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Alessandro Rizzo writes: > [ http://italianoperstranieri.splinder.com/ >]http://italianoperstranieri.splinder.com/ > > > > > >Bologna: un libro nella propria lingua per detenuti stranieri > > > >Bologna: un libro nella propria lingua per sentirsi più liberi >Chi ha sbagliato deve pagare, ma non per questo si può essere >privati >della dignità. > >Salvatore Giampiccolo chiede, da mediatore, che ai suoi ex compagni di >carcere venga concessa la libertà di sopravvivere dietro le sbarre >con >decoro. Parla di libertà di leggere e di scrivere Salvatore, che >conosce >bene la vita da carcerato. Sono cose queste che ti rendono libero >anche >da rinchiuso, dice. E fa un appello per combattere la discriminazione >dei >detenuti stranieri. > > > > >Insieme a Roberto Morgantini dellufficio stranieri della Cigl e >Mattia >Fontanella del Comitato delle Memorie di Bologna, Salvatore Giampiccolo ha >dato vita alla campagna Un libro per il carcere. Le >biblioteche ci sono >ma i testi sono solo in italiano - spiega -, ho girato quaranta carceri >diversi e la situazione era la stessa. Liniziativa nasce per >rispondere >alle richieste degli stranieri della Casa circondariale Dozza >di >Bologna, ma vuole fare da precursore a una pratica da realizzare in tutta >Italia. >Salvatore ha scontato una pena di 25 anni e oggi, che ne ha sessanta, ha >deciso di aiutare i più deboli. Collabora con gli avvocati di strada >e >spera di poter essere ricordato da qualcuno per avergli fatto del bene. >Racconta la quotidianità dei detenuti stranieri, che gli stanno >particolarmente a cuore: In una cella di 3 metri per 2,40 ci stanno >in >tre, hanno la doccia, perciò non è necessario che escano neppure >per >lavarsi. Stanno li 21 ore su 24, tre ore sono concesse per una boccata >daria. Ma il resto del tempo è vuoto, inutile, non passa mai. >Non ci sono >abbastanza lavori da assegnare a tutti e così si finisce per fare i >conti >con lo sconforto, la pesantezza, persino con la voglia di morire. > > >Molti sono vittime della legge Bossi-Fini - continua Salvatore - >clandestini colpevoli di piccoli reati. Devono scontare due, cinque o >dieci anni, ma per loro è più difficile rispetto che per molti >italiani >ottenere il rito alternativo e lo sconto di pena. Perché sono >immigrati in >un paese straniero. I più non ricevono visite. Sono condannati a un >isolamento totale dalle circostanze, non da un tribunale. Poter >leggere >un libro nella propria lingua sarebbe un passo verso lesistenza >civile da >concedere anche se chi ha sbagliato è straniero. E se, come qualcuno >dice, >la lettura nobilita lanimo, è un peccato negarla a chi ne sente >il >bisogno. > > >La civiltà, quella autentica, si trova spesso nelle cose che non >si >vedono. Nei luoghi remoti, oscuri del vivere: quelli del dolore, della >sofferenza. Delle marginalità. Delle privazioni: come il carcere. >Dove >ogni giorno la parola civiltà deve essere alimentata, sostenuta, >tenuta in >vita, con rigore e perseveranza (quasi come un fiore), da chi vi opera e >da chi è in stato di detenzione. Una parola che va rinfocolata, >rivitalizzata anche dallesterno: dallintervento degli uomini >liberi. >Che non devono rimanere indifferenti. Come se il carcere fosse altro da >loro. Distinto. Distante. > > >Il carcere è, nella sua drammaticità, laltra faccia del >salotto buono. >Col carcere bisogna fare i conti. > >Fino in fondo. Perché la civiltà o comprende tutto e tutti o non >è >civiltà. E un libro può rendere meno incivile, meno, inutilmente >crudele >questo luogo. Un libro in cui la parola civiltà lasci intravedere, >seppure >in lontananza, la parola libertà. Con queste parole Roberto >Morgantini e >Mattia Fontanella hanno voluto lanciare la propria richiesta di donare un >libro per la biblioteca della Casa Circondariale Dozza ad >ambasciate, >consolati, aziende e privati. > > >Chi volesse rispondere allappello, può far pervenire i testi al >Centro >Lavoratori Stranieri CGIL in via Marconi 69/d;Bologna tel 051.6087190. >cell 3357456877. Naturalmente i libri devono essere in lingua straniera >(araba, francese, inglese, spagnolo, russa, albanese, rumena, etc.).