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Alessandro Rizzo writes: >corriere.it > >Comproprietà tra il presidente e la moglie di De Petro, indagato per >corruzione >Formigoni, yacht in comune con luomo di «Oil for food» >Replica dalla Regione: un gruppo di amici, nulla di nascosto > >DAL NOSTRO INVIATO > >LAVAGNA - Barca galeotta tra Roberto Formigoni e luomo del petrolio >iracheno. Il presidente della Regione Lombardia ha una proprietà in >comune con il suo amico Marco Mazarino De Petro, che è il principale >indagato per corruzione internazionale nel versante italiano dello scandalo >«Oil for food». E uno yacht di 15 metri, modello >«Mochi 56», con due motori da 400 cavalli, 6 posti letto e una >portata massima di 15 persone. Una barca con un nome da fumetto, >«Obelix», che è ormeggiata nel porto di Lavagna. > Sullo scafo campeggia la targa dimmatricolazione: PS 2628 D. Il >pubblico registro delle navi (Rina) conferma che lo yacht è intestato >a cinque comproprietari, tra cui spiccano tre nomi: Roberto Formigoni; >Oriana Ruozi, che è la moglie di Marco De Petro; e Fabrizio Rota, >segretario particolare del governatore lombardo nonché ex presidente >della Socomir, una società partecipata dallazienda petrolifera >Cogep. La barca di 15 metri risulta acquistata nel 2002 per un valore >dichiarato di 240 mila euro. > «Oil for food» (petrolio in cambio di cibo) è il >programma umanitario dellOnu che dal 1996 al 2003 ha consentito al >regime di Saddam Hussein di vendere greggio allestero, in deroga >allembargo, per 67 miliardi di dollari. Dopo la caduta del dittatore >di Bagdad (9 aprile 2003), le Nazioni Unite hanno aperto uninchiesta >per verificare gravi accuse di corruzione: il regime di Saddam avrebbe >accumulato tangenti allestero per almeno 4 miliardi di dollari, ora >usati per finanziare la guerriglia. > Linchiesta internazionale riguarda 266 soggetti (individui o >aziende) di 52 Stati sospettati di aver beneficiato di «assegnazioni >privilegiate» di petrolio. In dicembre lOnu ha trasmesso alla >Procura di Milano una richiesta di indagare in Italia, con tre documenti >chiave. Il primo è la lista del ministero del petrolio iracheno, dove >al nominativo di Formigoni è affiancata la cifra di 24,5 milioni di >barili. Il secondo è un fax inviato l8 giugno 98 da >Formigoni allallora ministro iracheno Tareq Aziz (ora detenuto a >Bagdad): «Eccellenza, mi lasci ricordarle i nomi delle società >petrolifere italiane che le ho segnalato: Cogep e Nrg Oil». Il terzo >è il contratto che ha garantito alla Cogep, tra il 98 e il 2003, >giusto 24 milioni di barili di greggio iracheno: un accordo firmato a >Bagdad da Marco De Petro, consulente esterno dellazienda e, dallo >stesso anno, inviato della giunta Formigoni in >Iraq. > Secondo gli atti dellOnu, la Cogep avrebbe pagato, in aggiunta >al prezzo del greggio, due presunte tangenti: circa 900 mila dollari su >conti attribuiti al regime di Saddam; e 700 mila rimasti invece in >Occidente, sui depositi della società off-shore Candonly. Per questo >la Procura ha indagato i responsabili della Cogep e lo stesso De Petro, ma >non Formigoni. > Un mese fa il governatore lombardo aveva parlato di «inchiesta >politica» per boicottare la sua rielezione. Quanto ai fatti, Formigoni >ha definito De Petro «un ex collaboratore», «con un >contratto da poche migliaia di euro»: «Se ha sbagliato, ma è >tutto da dimostrare, ne risponderà». Interpellato dal > Corriere , il governatore non ha fatto commenti sullo >yacht. Secondo i suoi collaboratori, «la barca è intestata a >cinque vecchi amici, non cè nulla di nascosto» e «la >quota di Formigoni vale meno di 100 milioni di vecchie lire». > A Lavagna oggi molti dipendenti del porto ricordano le gite in barca >di Formigoni e De Petro: «Fino a un anno fa venivano qui insieme con >una certa regolarità - afferma un ormeggiatore - ma da allora, diciamo >dal 2004, non li abbiamo più visti». Nello stesso periodo anche >lo yacht ha cambiato posizione. Prima era «in bella vista», nelle >prima file del porto. Mentre «da circa un anno», come >testimoniano i marinai di Lavagna, è ancorato nel «settore U >15», alla «diga foranea», la barriera frangiflutti più >lontana dalla spiaggia e dai curiosi. > >Paolo Biondani