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Alessandro Rizzo writes: >Care amiche, cari amici, > oltre all'inchiesta di stampo internazionale che coinvolge la >giunta uscente Formigoni sull'affare Oil for food, ossia eliminazione >dell'embargo per profitti privati per gestione delle risorse petrolifere >per aziende prestanome, la Regione è coinvolta come ente locale in >qualità di parte convenuta per un'altra questione giudiziaria, ossia >la questione dell'indagine sui finanziamenti richiesti a titolo di rimborso >all'Ufficio Sanitario Nazionale per interventi mai avvenuti o avvenuti >contro la volontà e le necessità dei pazienti. Le indagini >partono da questioni apertesi con denunce di pazienti di istituti privati, >il 65% delle denunce per casi di mala gestione amministrativa e opsedaliera >del servizio sanitario provengono da casi avutisi presso istituti privati >aziendalieri, nei confronti di trattamenti che hanno leso i propri diritti >alla salute e all'essere fruitore di un servizio efficente e completo. >Credo che questi dati di fatto ci facciano >comprendere come sia fallimentare il modello formigoniano della gestione >del servizio sanitario: prestazione economiche agli istituti privati o a >gestione partecipata; alle fondazioni ospedaliere e tagli corposi alla >sanità pubblica, allo stato sociale. Credo che le lancette >dell'orologio su tale questione siano tornate indietro di qualche anno. >Un cordiale saluto >Alessandro Rizzo >Candidato Consiglio Regionale Lombardia - Comunisti Italiani > > >Gli inquirenti avrebbero soffermato la loro attenzione anche su alcuni >interventi di by-pass coronarici. Per ora tre gli indagati >Sanità, l´inchiesta in Regione >I magistrati acquisiscono tutte le carte sui rimborsi all´Humanitas >la Repubblica - 3 marzo 2005 > >Acquisizione di atti. Ieri i carabinieri del Nucleo Operativo sono andati >in Regione per ottenere i documenti sui rimborsi per gli interventi al >cuore versati alla clinica Humanitas. Gli indagati finora sono 3, i casi >sospetti 21. L´inchiesta diventa un caso politico: Formigoni difende >la politica sanitaria della Regione. L´opposizione accusa: «Il >modello lombardo crea i presupposti per eventuali scandali». >CIRILLO, ROSSI E SANSA ALLE PAGINE II E III > >Humanitas, si indaga su 21casi >Alla procura le carte della Regione per i rimborsi >I documenti acquisiti ieri dai carabinieri Tre gli indagati >L´inchiesta anche su alcuni interventi di by-pass coronarici >L´opposizione: "Colpa della ricerca del business" >addio È entrato in coma, ha vissuto 9 mesi sulla sedia a rotelle Si >è spento dieci mesi dopo >riabilitazione Non ce n´è bisogno, spiegarono a me e mio fratello >Tre giorni dopo arrivò l´ictus >FERRUCCIO SANSA >Carabinieri in Regione. Lo scopo: acquisizione atti. Ieri gli uomini del >nucleo operativo hanno aggiunto un altro tassello all´indagine sugli >interventi al cuore compiuti dal chirurgo Roberto Gallotti nella clinica >Humanitas. È stato raccolto tutto il materiale relativo alle somme >versate dagli enti pubblici all´istituto di Rozzano per operazioni in >regime di convenzione. >L´ipotesi dei pm Eugenio Fusco e Maurizio Romanelli è chiara: >alla Humanitas sarebbero stati effettuati interventi al cuore non >necessari, soltanto per percepire i rimborsi dal sistema sanitario >nazionale. La documentazione consegnata dalla Regione sarà adesso >esaminata dagli inquirenti insieme con i diciotto scatoloni sequestrati due >giorni fa nella clinica di Rozzano (cartelle cliniche, contratti di >consulenza tra il chirurgo e l´ospedale, documenti sui rapporti tra la >struttura e i fornitori di valvole cardiache). >Finora le persone che hanno ricevuto avviso di garanzia sono tre: prima di >tutti, ovviamente, Roberto Gallotti, indagato per lesioni aggravate oltre >che per truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Con lui hanno >ricevuto l´avviso (ma solo per