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Maurizio Rotaris su domenica 23 ottobre 2005 alle 15.42 +0000 ha scritto: ci troviamo di fronte a situazioni demergenza o queste situazioni sono stabili e croniche nel tessuto sociale e urbano ? Sono sufficienti risposte e risorse che tamponino lemergenza oppure sono necessarie iniziative strutturali fra pubblico e privato e strategie idonee di lungo respiro ? Il Convegno dal titolo Senza tetto a Milano dinverno.Iniziative strutturali fra pubblico e privato nelle emergenze sociali: nellemarginazione e nelle nuove povertà si terrà il giorno Alla fine dell'anno scorso, con l'obiettivo di tenere un seminario presso un'associazione di imprese cooperative, acquistai un libro che trattava delle origini dello "Stato Sociale". Era un libro che ne raccoglieva e sviluppava la storia in modo approfondito e documentato dalle origini delle associazioni di carità fino alla moderna legislazione sociale. Con l'intenzione di approfondire lo specifico milanese sul medesimo argomento, ho recentemente trovato un libro che sto leggendo e sul quale spero di aver modo in futuro di discutere con qualcuno : "La città e i poveri" (edizione Jaka Book - autori vari). Ve ne riporto la postfazione. "Fra Quattro e Cinquecento, nel momento in cui il mondo europeo si apre a nuove forme di sensibilità e a nuovi orizzonti di vita politica e sociale, il problema degli atteggiamenti da assumere di fronte alla sempre pù evidente presenza di poveri ed emerginati si pone in termini inediti. Anche nel territorio lombardo ci troviamo davanti ad uno sforzo creativo che, rielaborando il patrimonio della tradizione assistenziale medievale, muove dai ceti sociali pù agiati, dalla rete delle corporazioni e delle confraternite religiose, dalla trama minuta dele istituzioni ecclesiastiche. Un dinamismo diffuso e capillare che i poteri della società civile e le autorità della Chiesa si propongono di incanalare e regolamentare, ma anche di difendere e di incentivare , nel quadro di un "sistema" caritativo che, via via caricandosi di accenti nuovi durante l'età dela Controriforma e i lungo dominio spagnolo, puntava alla costruzione di una convivena il pù possibile pacifica e ordinata." Ecco, ho decisamente l'impressione che sia questo il modello di Stato sociale che ha in mente chi guida il nostro Comune, solo che qui si parlava del periodo dal rinascimento all'età spagnola mentre noi siamo negli anni 2000. Forse occorre pensare che, in tema di welfare, va fatto un passo avanti e non dieci passi indietro.