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La conferenza stampa delle ore 13 al ristorante Puerto Alegre, durante il pranzo di inizio d'anno offerto dai City Angels ai senza dimora milanesi, ha fornito molti spunti di discussione ed approfondimento. I numerosi ospiti che sono intervenuti ed i molti giornalisti presenti hanno centrato in particolare i nodi problematici e critici della legge sull'immigrazione Bossi Fini, in secondo piano i chiarimenti sulla querelle nata con l'Assessore ai Servizi Sociali Tiziana Maiolo che ha inviato in rappresentanza il Direttore dei Servizi Socio Sanitari e l'addetto all'Ufficio Stampa. Gli interventi si sono così succeduti: Mario Furlan presidente dei City Angels ha ribadito la posizione delle nostre associazioni relativamanete all'aiuto verso persone in condizioni di irregolarità nel nostro paese, ha suggerito proposte per la modifica della Legge Bossi Fini ed ha richiesto all'Onorevole Maiolo di essere la prima firmataria di un documento che partendo da Milano proponga le modifiche necessarie da apportare alla legge vigente. L'avvocato Perego ha illustrato le attuali possibili interpretazioni della Legge in vigore che consentono di garantire l'assistenza sanitaria agli stranieri irregolari, sottolineando l'aspetto preventivo, ovvero della possibilità di accoglienza e dell'assistenza nei confronti di persone che in particolari condizioni (il dormire al freddo può certamente essere una di queste condizioni) possano veder compromesso il proprio stato di salute. Il sottoscritto ha denunciato il silenzio e la cecità di una città che non vuole, da oltre un decennio, affrontare il problema degli irregolari, mantenendo una condizione di estrema precarietà e di rischio su fasce sociali differenti: dalla povertà estrema, allo sfruttamento del lavoro nero, alla condizione dei minori. Oltre alla primaria assistenza da destinare a chi ha bisogno, mi è premuto sottolineare come gli attuali meccanismi di regolazione dei flussi, siano quantitativamente irrisori rispetto al numero di persone già inserite in attività lavorative non regolarizzate nella nostra città. Il rapporto è di qualche centinaia di unità previste dai flussi a fronte di migliaia di persone già inserite in attività lavorative non regolarizzate. L'Assessore ai Servizi Sociali della Provincia ha denunciato l'incostituzionalità della Legge Bossi Fini. Il Presidente dei Comitati Cittadini milanesi Carlo Montalbetti, si è espresso per una verifica dei risultati della Legge Bossi Fini, che se aveva fra i suoi obiettivi sicuritari un controllo e una limitazione dei flussi migratori, si scontra oggi con una realtà ove la permanenza dei fenomeni migratori deve necessariamente confrontarsi e dedicarsi ai processi di integrazione. Il Commissario Provinciale della Croce Rossa Italiana ha illustrato le attività della CRI destinate sul territorio milanese ai senza dimora con o senza documenti in regola. E' stata ribadita la mission umanitaria dell'ente non certo vincolata nell'assistenza e nell'aiuto alla condizione di regolarità o meno. Un rappresentante della Fondazione Fratelli di San Francesco ha descritto le attività di accoglienza a favore di regolari e non. Il Rappresentante del Comune di Milano ha ribadito che l'amministrazione pubblica non può fare dichiarazioni contrarie alla legge, pur se negli anni scorsi nulla ha vietato alle associazioni private di accogliere stranieri irregolari presso i dormitori (certo non in convenzione con il Comune di Milano) Ha inoltre sottolineato l'assenza di risorse di accoglienza nei territori limitrofi al Comune di Milano da cui deriva soprattutto nei mesi invernali un esodo verso la città poichè più attrezzata di servizi. Alcuni interventi di giornalisti hanno centrato infine la questione: "come mai la gestione di servizi per l'emergenza freddo è stata assegnata dal Comune ad una società per azioni, invece che alle associazioni di volontariato con consolidata esperienza che pur avevano partecipato al bando per la gara d'appalto ?" Non c'è stata risposta, ma la spiegazione è molto semplice: l'Spa in oggetto aveva presentato dei costi di gestione più bassi degli altri. La cosa onestamente fa pensare: l'acquisizione di finanziamenti per la gestione di progetti del genere, lo so per esperienza, non lascia alcun margine di guadagno all'ente gestore, anzi semmai l'ente ce ne rimette di suo. Per una Onlus è normale chiudere il bilancio in pareggio, cercando di evitare semmai di andare in rosso sul progetto. Ma una Spa che ha per sua natura l'elemento del profitto, come può abbassare a tal punto i costi di gestione, garantendo un minimo di qualità del servizio e un margine di profitto ? Boh Maurizio