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La legge Regionale dell'Emilia Romagna, che ho inviato nel mio precedente messaggio, riguarda un esempio legislativo di ampio contenuto sociale e solidaristico sul tema dell'immigrazione e delle politiche di integrazione degli immigrati, degli apolidi, dei rifugiati politici, destinatari in primo luogo del provvedimento inclusivo. L'impianto legislativo è costituito da un'analisi storica, culturale e sociale dell'immigrato e della delineazione di un'istituzione interessante dal punto di vista dell'innovazione nel campo delle politiche sull'immigrazione: la programmazione triennale per l'integrazione e per le disposizioni inerenti attività di inclusione e di solidarietà sociale con i soggetti appartenenti a questa categoria. In secondo luogo si viene a definire una piattaforma politica che è indirizzata a istituire la Consulta Permanente degli immigrati avente determinate competenze tra cui la programmazione politica e l'attuazione del principio espresso nel paragrafo precedente; l'integrazione sociale a livello territoriale, in coordinazione con gli enti locali inclusi nella Regione; la proposta di un osservatorio delle istanze sociali, culturali e politiche dei cittadini immigrati, che stimi i fabbisogni degli immigrati e la politica di armonizzazione degli ingressi; la delineazione di un protagonismo sociale e civile degli immigrati. Questa disposizione è in armonia con i contenuti del Testo della disposizione dell'Unione Europea n° 43 del 2000 e del testo della disposizione n°78 del 2000. La Consulta viene eletta a suffragio universale dai cittadini destinatari della proposta ed è propedeutica per la politica Le Regioni, in questi atti comunitari, vengono definite come organizzazioni competenti in materia di programmazione e di definizione di piani contro la discriminazione razziale, culturale e religiosa. Il piano legislativo prevede, infine, la disposizione di un programma per l'assistenza sanitaria, a cui poter accedere liberamente e con pari dignità rispetto all'accesso previsto per i cittadini italiani, prevedendo forme di assistenza pubblica e di promozione sociale e previdenziale di stampo pubblico; e, infine, forme e canali di ingresso libero e plurale, senza forme vessatorie, degli immigrati negli istituti formativi scolastici e professionali, di natura pubblica e privata, nazionale o regionale. Credo che questa esperienza sia un'esperienza modello a cui poter guardare con grande interesse nell'ambito della definizione di un capitolo fondamentale del programma regionale per una coalizione di centrosinistra, alternativa al centrodestra e all'affarismo xenofobo ed escludente del modello aziendalistico della destra. Credo, quindi, che sia importante pensare a costruire un luogo di forte confronto e di seria analisi dei contenuti di tale legge e adattarla alle politiche programmatiche del centrosinistra e agli impegni politici e progettuali della coalizione a livello regionale lombardo. Io mi assumo l'impegno di fare propria questa proposta e l'impianto di questa esperienza già operativa in Regione Emilia Romagna: la partecipazione e l'inclusione sociale dei cittadini lavoratori immigrati è conditio sine qua non è possibile portare all'operatività il principio di eguaglianza sostanziale dei cittadini di fronte alla legge e di fronte alle opportunità che l'ordinamento consente di usufruire. La sicurezza è una questione politica di interesse collettivo: ma per sicurezza si deve intendere la sicurezza sociale, che solo una seria e responsabile politica dell'inclusione e delle pari opportunità può aiutare ad affrontare con spirito laico e sereno, con forza progettuale degna di un obiettivo emancipatorio delel classi subalterne e deboli del sistema iniquo attuale e di quello di mercato. Un fraterno saluto e aprirei la discussione, la proposta di contributi e di commenti. Alessandro Rizzo Candidato alle elezioni regionali 2005 - Lombardia Lista Partito dei Comunisti Italiani