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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: GRAFFITI. DE CORATO: ALTRI 2 WRITER PROCESSATI, APPELLO DEL SINDACO CONTINUA A PRODURRE EFFETTI Comune ammesso come parte civile per danni materiali e allimmagine. A luglio le sentenze Milano, 4 giugno 2009 - Lappello rivolto dal Sindaco Letizia Moratti in un incontro svoltosi in Prefettura il 14 gennaio sul tema writer, ovvero di non lasciare impuniti gesti che sono costati 25 milioni di euro in due anni, continua a produrre effetti. Anche oggi infatti si sono celebrati due processi per imbrattamenti sul Duomo e su un edificio di via Gian Galeazzo. Il giudice di pace ha accolto la costituzione di parte civile del Comune non solo per i danni materiali ma anche per quelli allimmagine e per limpegno profuso in questa battaglia. Se si tiene conto che uno degli edifici è di proprietà privata, si aprono nuovi fronti di contrasto al fenomeno. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato in merito a due procedimenti penali contro i writer che oggi si sono tenuti davanti ai giudici di pace. Nel primo, un italiano di 20 anni è accusato di aver imbrattato il 21 ottobre un muro laterale del Duomo con laggravante di aver deturpato un bene monumentale del centro storico. Per laltro episodio, un writer brasiliano di 24 anni è accusato di aver imbrattato il 12 ottobre 2008 con bombolette spray un edificio privato di via Gian Galeazzo. Gli episodi dono stati denunciati dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri. Le sentenze saranno emesse il 9 e 14 luglio. Vedremo cosa decideranno i giudici - spiega De Corato -. Da parte del Comune linteresse prioritario è leffetto deterrente che si può ottenere imponendo per esempio la ripulitura degli stabili deturpati e lavori socialmente utili. Ma il fatto che siamo stati ammessi come parte civile fa presupporre il diritto a ottenere un risarcimento. Che è un ulteriore effetto deterrente. Il ddl sicurezza, in via di approvazione al Senato - sottolinea De Corato -, introduce misure più severe per i writer. Con pene che arrivano fino a un anno di reclusione e multe di 3000 euro. Che in caso di recidiva salgono a due anni e la sanzione a 10 mila euro.