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Alessandro Rizzo writes: >Care e cari tutti, > alla questione sottoposta alle lettrici e ai lettori nel sito >nazionale del Partito dei Comunisti Italiani su cosa fosse il proprio >pensiero circa le affermazioni incredibili e irresponsabili del l'attuale >ministro del Lavoro Roberto Maroni, in cui il medesimo considera >inesistente il lavoro precario, dato che tutto è contrattato ed a >norma di legge, ho risposto come segue. Pongo questo all'ordine del giorno >della discussione in quanto credo che sia doveroso che la Regione Lombardia >debba provvedere a rendere contrattualizzabile e regolamentare tutti gli >aspetti giuridici e sociali dei lavori precari e atipici, parasubordinati, >definiti così dal ministero e dagli istituti della previdenza sociale, >tramite la regola dell'assunzione a tempo indeterminato presso i vari >uffici pubblici e presso le diverse aziende a partecipazione dei >parasubordinati atipici a contratti di lavoro a progetto o sotto forme dal >contenuto altamente precario. > >Un fraterno saluto >Alessandro Rizzo >Candidato alle elezioni Regionali Lombardia - Lista Comunsiti Italiani > > > > >L'affermazione del ministro Maroni denota la totale mancanza e assenza di >consapevolezza della grave crisi produttiva, industriale e lavorativa da >parte dell'attuale governo e, di conseguenza, dell'attuale stesso ministro >del welfare. La crisi della produzione è all'ordine del giorno e il >governo non gestisce le risorse economiche garantendo giusti interventi >economici che possano promuovere una formazione permanente e di contenuto >qualificante per il lavoratore. Premetto questo in quanto considero questo >dato come correlato pericoloso e aggravante della precarietà ormai >contrattualizzata e legalizzata istituzionalmente, grazie a un intervento >legislativo, quale quello della disumana e ignobile legge 30, che rende non >solo incerto il futuro del lavoratore autonomo, ma determina un vero e >proprio sconvolgimento del principio del "favor debolis", ossia >del principio giuslavoristico secondo cui la normativa contrattuale e >quella quadro a livello nazionale devono >favorire nella contrattazione, fase di regolamentazione dei diritti e degli >obblighi reciproci, tra dipendente e datore di lavoro il lavoratore >medesimo, in quanto si presume essere la parte più debole nel rapporto >e, quindi, più ricattabile. Questo principio è di fatto >annientato con la nuova legislazione in quanto il sindacato non ha più >quella forza collettiva di aggregazione rappresentativa dei diritti dei >lavoratori, data la parcellizzazione ulteriore e ultronea dei rapporti di >lavoro che vengono configurati come "atipici". Lo spezzettamento >è, in secondo luogo, deteriorato dall'eliminazione delle regole >limitanti e controllanti la cessione di rami d'azienda e d'attività >produttive. La forza politica rivendicativa del sindacato confederale >è, in terzo luogo, elisa da una legislazione che immette il sindacato >in una funzione corporativa, ossia come mero sportello di servizio nella >funzione di collocamento della forza lavoro >all'interno dell'istituzione dei cosiddetti enti bilaterali privati, non >più pubblici. In ultimo la questione più grave che deriva dalla >presente legge è l'istituzionalizzazione di una forma classica di >sfruttamento neoschiavistico, ossia la legittimazione a instaurare forme di >capolarato legale, ossia di cessione in affitto di manodopera da un'azienda >prestatrice di servizi a un'azienda di stampo multinazionale o di altra >natura. Credo che questi dati di fatto, che considerano il lavoratore >autonomo come una reale merce, un prodotto utilizzabile ai fini >imprenditoriali di servizio istantaneo, un macchinario da utilizzare per >interessi di breve periodo e da gettare alle ortiche nel momento in cui non >vi è più utilità riscontrata da parte dell'azienda, a >livello di mero profitto immediato, diano risposte di assoluta critica e di >assoluta smentita nei riguardi delle dichiarazioni avventate e >irresponsabili dell'attuale ministro del lavoro. Proprio per >questo dobbiamo, come Partito dei Comunisti Italiani, come partito per il >lavoro, costruire una rappresentanza politica unitaria a livello >istituzionale delle istanze sociali dei lavoratori, di concerto con le >rivendicazioni sindacali, che devono rimanere nel proprio ruolo di >promotori delle politiche di rivendicazione salariale e del miglioramento >delle condizioni, oggi pessime, dei lavoratori autonomi, dei cosidetti >nuovi lavoratori, propagandati in modo indegno dall'attuale maggioranza >come "imprenditori di se stessi", di fatto appartenenti alla >categoria dei nuovi schiavi della fase capitalistica imperialista. >L'articolo 3 della nostra Costituzione è conseguente all'articolo 1 >che prevede il lavoratore come cittadino soggetto assoluto di diritti, il >quale, proprio perché concorrente alla determinazione del progresso >sociale e civile, è l'epicentro di una legislazione ordinamentale che >garantisca al medesimo dignità personale e l'attuazione e >l'applicazione di tutti quei diritti formali, che a esso vengono >riconosciuti sulla "carta". Proprio per questo dobbiamo chiedere >l'abrogazione totale di tale ignominiosa legge e di creare una legislazione >che amplifichi quelle tutele che sono state recepite dallo Statuto dei >Lavoratori, conquista storica di anni di lotte operaistiche del movimento >dei lavoratori condotto in Italia dalle forze progressiste, sociali, >comuniste e democratiche. >Alessandro Rizzo, coordinatore FGCI provinciale di Milano