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Alessandro Rizzo writes: >In Lombardia prestazioni sanitarie solo se sani sessualmente >Penso che sia l'ultima goccia che faccia traboccare il vaso: la Regione >Lombardia si appresta a varare la legge quadro sui criteri di erogazione >della rete dei servizi sociali. Fino a questo punto niente di grave, anche >se attenderemmo, come comuni, di verificare insieme i criteri e le linee >guida di erogazione dei servizi stessi, della rete dei servizi, e i criteri >che permettano di attivare elementi di monitoraggio e censimento dei >bisogni. Finora tutto è stato fatto secondo una logica alquanto >accentratrice: ma tant'è da anni ormai che si procede con questa >modalità autoreferenziale. >Il grave aspetto della disposizione della proposta non riguarda tanto >l'aspetto procedurale, il metodo ma, bensì, il merito della proposta, >ossia alcuni articolati che in essa troverebbero spazio e concretizzazione: >mi riferisco alla disposizione, ripresa con giusto tono di denuncia da >Repubblica, in cui l'erogazione dei servizi viene stabilita dipendentemente >da una condizione, la cui antura sembra alquanto aleatoria e alquanto >indeterminata, imprecisata, che ci rende assolutamente passibili di >interpretazione allargate, estensive e alquanto deleterie. Parlo della >frase in cui si dice che i servizi devono essere erogati in base alla >cosidetta condotta accertata di sana sessualità del paziente, >dell'utente. Cosa significa "sana sessualità"? Che cosa si >intende con il termine aggettivo "sano"? Che cosa è sano e >insano? Chi decide che una condotta sessuale è sana, mentre un'altra >condotta è insana? Che cosa si intende per sessualità? Si >comprendono gli atti, che sono altamente >privati, di comportamento sessuale? E se si quali sono questi atti? I >rapporti? E quali rapporti sono veriricabili come sani, quali come insani? >Secondo quali criteri, quali linee guida di definizione, quali >particolarismi? >Io credo che questa disposizione, come accusa giustamente Carlo Monguzzi, >consigliere regionale dei Verdi, sia veramente inaccettabile nel momento in >cui pone in essere parametri di stampo moralistico, fortemente >confessionale, fortemente aleatorio, astratto, per il quale in una visione >molto estendibile chiunque può essere soggetto potenziale di >esclusione: parlo non solo dei tanto vituperati e fortemente discriminati >omosessuali, ma anche di donne che hanno praticato aborti che, secondo >un'accezione ideologicamente curialista, possono essere viste come persone >"sessualmente insane". >Temo quando vedo definizione appartenenti a codici morali rientrare in >linee guida di principi definitori di testi legislativi che, proprio >perchè legislativi, devono rispondere al concetto illuministico >classico e laico dell'erga omnes, ossia valevoli per tutte e per tutti, >senza esclusione di sorta che possa ascriversi a visioni, appunto >ideologiche e confessionali, o comunque strumentalizzabili da parte di >certe e parziali visioni. >Temo che il carattere laico e aconfessionale dello stato, in Lombardia, >possa essere messo in pericolo da una visione oscurantistica e fortemente >moralistica, paternalistica, altamente manichea, quindi non democratica, >quindi assolutista, quindi discriminatoria, in un'accezione fortemente >confessionale e faziosa dell'attività legislativa nella definizione >delle regole di erogazione della rete dei servizi sociali. >Penso, anche e perdipiù, che questa disposizione non corrisponda alle >direttive europee dove la salute dell'essere umano, a prescindere da >qualsiasi elemento personale e comportamentale, deve essere tutelata e >preservata da parte delle legislazioni nazionali e statali, dove esiste il >sacro santo principio costituzionale dell'articolo 3, ossia >dell'eguaglianza difronte alla legge di qualsiasi essere umano, cittadina e >cittadino, senza condizionare l'eguaglianza a corrispondenze ideologiche, >religiose, sessuali di determinata impostazione e caratteristica. >Stiamo parlando di servizi sanitari, dove chiunque deve trovare assoluta >assistenza sociale perchè si trattya di servizi alla persona in quanto >tale, in quanto essere umano, in quanto cittadina e cittadino avente >diritti. >Penso che opporsi a questo mostro giuridico regionale sia condizione >necessaria per non instaurare in Lombardia un clima di oscurantismo >medioevale dove ogni prestazione debba essere prestabilità in base a >un esame di comportamenti morali e personali che prescindono dalle esigenze >sociali e dalla natura delle istanze che provengono da chi soffre e da chi >ha necessità di un intervento sanitario adeguato. L'Unione si è >compattata nel denunciare la portata gravosa che da questa disposizione >potrebbe derivare come conseguenza irreversibile dell'unità del >tessuto sociale e civile. >Un cordiale saluto >Alessandro Rizzo >Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano >Consiglio di Zona 4 Milano