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Alessandro Rizzo writes: >Care e cari, leggo e volentieri riporto e posto, in riferimento alle >televisioni di strada, esperienza pilota per richiedere il riconoscimento >ufficiale e istituzionale, nel programma per le regionali, da parte >dell'ente regione, di televisioni comunitarie, partecipate e plurali, >indipendenti e pubbliche. >un fraterno saluto >Alessandro Rizzo >Candidato alle elezioni regionali >Partito dei Comunisti Italiani > >Le telestreet e la questione legale - http://ludik.blogspot.com/ >Luca Di Ciaccio >contributi di Valerio Minnella >La legislazione italiana in tema di emittenza televisiva e di libertà >di comunicazione è estremamente confusa e carente. È necessario >individuare «strumenti per ampliare il nostro spazio di azione, per >trovare incrinature, fessure in cui inserire i cunei che ci permettano di >scardinare il regime di dittatura mediatica che si è instaurato nel >nostro paese» come ha scritto Valerio Minnella (OrfeoTv), coordinatore >dellarea legale al raduno di Eterea2 e sul forum del sito telestreet. >Tuttora le posizioni e visioni allinterno del movimento telestreet >sono molteplici e differenti. >Illegali ma costituzionali - Come sappiamo le Telestreet rappresentano una >pratica illegale ma costituzionale. Larticolo 21 della Costituzione >infatti recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il >proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di >diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o >censure". Di fatto la legislazione in materia radiotelevisiva >(Mammì 1990 con le sue concessioni-truffa e il piano di >assegnazione mai realizzato, Maccanico 1997 che tentò maldestramente >di metterci una pezza) e le varie sentenze della Corte Costituzionale >rendono la situazione molto più complicata e, a nostro avviso, anche >incostituzionale. >Odg della Camera - Nell'autunno 2003 una proposta di legge a tutela delle >tv di strada esistenti fu presentata dallon. Grignaffini (Ds) >più 98 deputati del centrosinistra. Venne bocciata e subito >trasformata in Ordine del Giorno poi approvato a maggioranza dalla Camera >il 2 ottobre. Un Odg naturalmente non è una legge ma >unindicazione, una sorta di impegno morale del governo. >Sanzioni e rischi - La Mammì (modificando l'art. 195 del codice >postale) prevedeva multe e/o arresto anche per il solo possesso di un >apparecchio trasmettitore, ma di fatto (fino a poco tempo fa) sono sempre >state applicate solo le multe e il sequestro delle attrezzature e solo in >casi di disturbi ad altre emissioni. In molti pensano che gli Odg della >Camera rappresentino unimplicita garanzia per le tv esistenti, ma >l'atteggiamento è piuttosto variabile e non è da escludere un >irrigidimento formale del ministero. >Tv comunitarie - Al momento non si può richiedere una concessione, il >termine ultimo era il 2000, bisogna attendere l'arrivo del digitale che in >teoria dovrebbe rendere disponibili un tot di frequenze. Però >cè una scorciatoia. E emersa la possibilità legale da >parte di un'amministrazione comunale di installare un trasmettitore per >ripetere il segnale di un'emittente che non si riceva bene sullo stesso >territorio comunale e, questa è la cosa interessante, di riservarsi il >diritto di trasmettere per un numero di ore al giorno una programmazione >gestita dai cittadini residenti nel comune. Questa possibilità è >garantita dalla legge Maccanico (249/97), anche se nessuno se ne è >interessato concretamente fino a poco tempo fa. Utilizzando questo metodo >la telestreet di Peccioli (fondata dal sindaco e minacciata di chiusura >nel >settembre 2003) ha ottenuto lautorizzazione ministeriale a marzo >2004. Alcune telestreet e alcuni sindaci (tra cui anche Tele Monte Orlando >a Gaeta) stanno studiando gli aspetti legali e tecnici della faccenda (per >esempio, nella provincia di Latina ci sono 3 frequenze assegnate dalla >legge ad uso comunitario e mai utilizzate). >Canale 71 - Da un po di tempo allinterno del network telestreet >serpeggia anche lidea di reclamare lutilizzazione del canale >71. Il canale 71 e' un canale di proprietà del Ministero della difesa, >è un canale in totale disuso come il 72/73/74 e anche il 70 nonostante >alcune deroghe ne permettano l'utilizzazione da parte di privati in alcune >province. >T.CAP, tv ad accesso pubblico La scorciatoia delle tv comunitarie >rilanci un tema di cui si discute fin dalle origini del movimento >telestreet e cioè le tv ad accesso pubblico che in molti >Paesi sono una realtà da decenni. Ambrogio Vitali è tra gli >autori di un nuovo progetto di apertura legalizzata di spazi pubblici >per la comunicazione con il coinvolgimento delle Pubbliche >Amministrazioni, attraverso