Villa Simonetta

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Diurna di Villa Simonetta

Villa Simonetta - Milano

     
    Fu il governatore spagnolo Ferrante Gonzaga a fare dell'edificio, già conosciuto come "Gualtera" dal nome del suo primo proprietario, Gualtiero Bescapè (Maestro delle Entrate di Lodovico il Moro), uno splendore di grazia rinascimentale. I colonnati che lo distinguono sono opera dell'architetto Domenico Giuntallodi di Prato. Epoca della grande ristrutturazione è il 1550 circa. La famiglia Simonetta, successiva proprietaria della villa, rese celebre l'edificio come luogo di intrattenimenti. Si dice che la dama di casa, Clelia Simonetta, vi avesse fatto più volte strangolare i suoi amanti o semplici ospiti. Successivamente la villa fu ceduta ai Castelbarco, famiglia milanese d'origine trentina, e quindi ai Clerici, famiglia patrizia milanese. Ultimi illustri proprietari furono gli Osculati, poi per l'edificio iniziò una fase di lento ma costante degrado protrattosi fino all'insediamento della Civica Scuola di Musica del Comune di Milano. Nel 1836 la villa è adibita ad asilo dei cittadini colpiti da colera, mentre più avanti andranno ad abitarvi gli operai di un cotonificio. Oltre ancora, la villa diviene fabbrica di candele, officina meccanica e poi perfino falegnameria. Della grazia e delle decorazioni del Cinquecento rimane ben poco. Il bombardamento del 1943 spegne definitivamente la magia dell'eco; sotto il colonnato del piano terreno, infatti, un'eco superba era capace di ripetere fino a trenta volte la parola "amore" verso la campagna. L'eco ora non c'è più, ma almeno c'è musica.
     
     
     
     

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