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Alessandro Rizzo writes: >Posso parlare male di don Giussani? >fonte: http://nsx.altervista.org/ >Gigi Malabarba >Esterrefatto. Pur militando politicamente da tanti anni, forse mi sono >distratto. Un tal processo di beatificazione da sinistra per Luigi >Giussani, in attesa della santificazione ufficiale di Santa madre chiesa, >mi ha colto di sorpresa. Eppure qualche motivo ci dev'essere per tanto >afflato. >Allora anch'io, che ho passato la maggior parte della mia vita come operaio >all'Alfa Romeo di Arese e non ho avuto frequentazioni che altri possono >vantare, voglio avanzare qualche ricordo e considerazione, sperando di non >essere scomunicato almeno da questo giornale. >Nel '67, scappato letteralmente per asfissia da una scuola cattolica, >incrocio al liceo Volta di Milano un collaboratore di Giussani e insegnante >di religione, don Piero Re, coordinatore di Gioventù studentesca (e di >Gioventù lavoratrice, che spesso viene dimenticata), di cui ricordo >l'atteggiamento socievole e suadente, nonché l'approccio integralista, >antifemminista e - si può dire? - reazionario del pensiero. >Le dispute nell'ora di religione mi han fatto bene. Mi hanno permesso di >conoscere e apprezzare i cattolici del dissenso e quelli che sarebbero >diventati i Cristiani per il socialismo e persino di approdare al marxismo >per un percorso - invero non del tutto tortuoso - passato anche da Camilo >Torres e dagli anticipatori della teologia della liberazione per giungere >alla lettura di Feuerbach e delle note Tesi marxiane. >Colui che avrebbe partecipato alla fondazione di Comunione e Liberazione ci >presentava una tale visione integralista della società e della vita >(«prima dell'uomo viene il cristiano») da produrre in noi un >rigetto, grazie alla carica libertaria e liberatoria che nel '68 ci >circondava. Quantunque l'integrismo non fosse estraneo ai percorsi >caricaturali di una formazione "marxista-leninista" assai diffusa >all'epoca, diretta da tal Aldo Brandirali, approdato con gli anni, forse >non a caso, alla medesima casa di Giussani... >Per mesi avevo preso l'abitudine di disegnare con il gesso sulla lavagna un >paio di occhiali puntati sulla cattedra, prima dell'ingresso in aula del >prete ciellino, con scritto: "Attento Piero, feddayn vigila! ". >Una provocazione che pensavo, secondo la mia esuberanza giovanile, >funzionale a mantenere vivace il clima. Che per le strade di Milano, anche >a causa di alcuni estremismi integristi della sinistra di cui sopra e >similari, si traduceva in scontri in cui - sarebbe però opportuno >rammentarlo - dietro CL, e loro alleati, si trovava spesso il fior fiore >dello squadrismo nero. E Giussani, il loro capo indiscusso, è del >tutto innocente? >Ma oggi, in tutte le rievocazioni anche da parte della sinistra, trovo >cancellate le contrapposizioni culturali e politiche che nelle scuole e >nelle università, ma anche nelle fabbriche, distinguevano >positivamente approcci laici, progressisti e marxisti di varia foggia da >quello che chiameremmo oggi fondamentalismo e fanatismo religioso. >Perché nessuno ne parla? Gi anni '70 furono una stagione di lotte e di >conquiste sociali importantissime anche proprio perché quella cultura >venne battuta, anche ideologicamente. >Quando, alla vigilia del referendum sull'aborto, noi del Consiglio di >fabbrica dell'Alfa decidemmo di fare un confronto pluralistico vero sul >tema (e ciò dimostra il livello di politicizzazione delle fabbriche in >quell'epoca), il ciellino Formigoni, allievo prediletto di Giussani e capo >della più consistente corrente milanese della Dc, si presentò ai >lavoratori brandendo un'ampolla contenente un feto, sperando magari di >essere aggredito - penso io - vista la lunga coda di giornalisti al >seguito. Così non fu, ma non fu facile calmare gli operai di fronte a >tanta "dialettica"! >E' tuttavia sulle questioni del lavoro, nel quadro del "meno Stato e >più società", che troviamo forse qualche risposta alle >strane sintonie a sinistra di oggi. >Io mi scandalizzo degli apprezzamenti per questo falso "sociale" >che ha utilizzato la religione per costruire impresa - e che impresa è >la Compagnia delle opere! - sfondando le regole del mercato del lavoro come >volevano da anni i padroni e propugnando la teoria della >sussidiarietà. A questo non si è risposto difendendo lo stato >sociale e i diritti, ma accogliendo i processi di privatizzazione e il >pieno ritorno del familismo. C'è bisogno di ricordare come Lega delle >cooperative e CL abbiano avviato insieme un'agenzia interinale che si >chiama Obiettivo Lavoro? >La rivalutazione di Giussani e di CL da una parte della sinistra, che, >evidentemente, pensa di recuperare consensi elettorali mandando segnali di >affinità a quell'area, è assai più devastante della >rivalutazione di Craxi, penetra nel profondo, destruttura una concezione >della società laica che, nel paese per eccellenza del catto-comunismo, >si era comunque fatta strada e - con il fondamentalismo oggi dilagante nel >mondo - mette a repentaglio libertà e diritti, a partire dalle donne. > >Non mi passa neanche lontanamente per il cervello di suscitare odi settari >e anticlericalismi di maniera. Apprezzo talmente l'impegno di tanti >cristiani in Italia e nel mondo, assai più scevri da cinismo di tanti >laici messi in politica, da sentirmi vaccinato. Anzi, dopo aver letto la >dichiarazione dell'Agesci a commento della morte di Giussani - unica voce >fuori dal coro, rispettosa, ma che giustamente indicava in CL un >orientamento opposto al proprio e preoccupantemente integralista - ho >gridato: "Viva gli scout! ". >Io, comunque, scusandomi per un pervicace ateismo che mi porto ancora >addosso, non cambierò idea: non andrò al meeting di CL a Rimini e >non diventerò papalino neanche dopo la morte di Woityla.