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Emergenza freddo, posti esauriti nei dormitori da Il Corriere della Sera del 27 dicembre 2004 27 dicembre 2004 I responsabili dei centri daccoglienza privati: il Comune respinge i clandestini. Lassessore Maiolo: non si può violare la legge Milano - Senza casa. Senza famiglia. Senza documenti. Prima di entrare nel dormitorio di via Calvino, Umberto, 71 anni, lottava contro il freddo della notte di Natale in piazza Affari. Invisibile, come altri 4 mila uomini e donne che vivono la metà oscura di Milano. Ma, per quanto possibile, più fortunato. Perché, a differenza di Umberto, gli altri clochard non hanno alternative alla strada. I centri privati sono pieni «e, ahimè, le strutture pubbliche non ospitano gli irregolari, che sono i più numerosi», sospira padre Clemente Moriggi, vicepresidente della fondazione Fratelli di San Francesco. Con la conseguenza che una trentina di letti nei centri comunali di via Anfossi e via Maggianico restano vuoti. Padre Clemente è abituato ai numeri. Da dieci anni ospita duemila persone al giorno. Eppure i conti sembrano non tornargli più. A partire dai tre turni necessari per «sfamare i 650 emarginati che si sono presentati al pranzo di Natale». Molti dei quali oggi affollano i due dormitori della fondazione. Letteralmente «strapieni»: 150 uomini in via Calvino, 100 donne in viale Isonzo. E il capannone di piazzale Lodi, quello dei «saccoapelisti», che viene preso dassalto tutte le notti. Una situazione che si ripete in tutti i ricoveri di Milano. Pieno il «Villaggio della Misericordia» fondato da Fratel Ettore ad Affori. Solo un letto libero al centro Arca in via San Giovanni alla Paglia. La Casa della Carità di via Brambilla può invece concedere solo tre o quattro ingressi straordinari al giorno, in attesa di entrare in funzione a pieno regime, a gennaio. «In città cè una necessità urgente di posti letto - dice don Massimo Mapelli, collaboratore di don Colmegna nella Casa di via Brambilla -. Riceviamo ogni giorno richieste di accoglienza dalle parrocchie, dai servizi sociali ospedalieri, dalle forze dellordine. Tutte le strutture della città sono sature». E i disagi maggiori li vivono gli «irregolari», spiega Mario Furlan, fondatore dei City Angels. Rumeni, moldavi, bulgari, ucraini, maghrebini. Ma anche italiani. Che si ritrovano nei capannoni dismessi in viale Forlanini, nei parcheggi in disuso, nelle auto abbandonate attorno alla Stazione. «Per questo sarebbe utile che il Comune accogliesse anche i sans papier , o almeno le donne. Come è stato fatto lanno scorso nel centro di viale Jenner». Certo, «non è compito nostro far le leggi sullimmigrazione», aggiunge Maurizio Rotaris, responsabile di Sos Stazione Centrale. «Ma davanti ai clandestini che sono già a Milano non possiamo chiudere gli occhi». Una richiesta che Tiziana Maiolo, assessore comunale ai Servizi sociali, definisce «singolare». Perché non si può chiedere alle istituzioni di violare la legge. «Il Comune ha già fatto uno sforzo enorme: 625 mila euro investiti nel "Piano freddo", 200 mila in più rispetto al 2003. E 1492 posti garantiti, 180 letti in più». Detto questo, chiude lassessore, «tollerare alcuni atteggiamenti discutibili tenuti dalle strutture private, finanziate dal Comune, non giustifica un appello così sopra le righe». di Armando Stella