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Alessandro Rizzo writes: >Diritto alla casa: s'aggravano iniquità e discriminazioni > >La Regione ci riprova a negare la casa a chi più ne ha bisogno. > >I partiti di maggioranza hanno presentato in consiglio regionale un disegno >di legge che ripropone, peggiorandolo, il testo di legge già >dichiarato illegittimo dal Tar dopo il ricorso sindacale: > >v reintroducono >lanzianità di residenza come punteggio per lassegnazione >di un alloggio di edilizia residenziale pubblica; > >v impongono a tutti i richiedenti >uno sbarramento di 5 anni di residenza nel Comune in cui si presenta la >domanda, aggravando persino le norme precedenti e senza riconoscere ai >Comuni alcuna possibilità di deroga per situazioni di particolare >disagio, abitativo o familiare. > >Lega e AN hanno poi preteso che nessun provvedimento per lemergenza >abitativa sia approvato, se prima non sapprova quel disegno di >legge. > >La Giunta regionale non può più raccontare frottole: dichiarare >nelle riunioni con il sindacato che si rispetteranno le decisioni del TAR, >mentre la maggioranza presenta provvedimenti addirittura peggiori di quelli >bocciati. > >Le conseguenze di tale proposito sono evidenti a tutti: marginalizzazione >del disagio e del reale bisogno abitativo nelle graduatorie; più >difficoltà per la mobilità delle persone e delle famiglie; >discriminazione degli immigrati, sia italiani, sia stranieri. > >La maggioranza regionale, per nascondere gli insuccessi nella politica >della casa, ora cerca di speculare sulle paure e le insicurezze dei >cittadini. >Quel che non si può nascondere è che di case popolari in questi >anni non ne sono state costruite, nonostante le risorse disponibili; e >nonostante il continuo incremento degli affitti e dei prezzi >dacquisto, che rende impossibile per un numero crescente di famiglie >soddisfare un bisogno primario come quello di unabitazione dignitosa. >Come viene denunciato sempre più spesso e da più parti. >Anche recentemente sindacati, partiti, la Curia e lo stesso Prefetto di >Milano si sono trovati in sintonia nel denunciare il drammatico bisogno di >case e la mancanza di interventi efficaci al riguardo. >È ora di riconoscere, una volta per tutte, che le case pubbliche vanno >assegnate, senza discriminazioni, a chi vive e lavora in Lombardia e ne ha >veramente bisogno. >La casa in affitto calmierato, costruita con le trattenute sui salari di >tutti i lavoratori dipendenti, va data ai lavoratori che non hanno un >reddito sufficiente per stare sul mercato, ai giovani che vogliono formare >una famiglia e non possono contare sui risparmi dei genitori; agli anziani >con modeste pensioni; a prescindere dalla regione di provenienza o dal >colore della pelle. > >Basta con la demagogia: i cittadini hanno bisogno di garanzie e sicurezza; >non servono discriminazioni nei confronti dei più deboli. >Di questa politica, dichiarata illegittima dal Tribunale Amministrativo >Regionale, non abbiamo bisogno, perché è dubbio che serva >granché in termini di consensi elettorali, mentre è certo che >aumenterà disagi e tensioni sociali. > >Penalizzare chi vive e lavora regolarmente in Lombardia, reintroducendo il >punteggio di residenza, è una scelta discriminatoria e antisociale, >che contrasta anche con le necessità di sviluppo economico e con le >esigenze del mercato del lavoro della nostra regione. > > >Il Sindacato chiede limmediato ritiro del progetto di legge, >riservandosi, in caso contrario, di continuare ad opporsi in tutte le forme >legittime. > > > CGIL CISL UIL della Lombardia >Sicet, Sunia, Uniat, della Lombardia