Per inviare un messaggio nella conferenza Alessandro Rizzo LD compilare il seguente modulo
E-Mail del
mittente:
Oggetto:
Testo:
Alessandro Rizzo writes: >Perchè voto e faccio votare La Sinistra, L'Arcobaleno >Mi capita spesso di incorrere nei diversi colloqui, da quelli amichevoli a >quelli con persone che collaborano nelle diverse attività sociali e >culturali a cui partecipo, a quelli con cittadine e cittadini che mi capita >di incontrare per strada, magari in zona 4, dove sono consigliere, e da >più parti avverto un'esigenza insormontabile di capire, conoscere, di >informarsi per fare scelte giuste e necessarie. Esiste una conseguenza >diretta nella percezione delle persone, di sentimenti chiaramente >democratici e antifascisti, quelle che frequento io o con cui lavoro sono >ispirate da questo sostrato valoriale, della confusione in cui il sistema >politico istituzionale italiano si trova oggi come oggi. Molta è la >delusione derivata dalla fine di una stagione che sembrava potesse >incoronare quella frase e quello slogan usato durante le primarie dal >comitato sostenitore di Bertinotti Premier de L'Unione:"Vuoi vedere >che l'Italia cambia davvero". >L'Italia in massima parte non è cambiata molto e le aspettative >programmatiche, che erano fortemente, e tali rimangono, avanzate, del >centrosinistra dell'aprile 2006 sono rimaste evase nella loro maggior >parte: la precarietà, che non è solo lavorativa ma anche >esistenziale, e colpisce molti giovani, è ancora esistente e regolata >"non regolata" dalla nefasta legge Biagi, ancora vigente; >l'immigrazione viene reputata ancora nella sua clandestinità un reato >penalmente perseguibile e non, come negli altri paesi europei, condizione >di disperazione da sanare socialmente; la casa rimane, nonostante la >finanziaria 2008 che istituisce un fondo per edificare case di edilizia >convenzionata o pubblica, da 30 anni non si disponevano importanti misure >di tale portata, un problema dati gli alti costi dei mutui e degli affitti >soprattutto per le nuove generazioni, obbligate, caro Padoa Schioppa, non >per propria scelta ma per coazione a rimanere "bamboccioni" a 35 >anni; l'emergenza rifiuti ha >dimostrato il fallimento di non politiche di intervento locali e regionali >a garantire una gestione ecosostenibile e opportuna per quanto riguarda gli >scarti del benessere opulento in cui ci troviamo. >Ma potrei proseguire ancora: non è stata fatta una legge sul conflitto >d'interessi per cui ci troviamo ad avere un possibile e avversabile futuro >premier con proprietà varie nel campo mediatico, imprenditoriale e >assicurativo bancario, non sono state abrogate le leggi ad personam, la >vergogna dell'Italia in Europa, quelle che assicurano impunità e non >perseguibilità per Berlusconi e accoliti, la depenalizzazione del >falso in bilancio varata dal governo Berlusconi con grande solerzia ha >assicurato a Berlusconi stesso, beneficiario come imputato e autore come >presidente del consiglio del dispositivo, una sentenza di proscioglimento >in quanto "il fatto, grazie alla legge, non sussiste" per il caso >SME. >Non esiste, e questa è grave, una legge che assicuri alle coppie >civili di fatto una gamma di garanzie e di diritti che sono oggi previsti >per le coppie di diritto, quelle fondate sul "matrimonio": si >sono avvicendate diverse proposte, dai DICO ai CUS, che non hanno visto >impegno da parte di tutta la coalizione, anzi l'ostilità e >l'osteggiamento da parte delle aree centriste e cattoliche, a varare una >normativa che garantisse al compagno o alla compagna di una persona di >stabilire rapporti legalmente riconosciuti implicativi di diritti e di >doveri, da quelli sulla successione a quelli del sostegno morale e fisico. >Questi punti che rivendicano un cambiamento possibile e necessario per >l'Italia rimangono espressioni di "cahier de doleances" che non >hanno avuto in questi anni risposta politica adeguata: forse un impegno >politico è necessario affinchè quel "vuoi vedere che >l'Italia cambia davvero" non sia solo motto utopistico, un auspicio, >ma realtà, possibilità. >Mi si chiede, sempre nei miei lunghi colloqui attuali, tipici di un clima >di