truffa) anche i legali rappresentanti >della casa di cura, Ivan Colombo e Gian Felice Rocca (tra gli azionisti >dell´Humanitas c´è la Techint, che fa appunto riferimento >alla famiglia Rocca). Un atto richiesto dalla nuova legge sulla >responsabilità delle società. >L´indagine comunque è ancora all´inizio: adesso la procura >dovrà nominare i consulenti tecnici che esamineranno tutte le carte >raccolte. E valuteranno se ci sono elementi per affermare che sono stati >compiuti interventi al cuore non necessari. Anzi, in alcuni casi perfino >dannosi. Ventuno i casi sotto la lente di ingrandimento dei magistrati. I >pubblici ministeri hanno già cominciato ad ascoltare i testimoni: i >malati, ma anche i dipendenti dell´ospedale. Bisognerà trovare >conferme alle accuse ed eventualmente capire se ci sia stato anche qualche >funzionario pubblico che ha favorito il pagamento dei rimborsi. Importante >sarà anche un esame dei movimenti patrimoniali delle persone accusate >per capire da chi le somme versate dalla Regione siano state effettivamente >incassate: un intervento per la sostituzione di una valvola prevede un >rimborso di 15-18.000 euro per i privati (e ha un tasso di mortalità >tra il 2 e il 3 per cento). Gli >inquirenti però avrebbero soffermato la loro attenzione anche su >alcuni interventi di impianto di by-pass coronarici. >Ma l´inchiesta della magistratura e le accuse alla clinica Humanitas >hanno sollevato già un caso politico. Il primo a intervenire è >l´assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Carlo Borsani: >«I lombardi possono stare tranquilli: nessuno li opera senza >comprovata necessità». E ha aggiunto: «Dieci anni fa si >moriva, troppo spesso, per motivi cardiologici. Talvolta prima di arrivare >in sala operatoria. L´unica logica che ci ha guidato è stata la >preoccupazione di salvare vite umane. Noi abbiamo anteposto le esigenze >delle persone in carne e ossa ai modelli teorici. Di questo andiamo >orgogliosi», dichiara Borsani. Ma sulle accuse mosse a una delle >cliniche più note di Milano, si pronuncia anche il presidente della >Regione, Roberto Formigoni: «Lasciamo che la magistratura indaghi, per >ora si tratta solo di un´ipotesi, ma ricordo che il professore >indagato è persona di chiarissima fama, noto in Italia e >notissimo all´estero. Sempre nel pieno rispetto della magistratura - >prosegue Formigoni - che deve vagliare le voci raccolte, ricordo che >l´Humanitas è una struttura all´avanguardia, tanto che la >principale agenzia statunitense la colloca tra i primi 17 ospedali >europei». Sembrerebbe quasi una difesa. E piuttosto singolare: secondo >l´ipotesi della procura, infatti, la Regione Lombardia sarebbe parte >lesa. Cioè sarebbe stata truffata. >In discussione non pare solo la reputazione dell´Humanitas, ma tutto >il sistema sanitario regionale. «Il modello lombardo ha fatto della >salute un affare per i privati», commenta il capogruppo del Prc, >Gianni Confalonieri. Che aggiunge: «Il modello sanitario voluto da >Formigoni e dalla sua maggioranza rende del tutto praticabili azioni di >questo tipo, perché l´obiettivo del privato è il profitto. >Anche i numeri parlano chiaro, visto che negli ultimi anni le prestazioni >in Lombardia sono lievitate, passando da 74 a 136 milioni». >D´accordo anche Fiorenza Bassoli (Ds), vicepresidente del consiglio >regionale: «La Regione ha favorito l´accreditamento di un numero >eccessivo di strutture in alcuni settori, basti pensare che di >cardiochirurgie in Lombardia ce ne sono 23, mentre per gli standard europei >ne basterebbero 9». > >l´intervista >Liuzzo del Tribunale dei diritti del malato: non fatevi operare prima di >aver dato il consenso >"Il paziente deve essere informato" >"Il 65 per cento delle denunce lo raccogliamo da chi ha usufruito di >strutture private" >"Aggiungere prestazioni non previste è tecnica che può >essere usata per avere i rimborsi" >ANNA