato - ha accolto la >costituzione del Comune come parte civile anche per i danni >allimmagine, nonostante gli edifici imbrattati fossero privati. A >conferma di una linea già adottata il 4 giugno, quando un altro >giudice ha riconosciuto il Comune come parte lesa per alcuni graffiti >apparsi su un edificio privato di via Gian Galeazzo. > >Il giudice - aggiunge De Corato - ha fissato la prossima udienza al >29 ottobre, aprendo a uneventuale conciliazione tra le parti dopo che >uno dei due imputati si è dichiarato disponibile a una forma >riparatoria. Peccato, perchè il writer ha avuto a disposizione almeno >due mesi di tempo, dopo il fatto, per ripulire il muro. Ma a intervenire >è stato il Comune. E peccato che quelle tags appaiano, come hanno >rilevato i vigili, su decine di immobili di zona 6 e 7, a testimonianza di >una non episodicità del reato. Linteresse prioritario, come >abbiamo sempre detto, è potenziare leffetto deterrente e >arginare un fenomeno incivile che costa svariati milioni. Perché nel >conto dei 25 milioni spesi per ripuliture i muri e per le campagne >antiwriter non abbiamo inserito i costi dei 18 agenti del Nucleo Decoro >Urbano che operano per questo specifico problema. > >Ringrazio il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici - >sottolinea De Corato - che era rappresentata alludienza da uno dei >tre amministratori condominiali di via Washington che hanno sporto querela. >A conferma che stiamo facendo una battaglia unica in Italia. Il Comune ha >tutti i titoli per chiedere il risarcimento dei danni patrimoniali, ma >anche di immagine come gli è stato riconosciuto dal giudice. Nello >specifico quei muri erano stati ripuliti a spese del Comune e di Amsa. >Operazione che era costata diverse migliaia di euro.