campagna elettorale non prevista, nè prevedibile, almeno che non si >abitasse a Ceppaloni o in Vaticano con Bagnasco, qual'è la differenza >tra un Partito Democratico e La Sinistra, L'Arcobaleno, dato che entrambe >le forze parlano degli stessi problemi e urgenze sociali e danno risposte >da diverse persone ritenute "sloganistiche", generali e >generalizzanti. >Io penso che, invece, una differenza esista e rimanga. E' chiaro abbiamo >governato fino a oggi insieme, anche se il Partito Democratico nei suoi >manifesti rivendica una certa discontinuità con l'esperienza di >governo, quasi come fosse forza diversa e altra rispetto al gruppo >parlamentare di maggioranza assoluta nell'ambito della coalizione di >governo uscente. >La Sinistra, L'Arcobaleno nasce da un presupposto: occorre fare tutto >ciò che era nelle aspettative elettorali e politiche, ma anche >culturali, soprattutto culturali e valoriali, delle elettricie degli >elettori dell'aprile 2006, erano tante e tanti, e che hanno votato non solo >per la speranza di cambiare pagina per un Paese messo in ginocchio e >vilipeso civilmente da una destra reazionaria e revanscista, licenziando >l'autore principale di questo disastro economico, culturale e sociale, >Berlusconi, ma anche perchè corroborati da valori e idee che >disegnavano uno sviluppo sociale diverso, altro, innovativo ma >collettivamente compatibile. >Bene: noi come sinistra avevamo chiesto in dicembre una verifica di >governo, proprio nel momento in cui si dava inizio alla politica >redistributiva, quella dei salari e del loro adeguamento, attingendo dal >copioso tesoretto, che non era un'invenzione, e che doveva essere gestito >tramite decreti attuativi volti a dare di più a chi meno ha, quindi ai >precari, ai disoccupati, ai cassintegrati, e sono tante e tanti. Noi >abbiamo proposto una verifica di governo, ma alla vigilia dell'appuntamento >qualcuno, interno alla coalizione con responsabilità ministeriali, ma >anche esterno oserei dire, con proclami faziosi e strumentali, ha deciso di >affossare lo stesso governo, aprendo un periodo di incertezza e di >confusione nocivo per il Paese, appena uscito da un duro, ma opportuno, >risanamento economico (oggi l'Europa dice che l'Italia ha i conti giusti). > >Nella verifica si sarebbe richiesto di attuare le premesse programmatiche >che ricalcavano le basi de L'Unione del 2006: questo non è avvenuto, e >la sinistra ha dovuto spesso "ingoiare" rospi per giusto dovere >di fedeltà e vincolo coalizionale. >Oggi ci presentiamo da soli, per nostra non volontà ma per conseguenza >di una scelta veltroniana di licenziare la sinistra per andare da solo e >confrontarsi da solo a livello elettorale: noi avevamo chiesto di >provvedere a venire a scelte tecniche di desistenza o di non belligeranza >utili a non creare competizione tra due realtà che avrebbero potuto >ritornare a governare il Paese, arginando il pericolo, oggi esistente, di >una riedizione in salsa tartara di un Berlusconi ter. Andiamo da soli e >abbiamo iniziato un percorso che definirà la costruzione di un >soggetto unitario politico, come sottolineato da Bertinotti, nostro >candidato premier. Non sarà un cartello elettorale e chi avesse questa >intenzione sarebbe opportuno che la chiarificasse nell'immediato periodo, >perchè la necessità di una sinistra nuova, valoriale, culturale, >per modificare il presente e per costruire un futuro di giustizia sociale e >di solidarietà, di pace e di nonviolenza, di >eguaglianza e di ecosostenibilità, è presente in quelle persone >che oggi si trovano essere precarie, si trovano impossibilitate a costruire >un'esperienza di coppia con chi amano, si trovano disoccupate ed escluse >dal mondo del lavoro, dal mercato, definizione orribile, del lavoro, si >trovano a vivere in edifici dove ancora è presente l'amianto, si >trovano a vivere in un ambiente inquinato, si trovano a non riuscire ad >arrivare a fine mese perchè gli stipendi non sono sufficienti o >perchè, semplicemente, non sono assicurati con continuità, si >trovano, giovani, a dover emigrare in quanto ricercatori non hanno risposte >alle offerte oggi inesistenti nel campo della ricerca