CIRILLO >Gianfrancesco Liuzzo, del Tribunale dei diritti del malato, vi siete mai >imbattuti in casi di pazienti operati senza che ne avessero effettivamente >bisogno? >«Non sono casi frequenti, ma purtroppo capitano, abbiamo ricevuto >qualche denuncia negli anni scorsi. È più facile imbattersi in >errori, la persona operata alla gamba destra piuttosto che sinistra, per >esempio. Ma attraverso le perizie si può arrivare alla verità e >verificare l´imperizia del medico o la truffa. Nella vicenda >dell´Humanitas, se le indagini accerteranno degli illeciti, noi ci >costituiremo parte civile». >I cittadini si rivolgono a voi per denunciare che tipo di problemi? >«Per qualsiasi difficoltà che si trovano ad affrontare nella >sanità, nel farsi curare in maniera adeguata. Lo scorso anno abbiamo >avuto a Milano 2.589 contatti con cittadini per problemi sanitari. Di >questi 150, il 6 per cento ha avuto bisogno di approfondimenti medico >legali. Quello che dice il paziente va sempre verificato, è nostro >dovere, spesso quando arriva qui è sicuro di aver ricevuto un torto e >magari non è così. Noi approfondiamo, diamo il nostro parere, >anche legale, gratuitamente, poi lui decide che fare». >Le denunce arrivano più da strutture pubbliche o private? >«Il 65 per cento arriva da strutture private». >I casi più diffusi? >«Le liste di attesa per esami sono motivo di diatribe quotidiane, la >mancanza di posti letto anche. Dei 2.589 contatti il 28 per cento >riguardavano chirurgia generale, il 12 per cento ortopedia, soprattutto per >danni post operatori; il 9 per cento oncologia, per pazienti sottoposti a >cure oncologiche che non sono stati informati della possibilità di >utilizzare farmaci di ultima generazione, innovativi, più costosi ma >con minori effetti collaterali. Rispetto all´anno scorso questo tipo >di denunce hanno avuto un aumento del 10 per cento. Poi odontoiatria, 6 per >cento, soprattutto per dentisti che non sono dentisti; 5 per cento >oculistica, per danni dovuti al cristallino difettoso». >Prestazioni inutili per avere rimborsi? >«Aggiungere prestazioni, non effettuate o non richieste, è una >tecnica che può essere usata per avere i rimborsi. Accade con la >prescrizione di farmaci inutili ma anche con la prescrizione di prestazioni >che non sono indispensabili, il che può anche essere interpretato solo >come un mero errore di valutazione del medico». >Per tutelarsi come si deve comportare il paziente? >«Il consenso informato è molto importante. Il paziente ha il >diritto di essere informato su tutto prima di fare una operazione, in >maniera completa e chiara. Ha diritto ad avere risposte esaustive sui >rischi che corre, sulle alternative farmacologiche. Se non le ha può >anche chiamare i carabinieri. La mancanza del consenso informato, che va >firmato, è condannata dal codice penale. E poi consiglio di avere >sempre l´appoggio del medico di famiglia». > >LA STORIA >"Adesso voglio sapere tutta la verità su mio padre" >PAOLO BERIZZI >Oreste aveva 78 anni. Faceva il contadino. Fino al giorno prima del >ricovero, e stava già parecchio male, non c´era verso di tenerlo >lontano dai campi. La terra, i vitigni, il barbera. Se lo ricordano bene, >Oreste, a Mombercelli, duemila anime nell´astigiano: le mani grandi >come rastrelli, la forza di un elefante, il carattere schivo e sanguigno. >Moglie e sei figli, Oreste Castino era uno che piegava la schiena. >Nonostante quel cuore malconcio, che balbettava. Colpa dell´aorta che >non pompava sangue abbastanza. >SEGUE A PAGINA III > >Oreste Castino fu operato nel 2001 per la sostituzione di una valvola >aortica >"Così morì mio padre >Ora voglio tutta la verità" >in sala Mi dissero: mettiamo una protesi animale perché dura 10 anni e >suo papà ne ha già 78, non vale la pena ricorrere all´altra >l´inizio Dopo la visita il cardiologo ci spiegò: andate a >Rozzano, c´è il centro migliore d´Italia Arrivammo il 