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Maurizio Rotaris writes: >L'assessore Maiolo: «Solo regolari nei dormitori» > >Da una parte il Comune: «Laccoglienza ai senzatetto supera le >richieste. Non cè motivo dallarme per il freddo». >Dallaltra le diverse anime del «privato sociale»: >«Basta una notte sulle strade per capire che il dramma dei clochard >è una piaga aperta». Due visioni dello stesso problema: >lindigenza metropolitana. Lontane su un punto: latteggiamento >che la città deve assumere nei confronti degli >«irregolari». >Tiziana Maiolo, assessore alle Politiche sociali di Palazzo Marino, parte >da un dato. Posti letto disponibili per i senza casa ce ne sono: 267 per la >precisione, divisi tra i ricoveri femminili di viale Ortles, via Barzaghi e >viale Isonzo, e i dormitori maschili di via Anfossi, via Maggianico e via >Calvino. Ma la richiesta avanzata dal mondo del non profit, di >«ricoverare nelle strutture pubbliche anche persone clandestine e >prive di documenti legali», non può trovare risposta: >«Nessuno, né le istituzioni né le associazioni >convenzionate, è legittimato a violare la legge >sullimmigrazione». Con quale conseguenza? «Che quei 267 >letti rimarranno vuoti», risponde Mario Furlan, fondatore dei City >Angels. «Se i clochard regolari sono tutti sistemati, perché non >utilizzare i posti liberi per accogliere gli irregolari, magari >selezionandoli per evitare violenti, alcolisti e tossicomani?». >Sarebbe un modo, continua, «per non togliere niente a nessuno e dare >un tetto a quanti trascorrono le >feste alladdiaccio solo perché sono senza timbri sui >documenti». >Padre Clemente Moriggi, vicepresidente della fondazione Fratelli di San >Francesco sorride amaro: «Qualcosa, evidentemente, è >cambiato». E si riferisce allinvito del Comune, inverno 2003, ad >«aprire i mezzanini della metropolitana a chi rischia di morire di >freddo, senza badare ai passaporti». Un appello tradotto, anche in >questo caso, in numeri: 2.900 persone ospitate in due mesi e mezzo. E, di >questi, 1.200 irregolari: «Una scelta dettata da scopi umanitari, che >questanno sembrano dimenticati», conclude padre Clemente. >La replica di Palazzo Marino suona come un ultimatum: «Se queste >autodenunce dovessero protrarsi afferma lassessore Maiolo > il Comune si vedrebbe costretto a sciogliere le convenzioni con le >associazioni che dichiarino pubblicamente di ospitare clandestini». > >A. St. > >Fonte: ViviMilano