scientifica, si >trovano a fare lavori in nero pur essendo in pensione in quanto rientranti >nella classe dei poveri, che sta aumentando a dismisura. >Rivolgiamo le attenzioni a queste persone perchè, come scrive >Rossanda, sono i deboli di un capitalismo selvaggio che ormai ha omologato >le esperienze e le proposte politichezione passivante. Credo, invece, che >occorra dire che il capitalismo oggi come oggi non è l'unico modello >di sviluppo possibile, anzi è un modello da superare per addivenire a >forme di organizzazione economica diverse, altre. Modelli forse già >sperimentati, come quelli che troviamo nelle realtà locali dove esiste >una partecipazione di tutte e di tutti alle scelte che riguardano >l'amministrazione delle risorse locali, dalle muncipalizzate alle >cooperative, ai consorzi. >Partecipazione nell'economia per uno sviluppo coordinato: in quanto, come >scrivono molti urbanisti, uno sviluppo delle città non collettivizzato >rischia di mettere in pericolo il futuro benessere sociale e collettivo, >relegando l'amministrazione a pura rappresentazione e il territorio a >pertinenza dei più ricchi. >Scrive Rossana Rossanda:"In Italia la Sinistra Arcobaleno, in Francia >le sinistre disunite comunista, ecologista, trotzkiste, in Germania la >Linke (è quella che sta andando più avanti e sta obbligando la >Spd a una riflessione cui era impreparata) hanno da rendersi conto di >questa dimensione e passare dalla resistenza alla proposta". Io credo >che occorra non solo arginare i pericoli e i fallimenti di un liberismo >senza volto e senza volti ma, bensì, proporre un'alternativa possibile >partendo da quella rivoluzione culturale, come diceva Mao, che sia >innovativa e meticcia e che permetta alle diversità di esprimersi >liberamente, cosa che non avviene in un sistema dove la logica del mercato >sopravvale e prevale. >La Sinistra, L'Arcobaleno: l'immaginazione al potere forse è >possibile. Ma è anche possibile dare il consenso a quella sinistra che >oggi rischia di essere relegata a condizione marginale da un bipartitismo >indotto e coatto che tende a semplificare in modo banale il dibattito >politico e a restringere i canali di partecipazione politica. >L'affermazione della sinistra potrebbe pesare un condizionamento di chi >oggi considera più importante la spettacolarizzazione mediatica della >politica e mette nomi e candidate candidati di facciata o roboanti come se >la formulazione delle liste sia un mercato calcistico tra giocatori >più abili e preziosi: la politica non è fatta solo di nomi ma di >programmi e di progetti. La Sinistra ancora ha progetti perchè parte >da ideali e valori, come scriveva Bobbio nella differenza tra destra e >sinistra. Il Pd e il PdL vivono momenti di omologazione sia metodologica, >le grandi kermesse di piazza che esibiscono una >rappresentazione e non una rappresentanza nuova, sia di merito, ascoltando >la confindustria e rappresentanti del liberismo a discapito di un progetto >di costruzione di un cambiamento di unaione. Il PD dice: non esistono, >parliamo al Paese. Ma quale Paese? Se nelle liste abbiamo le vittime di uno >sviluppo indegno, gli operai della Tyssen Kroup, costretti a lavorare fino >a 12 ore al giorno, come nel fordismo ottocentesco, da una parte, e >Colannino, uomo dell'alta finanza, oppure Calearo, il fautore della >"scioperata" proposta dello "sciopero fiscale", >difensore a Vicenza nel marzo 2006 della creatività tremontiana. Come >fare coestistere precari da una parte ed esponenti di quella confindustria >che ha osteggiato l'accordo di ieri sulla sicurezza sul lavoro, giustamente >considerati dal Ministro Damiano come coloro che ostacolavano le norme >relative, oppure quelle federmeccanica che ha contrastato la contrattazione >collettiva dei metalmeccanici? >Oggi sostenere La Sinistra, L'Arcobaleno è un impegno per dire che noi >non stiamo a guardare, non stiamo alla finestra, non giochiamo più ma, >anzi, vogliamo fare sentire la nostra voce e dire che cambiare si può. >E si deve per noi, per i giovani e per le nostre future generazioni. >Alessandro Rizzo >Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano >Consiglio di Zona 4 Milano