6 >gennaio >La figlia Chiara "Non accuso nessuno ma alcune cose non furono >chiare" >PAOLO BERIZZI >(segue dalla prima di cronaca) >«L´ho portato all´Humanitas il 6 gennaio 2001...»: il >racconto di Chiara, una delle due figlie di Oreste, comincia da qui. E si >trascina sino a oggi («Ma dell´inchiesta, di questa strana storia >piena di ombre e di punti interrogativi, non sapevo niente»). Sino >all´avviso di garanzia a Roberto Gallotti, il primario che ha operato >papà, e a Gianfelice Rocca, responsabile legale (e azionista di >riferimento) di quella clinica che il cardiologo di Oreste aveva >consigliato alla famiglia. «Andate a Rozzano, ci dice. Per la >sostituzione delle valvole è uno dei centri migliori in Italia. Non ve >ne pentirete». È il 6 gennaio di quattro anni fa. Accompagnato >dalle figlie, il signor Castino entra all´Humanitas. «Il primo >impatto è positivo - ricorda Chiara - . Medici e infermieri non hanno >perso tempo. Mio padre aveva bisogno di un intervento urgente. A dicembre >aveva avuto diversi problemi: mancamenti, principi di soffocamento, insomma >avvisaglie da infarto». >Sulla cartella clinica del paziente Oreste Castino, ricoverato nel reparto >di cardiochirurgia, secondo piano della clinica, si legge: «Sottoposto >a operazione per sostituzione valvola aortica con protesi biologica >Mitroflow 21. In data 22 gennaio 2001». E questo è un punto >importante. La protesi "Mitroflow 21" è di derivazione >animale, è, per l´esattezza, ricavata dal maiale. «Quando >chiedo ai medici perché a mio padre applicassero proprio questo tipo >di valvola mi rispondono: "Perché la valvola animale ha una >resistenza di 10 anni. Suo padre ha 78 anni, non vale la pena di metterne >una meccanica: quelle durano anche 20 anni"». Chiara abbozza, >«ma insomma coi miei fratelli ci rimaniamo un po´ male. Voglio >dire: ammesso che l´operazione fosse riuscita e lui fosse stato bene, >perché porre limiti alla provvidenza?». In effetti >l´intervento va benone. «Uscito dalla sala operatoria, >papà sta in rianimazione 24 ore. Poi lo riportano in camera. Ma dopo >tre giorni, a sorpresa, torna in rianimazione. Il perché non lo >abbiamo mai capito. Ed è una delle cose che ancora oggi non ci >tornano. Eravamo preoccupati, pensavamo a una ricaduta improvvisa. Invece >no: gli avevano fatto un altro arresto cardiaco meccanico. Prassi normale, >ci spiega il dottor Gallotti. E vabbé». >Sta di fatto che il 27 gennaio, ventuno giorni dopo il ricovero, Castino >viene dimesso. Con una comunicazione inattesa, e persino gradita. >«Prima dicono che una volta uscito dalla clinica papà avrebbe >dovuto iniziare una riabilitazione in un centro specializzato - . Poi, poco >prima delle dimissioni, cambiano idea: "Tutto a posto. Niente centri >specializzati. Basta la terapia e i controlli dal cardiologo"». >Passano tre giorni e Castino è colpito da un ictus. In casa, a >Mombercelli. «Gli stiamo provando la pressione, si accascia sul >tavolo. All´ospedale entra in coma, poi si riprende. Ha vissuto nove >mesi sulla sedia a rotelle, senza riuscire a muoversi né a parlare. >Emetteva dei suoni appena comprensibili. Anche se di testa era lucido, >capiva tutto». >Due mesi in ospedale, ad Asti. Poi a casa. Dove muore il 5 novembre. Sempre >2001. Chiara dice che non vuole accusare nessuno. «Ci mancherebbe, >anche perché mio padre non c´è più e nessuno me lo >può riportare». Ma vuole vederci chiaro, questo sì. «Ad >Asti abbiamo chiesto se poteva esserci un legame tra la morte e >l´operazione. Ci hanno detto che stabilirlo è impossibile». >Un intervento non necessario quello su Castino? «No, questo non credo: >mio padre dell´operazione aveva bisogno. Però, adesso, voglio >sapere se a Rozzano è stato fatto qualcosa che magari non andava >fatto. Dall´Humanitas ci hanno chiamato soltanto un anno dopo le >dimissioni. Volevano sapere come stava il paziente. Ma il paziente era >già morto».