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Alessandro Rizzo writes: >Sabato 17 Maggio 2008 >MANIFESTAZIONE > >partenza corteo dalla Stazione Verona Porta Nuova ore 15.00 > > >Nicola è ognuno di noi > >Per sconfiggere insieme la paura scendiamo in piazza per svegliare la >città che >troppe volte ha girato la testa, non deve farlo anche questa volta e mai >più. >Mobilitiamoci e riprendiamo la parola prima che l'ipocrisia riscriva anche >questa storia. > >per una Verona libera dalla paura, >per una Verona libera dall'odio, >per un Verona libera da vecchi e nuovi fascismi, >libera dall'intolleranza, dal razzismo, dall'ignoranza >perchè esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata >perchè guardarsi all'interno, riconoscere il male profondo del nostro >tempo e della nostra città. > >Costruiamo assieme un corteo che attraversi e viva la città in una >giornata aperta >alle iniziative e ai contributi di tutte e tutti. > >Nel 2008 a Verona si muore ancora di fascismo. >Al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi. > >________________________________________________________ > >Assemblea cittadina promotrice della manifestazione >per adesioni: adesioni17maggio@gmail.com >________________________________________________________ > >Al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi > >Mercoledì alla notizia abbiamo tremato. Un dolore alla pancia, un >presentimento. Mai come ora avremmo voluto essere smentiti. Non è >così. La cronaca riassume drammaticamente la storia di questa >città. Degli ultimi anni ma anche di trent´anni fa. Abel e >Furlan. Figli annoiati della Verona bene che riempivano il loro tempo dando >la caccia a presenze non conformi della nostra città. Avevamo >purtroppo ragione. Cinque ragazzi. Giovanissimi. Chi più chi meno, >figli della Verona bene, legati agli ambiti della tifoseria neo fascista, >militanti o anche semplicemente simpatizzanti alla lontana dei movimenti o >dei partitucoli dell´estrema destra cittadina. Vestiti bene, >all´ultima moda. Alcuni con precedenti recenti, per atti di razzismo o >per problemi allo stadio. >Un certo clima culturale e sociale, alcuni imprenditori politici, un >generale vento che spira ha suggerito un processo di >riterritorializzazione: lasciare, o meglio, non limitarsi alle periferie, >accantonare l´anima stradaiola e la "storica" attitudine >"antiborghese" per rimpossessarsi del centro città. >Nicola è stato ucciso non perché avversario politico, non >perché rappresentava il nemico, nemmeno perché diverso : >migrante, comunista, gay, zingaro, barbone.. Solo e >"semplicemente" perché estraneo, non familiare, non >compatibile. >A che serve oggi raccontare per l´ennesima volta lo stillicidio di >aggressioni?...Uno stillicidio di aggressioni motivate da "futili >ragioni", spesso nel pieno del centro città. Come gli >accoltellamenti dell´ estate 2005, come le sistematiche azioni contro >i "diversi" (capelloni, alternativi, mangiatori di kebab, tifosi >del Lecce...) compiute da una ventina di ragazzi figli della Verona bene, >emerse da un inchiesta della DIGOS nella primavera scorsa. Come la >"cacciata" da piazza erbe, l´autunno scorso, l´episodio >non più violento ma più emblematico, quando alcuni antagonisti >veronesi in quella piazza per bere lo spritz vennero aggrediti ed espulsi >dalla stessa tra l´applauso generalizzato e pre-politico di decine e >decine di astanti. O come l´ultimo fatto "marginale" in >Valpolicella (il paese di Nicola) la lettera di una madre sul settimanale >locale, del mese scorso, in cui si cercano testimoni di >un´aggressione avvenuta in un bar , dove un ragazzo di colore >giovanissimo è stato massacrato e ridotto in stampelle (fortunatamente >provvisorie) tra cori da stadio e inni del ventennio, >nell´imbarazzante omertà dei clienti,.. >Per evitare che si ripeta. >Guardando al futuro. Partendo dalle radici, quelle storiche certo. >Innanzitutto quelle attuali. Il delirio securitario. Da tempo e in maniera >esponenziale con le ultime amministrative un linguaggio si è imposto. >Ci siamo svegliati una mattina ed abbiamo scoperto di essere in guerra, >sotto assedio. Il nemico viene sempre da fuori e fuori deve tornare. Questo >è il linguaggio criminale che succhiano col latte i figli di questa >città. >Caro sindaco, alcune provocazioni.... >Dovremmo immaginare che quest´ ultima aggressione sia solo un effetto >collaterale di una ronda autogestita? >Dobbiamo spalleggiare il sindaco nella richiesta di 72 agenti di polizia >per presidiare la notte il Bronx di Piazza Erbe? >Dovremmo concordare con la lega la liberalizzazione della armi di difesa >personale e suggerire a tutti i diversi di questa città di girare >armati? >Noi chiediamo le sue dimissioni perché simbolicamente lei è uno >dei mandanti morali di questa tragedia. Perché riempiendosi la bocca >della parola d´ordine sicurezza ha alimentato una forma di >"insicurezza" che non produce voti, legittimando la libera e >spontanea pretesa di ristabilire il decoro, di ripulire il centro >città e i quartieri dai nemici della presunta veronesità. >Perché il suo successo poggia sull´odio, non vive senza un >nemico, alimenta una guerra irresponsabile le cui conseguenze pagheremo a >lungo. Si deve vergognare per ciò che ha detto e per i silenzi, >perché l´acqua che oggi getta sul fuoco se fosse stato coinvolto >un non veronese sarebbe diventata benzina. Perché non avere detto una >parola di condanna sui maledettamente e sempre uguali pestaggi in centro, >ha provocato quello che è successo a Nicola. >Quante vite rovinate servono per aprire gli occhi? >A cosa è servita la tragedia di Nicola?