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Gianluca Boari writes: >Aderisco a Forza Italia dal 1995 e da allora ho partecipato con immutato >entusiasmo a tutte le iniziative di mobilitazione a cui sono stato chiamato >a dare il mio contributo. Ciò nonostante, posso affermare di non aver >mai vissuto nulla di paragonabile a quanto accaduto nel fine settimana >appena trascorso. Quando il presidente Berlusconi diede l'annuncio della >mobilitazione per chiedere le immediate elezioni in caso di caduta del >governo Prodi, ponendosi l'ambizioso obiettivo di raccogliere 5 milioni di >firme, non nascondo di aver ritenuto tale traguardo difficilmente >raggiungibile, soprattutto dopo l'esito della votazione al Senato sulla >Finanziaria. Non era follia immaginare che i cittadini, desiderosi di veder >cadere uno dei peggiori governi della storia repubblicana, avrebbero potuto >vivere sentimenti di delusione che, a loro volta, avrebbero potuto tradursi >in una minore partecipazione all'iniziativa. Sono bastati invece i primi >raggi di sole di una fredda mattinata di >novembre per capire che questo fin >e settimana non lo dimenticherò mai. > >Venerdì 16 novembre. Sono le ore 9.30. Assieme ad alcuni amici abbiamo >appena ritirato il materiale dalla sede regionale di Forza Italia di viale >Monza. Il nostro compito è quello di presidiare piazza Lima, il nostro >gazebo dovrà unirsi agli altri due che sono già dislocati >sull'asse del rinomato corso Buenos Aires, primaria via commerciale >milanese. Non è la prima volta che gestisco un gazebo in questa zona, >la piazza non è molto grande e per questo motivo occorre usare una >piccola struttura che andrà montata e smontata ogni giorno. Prendiamo >il materiale dall'auto, trasportiamo tutto in piazza e cominciamo ad >allestire il tavolo e a montare la struttura metallica del gazebo. Sono >passati pochi secondi e un signore anziano si avvicina chiedendomi: >«Si firma qui per mandare a casa Prodi?». Rispondo che questa >manifestazione serve proprio per ottenere lo scioglimento delle Camere nel >momento in cui il governo dovesse cadere; per ridare >la parola agli elettori. Chiedo quindi agli amici di sostituirmi nel lavor >o di allestimento e mi accingo a registrare la prima firma della giornata. >Era bastato un semplice tavolino bianco sguarnito di ogni cosa, comprese le >bandiere di partito, a richiamare quel gentile signore che, con ogni >evidenza, era arrivato prima di noi e ci stava aspettando. > >L'episodio non rimane isolato e presto si forma un gruppetto di cittadini >attorno a noi, che siamo ancora alle prese con l'allestimento del presidio. >Prendono il giornale di Forza Italia e chiedono quando cadrà il >governo, dicono che non è più possibile andare avanti in questo >modo. Le donne e gli anziani sono, come spesso accade, i più attenti >alle questioni inerenti il bilancio famigliare e infatti denunciano la >difficoltà nel far quadrare i conti «mentre quelli al governo >pensano alle loro poltrone». Molti insistono sul tema della sicurezza, >dicendoci che torneranno più tardi coi documenti in quanto non si >fidano a portarli sempre con loro per paura di essere scippati. Una signora >dall'aspetto gentile, uscita dal portone di un palazzo distante pochi metri >dal gazebo, dopo aver firmato ci ringrazia per il nostro lavoro. Nei giorni >a seguire tornerà, come anche altre persone, a trovarci, chiedendo a >che punto siamo con la raccolta >delle adesioni. > >Durante il week end le persone saranno così tante che non dovremo >nemmeno richiamare l'attenzione dei passanti. I fogli per le adesioni si >moltiplicano sui nostri tavoli (nel frattempo abbiamo dovuto persino >chiedere ad un bar di prestarci due tavolini) e si formano delle piccole >file di giovani, donne, lavoratori, anziani. Tutti vogliono firmare. >Dobbiamo persino dire di no a vari gruppi di ragazzi non ancora >maggiorenni, che comunque ringraziamo regalando una biro recante la scritta >www.governoacasa.org. I giovani e i giovanissimi mostrano di apprezzare >l'impegno di Berlusconi e di Forza Italia nella difesa del loro futuro. >Sono molti anche gli stranieri che vogliono mandare a casa Prodi; alcuni di >loro si avvicinano un po' timidamente e noi li incoraggiamo scambiando due >chiacchiere. Firmano tutti perché vogliono vivere in un'Italia sicura >ed accogliente allo stesso tempo. Tanti anche gli elettori degli altri >partiti del centrodestra e i delusi del centrosinistra. Diverse persone ci >portano anche dei modu >li con le firme raccolte tra i propri amici. Nei due giorni a seguire il >flusso di persone cresce esponenzialmente, costringendoci a chiamare altri >amici e conoscenti a darci una mano. Il fast food dall'altra parte della >strada diventa l'unico luogo possibile per mangiare un boccone nei pochi >minuti a disposizione. > >Siamo arrivati a domenica sera, sono le 18 circa e vedo concentrasi un cero >numero di poliziotti al bordo della piazza. Dopo pochi minuti vedo arrivare >a piedi Silvio Berlusconi con la sua scorta. Evidentemente ha deciso di >visitare tutti i gazebo di corso Buenos Aires. Nel frattempo mi sono >avvicinato per invitarlo a venire al tavolo delle firme e immediatamente si >forma una folla attorno a noi. Berlusconi ci dice di aver appena annunciato >in piazza San Babila che Forza Italia si scioglie per confluire nel grande >partito del Popolo delle Libertà. Ringrazia i cittadini per le firme. >Una persona gli porge il documento di identità per farselo >autografare. Tutti lo fotografano, appare molto felice e rilassato. Forse >nemmeno il presidente si aspettava una risposta di questo genere da parte >dei cittadini. > >Alla fine della giornata sono stanco e raffreddato, ma soddisfatto per la >consapevolezza di aver vissuto giorni che passeranno certamente alla >storia. Alla fine della giornata saranno 8 milioni gli avvisi di sfratto >degli italiani al fallimentare governo della sinistra. Mai, nella storia >della Repubblica, si era vista una mobilitazione popolare di queste >dimensioni. > >Gianluca Boari >www.ragionpolitica.it