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Alessandro Rizzo writes: >Quando il male diventa normale e banale >Sono preoccupato, veramente preoccupato. Vedo un acuirsi senza precedenti >di fenomeni gravi di violenza e di efferata brutalità contro persone. >Ho letto, per esempio, che a Busto Arsizio un anziano partigiano è >stato offeso e ingiuriato in publica piazza da ragazzi appatenenti a gruppi >di estrema destra neofascista: il fatto è grave se si esamina >l'assenza di interventi da parte dei passanti, che sono rimasti immobili a >guardare l'indegno spettacolo. Ho letto che a Roma, alla vittoria di >Alemanno, la stessa notte, la notte nera, un gruppo di giovani facinorosi >ha colpito a martellate la lapide che ricorda la strage delle Fosse >Ardeatine, tanto per dire che ormai alcuni gesti di violenza ed eversivi >sono consentiti perchè esiste la percezione che ci sia una certa non >perseguibilità, di impunità, di leggittimità per alcuni >versi. >Ho letto che pochi metri da noi, a Milano, il centro "culturale" >Cuore Nero ha organizzato delle vere e proprie ronde intimidatorie nei >confronti di associazioni giovanili antifasciste in procinto a organizzare >nella propria zona, nel proprio quartiere, manifestazoni di grande impatto >civico e sociale. Ho letto delle ronde "padane" che sono state >organizzate contro i nomadi e per indurli in diversi modi ad abbonare i >propri campi, nonchè veri e propri incendi di baracche di Rom e di >Sinti a Opera, presenti su un terreno concesso dall'amministrazione, >artatamente predisposti da gruppi organizzati e gestiti da colui che oggi >è sindaco della stessa città, e che ancora si vanta del >"bellicoso gesto" attuato e approntato. >Ora leggo e apprendo con rabbia e rammarico della morte di un giovane a >Verona seriamente malmenato e fisicamente percosso da cinque ragazzi >già perseguiti per reati di simile portata, molti dei quali >responsabili di aggressioni a sfondo razzista, violenza negli stadi, vicini >agli ambienti di estrema destra veronesi. Due degli aggressori sono ancora >in fuga in Austria, mentre gli altri tre si sono costituiti. Il giovane >designer, Nicola Tommasoli, è stato pestato fino a ridurlo allo stato >comatoso perchè si era rifiutato semplicemente di negare una sigaretta >alla richiesta fatta da uno della pericolosa banda di criminali. Il sindaco >di Verona ha tenuto subito a precisare che l'aggressione non è di >stampo ideologico: nessuno ha rivendicato l'atto, è chiaro, anzi tutte >le forze di estrema destra si sono subito preoccupate di scagionarsi da >ogni responsabilità in merito. Quando si dice "exscusatio >petita" forse una certa "accusatio" >esiste e permane. >L'accusa riguarda al fatto che il male a la violenza sono diventati nel >linguaggio comune "drammaticamente normali" e legittimi nel >momento in cui abbiamo forze istituzionali che minacciano l'uso dei fucili >contro lo stato, nel momento in cui esiste chi organizza ronde e spedizioni >punitive contro "l'immigrato", contro il "diverso", nel >momento in cui esiste un modello comunicazionale di massa che esalta la >violenza in tutte le sue forme, rendendo perfino inutili e alquanto >insesnate le misure esistenti nei codici televisivi di inaccessibilità >per i minorenni della visione di determinati programmi in dieterminate >fasce di orario del palinsesto. >Non è forse quasi eziologicamente connesso come sillogismo >comportamentale tali manifestazioni con le parate di coloro che, avendo >responsabilità istituzionali, salgono sui treni della tratta Milano >Torino disinfettando i sedili perchè si sono sedute le prostitute >"negre", oppure con le espressioni incivili di uomini del calibro >di un prossimo ministro leghista del futuro governo di centrodestra che >chiama l'abitante dell'Africa con la disonorevole dizione di "bongo >bongo", oppure, infine, con le manifestazioni barbariche promosse >davanti alle moschee in compagnia di maiali al guinzaglio? >Non esiste in questa occasione alcuna responsabilità politica da parte >di chi alimenta quell'insano istinto bestiale e primordiale tipico della >filosofia hobbesiana "homo homini lupus", con una differenza, >però, la gratuità di tale ignobile sentimento e non la sua >provocazione per animalesca necessità di sopravvivenza primitiva? >La banalità del male potrebbe essere la lettura di questi fenomeni di >disumana portata. Anna Harendt diceva che il fatto più inquietante dei >crimini commessi da una popolazione, quella tedesca, e non solo ricorderei >anche quella italiana, contro altri popoli, per lo sterminio totale di un >intero popolo, quello ebreo, e non solo, tramite l'olocausto, era dovuto >alla normalizzazione dell'atto e del terribile progetto. Non solo: >Eichmann, uno degli artefici più zelanti, se si può dire, di tale >programma efferato, era un normale e tranquillo lavoratore in una >società elettrica austriaca e per noia, quasi per divertimento, ha >scelto di aderire al partito nazista. Così come lo stesso Hitler, la >mente che ha generato questo crimine contro l'umanità, che ha >instaurato una dittatura totalitaria e sanguinaria, era un banale >imbianchino. >I cinque ragazzi criminali sembrerebbero tutti appartenere a un contesto >normale, di tranquilla vita di periferia, spesso provenienti da famiglie >benestanti, studenti o lavoratori: come in Arancia Meccanica dove i >"drughi", la banda della giovane compagnia di violenti, alla sera >si ritrovavano nel famoso locale a bere latte trattato con altre sostanze >stupefacenti e decidevano chi avrebbe dovuto essere la vittima della loro >notte perversa: a volte l'insegnante di ballo, altre volte la coppia alto >borghese di intellettuali, un'altra volta tragicamente un povero >"clochard" indifeso e coricato sotto uno squallido ponte della >città. Il perchè di tutto questo, delle "bellica >gesta", come spesso viene evidenziato in alcuni manifesti apologetici >di fascismo promossi da organizzazioni di estrema destra, è >esecrabile, è irrazionale, disumano, assurdo, bestiale, tragicamente >inconcepibile. >Un concetto è chiaro: quando la banalità del male si vede e si >legge nella storia degli artefici di un simile gesto inverecondo e omicida >forse la nostra convivenza civile, quella descritta da Rousseau nel >"Contratto sociale", soffrirà di momenti preoccupanti e >pericolosi per la sua tenuta. >Alessandro Rizzo