le T.CAP, televisioni comunitarie ad >accesso pubblico. «Le tv civiche nascono in nord America e Canada per >estendersi al nord Europa. In Italia appaiono ora i primi esperimenti che >nascono a partire dall'esperienza Telestreet, in particolare dalla >collaborazione di un paio di tv di strada (Orfeotv e Ottolina tv). Si >configurano come Televisioni ad accesso pubblico, godono di risorse >pubbliche (comunali e regionali) e di una legislazione assai problematica >ma plausibile che abbiamo individuato noi nei mesi scorsi e che nessuno >aveva mai pensato di utilizzare. I soggetti che possono usufruire di tale >legislazione sono unicamente le Amministrazioni locali». Su come le >modalità di pratica mediattivista della tv di strada possano essere >collegabili a questi nuovi modelli da qualcuno ribattezzati tv dei >sindaci il confronto è tutto aperto. >La situazione europea - Per avere unidea della situazione nel resto >dEuropa, cè un articolo di Repubblica del 10 febbraio 2004 >(allinterno di una pagina interamente dedicata al fenomeno delle tv >di strada). >Una delibera del Parlamento Europeo del 95 invita ad adottare >«misure per supportare gli Open Channel e quei cittadini >che intendano effettuare trasmissioni, in modo da permettere ai cittadini >laccesso diretto e la partecipazione ai media audiovisivi». >Così, mentre in Italia si attende la discussione del nuovo progetto di >legge che dia dignità di esistere alle tv di strada, altrove la >situazione è già ben avviata da alcuni anni. Dando >unocchiata al resto dEuropa, si scopre che in molti paesi gli >Open Channel operano da oltre ventanni. LOlanda >è la capostipite delle tv comunitarie, emittenti libere a >partecipazione aperta. Ma cè di più, a Rotterdam da tempo >opera con discreto successo PizzaTv: lo spettatore che ha >voglia di partecipare attivamente >alle trasmissioni telefona alla redazione, chiede un >pizza-cameraman e in mezzora si trova a domicilio un >operatore pronto a registrare la performance dello spettatore che così >diventa un vero attore. Il gioco è fatto: in meno di due ore tutto >viene trasmesso sui canali della locale tv. Tutto questo, però, è >possibile grazie alla capillarità del servizio di trasmissione via >cavo, che non è considerato un lusso, ma un servizio pubblico e >sociale, quindi è diffuso presso il novanta per cento della >popolazione a costo zero. In Germania sono 88 le città che hanno >unemittente urbana e sono tutte finanziate dal governo con l1 >per cento degli introiti provenienti dalla tassa di concessione per le >normali tv commerciali. A Stoccolma, invece, esiste un Open >Channel visibile ventiquattro ore al giorno in tutte le 340 mila case >della città: riceve sussidi dal municipio cittadino e una volta a >settimana >ospita le trasmissioni di TvLatina, lemittente della comunità >ispanica del paese. >Lintervento di David Garcia, organizzatore di Next 5 Minutes, >festival dei media tattici di Amsterdam, nel corso di Eterea2 (il secondo >meeting generale di tv di strada e comunicazione indipendente, fine marzo >2004 a Senigallia) ha sottolineato che «il trionfo della libera >trasmissione finanziata con fondi statali, insieme ad una televisione di >contenuti ricchi di diversità però ha ricreato nel tempo le >condizioni precedenti nel rapporto tra produttori e fruitori. Questa >integrazione istituzionale ha >progressivamente determinato una qualità sempre più scadente, >togliendo energia alla necessità di comunicare e di inventare altri >mondi possibili». Insomma, in Olanda la tv legalizzata è >diventata noiosissima. >Lincognita del digitale terrestre - La legge Gasparri (approvata in >maggio 2004, dopo un rinvio alle Camere da parte del Presidente Ciampi) >più che altro cambia la logica con cui dovrebbero venire assegnate le >concessioni, anche in vista del passaggio alla "truffa" digitale, >chiudendo ulteriormente gli spazi per ottenere concessioni per piccole >realtà, dando quindi maggiori armi al ministero per chiudere chi non >ha concessione, pur non modificando sostanzialmente il codice postale. >Lavvento del digitale terrestre (aldilà delle interessate >propagande berlusconiane) rischia di soffocare numerose tv piccole o locali >o autonome, favorendo nuove concentrazioni di mercato (già molto >contestata la legge 66/2001 che stabilisce regole e cavilli improbi). >Secondo Vitali «bisogna aprire pubblicamente le danze sul terreno >legislativo-regolamentare», apportando i contenuti di un emendamento >già redatto per la Gasparri: riservare il 10% della capacità >trasmissiva digitale (terrestre, banda larga e satellite) alle >amministrazioni locali (comuni, province, regioni) per la realizzazione di >televisioni comunitarie ad accesso pubblico.